LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Rescissione del giudicato: il dies a quo decorre da qui

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che chiedeva la rescissione del giudicato per una condanna in assenza. L’istanza è stata presentata oltre il termine di 30 giorni. La Corte ha stabilito che, per la rescissione del giudicato, il termine decorre dal momento della conoscenza effettiva della sentenza, che coincide con l’esecuzione della pena (in questo caso, l’ingresso in carcere), e non da una successiva consulenza legale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rescissione del Giudicato: Da Quando Scattano i 30 Giorni per Agire?

La richiesta di rescissione del giudicato rappresenta un’ancora di salvezza per chi è stato condannato in assenza, ma i termini per attivarla sono perentori. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito con fermezza un principio cruciale: il termine di 30 giorni per presentare l’istanza decorre dal momento in cui il condannato ha conoscenza effettiva della sentenza, e tale momento coincide con l’esecuzione della pena, come l’ingresso in istituto di pena. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le implicazioni di questa decisione.

I Fatti del Caso

Un soggetto, condannato in primo grado nel 2017 dal Tribunale di Padova per violazione della legge sugli stupefacenti, vedeva la sua sentenza diventare irrevocabile nel 2020. Poiché il processo si era svolto in sua assenza, una volta venuto a conoscenza della condanna, decideva di agire.

Nel febbraio 2024, a seguito dell’emissione di un ordine di esecuzione, l’uomo veniva associato alla casa di reclusione di Padova. Solo nel giugno 2024, tuttavia, presentava tramite il suo difensore un’istanza di rescissione del giudicato e, in subordine, di rimessione in termini per proporre appello. La sua tesi era che la piena consapevolezza del contenuto della sentenza fosse maturata solo a maggio 2024, dopo aver nominato un nuovo avvocato che gli aveva spiegato i dettagli degli atti. La Corte di appello di Venezia rigettava entrambe le istanze per tardività, ritenendo che il termine di 30 giorni fosse scattato già dal giorno dell’ingresso in carcere.

La Decisione della Corte e la rescissione del giudicato

La Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, dichiarando il ricorso manifestamente infondato. Il cuore della questione ruota attorno all’individuazione del dies a quo, ovvero del giorno da cui far partire il conteggio dei 30 giorni previsti dalla legge (art. 629-bis c.p.p.) per chiedere la rescissione del giudicato.

La Corte ha specificato che la legge, a seguito delle recenti riforme, lega l’inizio del termine alla “conoscenza della sentenza” e non più alla generica “conoscenza del procedimento”. Tale conoscenza deve essere precisa ed effettiva, riguardando gli elementi essenziali del provvedimento: l’autorità che lo ha emesso e la condanna inflitta.

Le Motivazioni

I giudici hanno motivato la loro decisione sottolineando che l’esecuzione di un provvedimento definitivo, come l’arresto in esecuzione di un ordine di carcerazione, costituisce il momento in cui il condannato acquisisce in modo inequivocabile la conoscenza effettiva della sentenza. L’ordine di esecuzione, infatti, riporta specificamente tutti i dettagli del titolo irrevocabile a suo carico.

Di conseguenza, il termine di 30 giorni per l’impugnazione straordinaria è iniziato a decorrere il 28 febbraio 2024, data di ingresso in carcere del ricorrente. La presentazione dell’istanza il 20 giugno 2024 è risultata, quindi, ampiamente tardiva. La Corte ha respinto l’argomentazione difensiva secondo cui la conoscenza si sarebbe perfezionata solo con le spiegazioni del legale, poiché tale interpretazione soggettiva vanificherebbe la perentorietà del termine, rendendolo di fatto indeterminato e dipendente da circostanze personali.

Le Conclusioni

Questa sentenza consolida un orientamento rigoroso in materia di impugnazioni straordinarie. Il principio affermato è chiaro: la conoscenza effettiva della sentenza, che fa scattare il termine per la rescissione del giudicato, si realizza con la notifica o l’esecuzione del provvedimento definitivo. L’ingresso in carcere per scontare quella specifica pena è un atto che non lascia spazio a dubbi sulla avvenuta conoscenza. Per i condannati in assenza, è quindi fondamentale agire con la massima tempestività dal momento in cui vengono raggiunti da un atto esecutivo, senza attendere consulenze legali che potrebbero rivelarsi tardive. La legge non ammette ignoranza né ritardi quando la conoscenza dei fatti è resa palese dall’azione dello Stato.

Da quale momento decorre il termine di 30 giorni per chiedere la rescissione del giudicato?
Il termine decorre dal momento in cui il condannato ha conoscenza effettiva della sentenza. Secondo la sentenza, tale conoscenza si acquisisce con l’esecuzione del provvedimento, come ad esempio il giorno dell’ingresso in carcere per scontare la pena.

La spiegazione del contenuto della sentenza da parte di un avvocato può spostare l’inizio del termine?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che il termine decorre dalla conoscenza effettiva del provvedimento (es. l’arresto) e non da una data successiva in cui un legale ne illustra i dettagli al proprio assistito.

Cosa si intende per ‘conoscenza effettiva’ della sentenza ai fini della rescissione del giudicato?
Per ‘conoscenza effettiva’ si intende la precisa cognizione degli elementi essenziali del provvedimento, quali l’autorità giudiziaria che lo ha emesso e la condanna irrogata. Tale conoscenza si considera raggiunta quando viene eseguito l’ordine di carcerazione relativo a quella specifica sentenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati