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Rescissione del giudicato: il rimedio per l’assente

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato, giudicato in assenza, che aveva richiesto la restituzione nel termine per impugnare la sentenza di condanna. La Corte ha stabilito che l’unico rimedio applicabile in questi casi è la rescissione del giudicato, previsto dall’art. 629-bis c.p.p., e non la restituzione nel termine. Inoltre, ha ribadito che un’istanza errata non può essere ‘convertita’ o riqualificata dal giudice nella richiesta corretta, confermando la necessità di utilizzare lo strumento processuale appropriato.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rescissione del Giudicato: L’Unico Rimedio per l’Imputato Assente

Nel complesso panorama della procedura penale, la corretta individuazione degli strumenti processuali a disposizione della difesa è di fondamentale importanza. Un errore nella scelta del rimedio può avere conseguenze drastiche, come l’impossibilità per il giudice di esaminare nel merito le ragioni dell’imputato. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale riguardo la tutela dell’imputato giudicato in assenza, chiarendo la netta distinzione tra l’istituto della restituzione nel termine e quello della rescissione del giudicato. Questo caso offre uno spunto essenziale per comprendere quale sia la via corretta da percorrere quando un condannato affermi di non aver mai avuto effettiva conoscenza del procedimento a suo carico.

I Fatti del Caso

Un soggetto veniva condannato in primo grado dal Tribunale con una sentenza emessa nel 2018. Il processo si era svolto in sua ‘assenza’, dichiarata sin dalla prima udienza del 2016. Successivamente alla condanna, l’imputato, che nel frattempo si era trasferito all’estero, sosteneva di non aver mai avuto reale conoscenza dello svolgimento del processo. Per questo motivo, i suoi difensori presentavano un’istanza alla Corte di Appello chiedendo la ‘restituzione nel termine’ per poter impugnare la sentenza di primo grado, ai sensi dell’art. 175 del codice di procedura penale. La Corte di Appello, tuttavia, respingeva la richiesta. Contro questa decisione, la difesa proponeva ricorso per Cassazione.

La Decisione della Corte sulla Rescissione del Giudicato

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 3173/2024, ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione della Corte di Appello. Il cuore della pronuncia risiede in una distinzione netta e non superabile tra due istituti processuali: la restituzione nel termine e la rescissione del giudicato. I giudici supremi hanno chiarito che, per un imputato giudicato secondo le norme sul ‘processo in assenza’ (introdotte dalla legge n. 67/2014), l’unico rimedio esperibile per contestare una sentenza di condanna, adducendo la mancata conoscenza del procedimento, è la rescissione del giudicato prevista dall’art. 629-bis del codice di procedura penale. L’aver proposto un’istanza di restituzione nel termine, strumento errato, ha reso l’azione della difesa proceduralmente inefficace.

Le Motivazioni: La Differenza tra Rescissione e Restituzione

La motivazione della Suprema Corte si fonda su argomenti di diritto rigorosi. In primo luogo, viene evidenziato che la disciplina del processo penale è cambiata. Mentre in passato esisteva l’istituto della ‘contumacia’, oggi si parla di ‘assenza’. Per i vecchi procedimenti in contumacia, il rimedio per l’imputato che provava la mancata conoscenza era effettivamente la restituzione nel termine. Per i nuovi procedimenti, come quello in esame, dove viene dichiarata l’assenza, il legislatore ha previsto uno strumento specifico e diverso: la rescissione del giudicato.

In secondo luogo, la Corte ha spiegato perché non fosse possibile ‘salvare’ l’errore della difesa riqualificando l’istanza. Il principio di conservazione degli atti processuali (art. 568, comma 5, c.p.p.), che consente al giudice di dare al ricorso la qualificazione giuridica corretta, si applica esclusivamente ai mezzi di impugnazione tipici (come l’appello o il ricorso per cassazione). L’istanza di restituzione nel termine non rientra in questa categoria. Di conseguenza, se viene presentato uno strumento giuridico sbagliato che non è un’impugnazione, il giudice non può ‘convertirlo’ in quello corretto, ma deve limitarsi a dichiararne l’inammissibilità. La scelta del rimedio corretto, pertanto, è un onere imprescindibile per la parte che lo propone.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa sentenza rafforza un principio fondamentale per la pratica legale: la precisione nella scelta degli strumenti procedurali è essenziale. Per l’imputato che è stato giudicato in assenza e intende sostenere di non aver avuto effettiva conoscenza del processo, la strada da percorrere non è quella generica della restituzione nel termine, ma quella specifica e appositamente disegnata della rescissione del giudicato. L’errore in questa scelta non è sanabile e preclude l’esame nel merito delle doglianze, con la conseguenza che la condanna diventa definitiva. La pronuncia serve da monito per i professionisti del diritto, sottolineando come la conoscenza approfondita delle riforme processuali e la corretta applicazione delle norme siano l’unica garanzia per una tutela efficace dei diritti dell’assistito.

Qual è il rimedio corretto per un imputato giudicato in assenza che non ha avuto conoscenza del processo?
L’unico rimedio previsto dalla legge per un imputato giudicato in assenza che prova di non aver avuto effettiva conoscenza del procedimento è la rescissione del giudicato, disciplinata dall’art. 629-bis del codice di procedura penale.

Un’istanza di restituzione nel termine può essere convertita dal giudice in una richiesta di rescissione del giudicato?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’istanza di restituzione nel termine non può essere riqualificata come richiesta di rescissione del giudicato, perché il principio di conservazione degli atti si applica solo ai mezzi di impugnazione tipici, categoria in cui non rientra la restituzione nel termine.

Perché la Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la difesa ha utilizzato uno strumento processuale errato (la restituzione nel termine ex art. 175 c.p.p.) invece di quello corretto previsto dalla legge per la specifica situazione dell’imputato assente (la rescissione del giudicato ex art. 629-bis c.p.p.).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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