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Remissione in termini: giudice incompetente e nullità

La Corte di Cassazione chiarisce che una richiesta di remissione in termini per proporre appello, se presentata a un giudice funzionalmente incompetente (es. il Tribunale anziché la Corte d’Appello), deve essere dichiarata inammissibile. Il giudice adito non può trasmettere gli atti a quello competente, poiché tale istanza non rientra tra i mezzi di impugnazione a cui si applica il principio di conservazione degli atti.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Remissione in termini: l’errore sul giudice competente costa caro

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale della procedura penale: la richiesta di remissione in termini per proporre appello, se presentata a un giudice incompetente, è destinata a essere dichiarata inammissibile, senza possibilità di ‘salvataggio’. Questo pronunciamento sottolinea l’importanza cruciale della precisione procedurale e chiarisce perché alcuni errori non possono essere sanati.

I Fatti: Un Errore Procedurale Fatale

Il caso trae origine da una condanna del 2015 per contrabbando di tabacchi lavorati esteri. L’imputato, condannato in sua assenza, vedeva la sentenza diventare definitiva. Anni dopo, nel 2025, il suo difensore presentava un’istanza di remissione in termini per poter finalmente proporre appello, sostenendo che l’assistito non avesse mai avuto effettiva conoscenza del processo a suo carico.

Tuttavia, l’istanza veniva depositata presso il Tribunale che aveva emesso la condanna, anziché presso la Corte d’Appello, ovvero il giudice competente a decidere sull’eventuale impugnazione. Un secondo difensore, resosi conto dell’errore, chiedeva al Tribunale di trasmettere gli atti alla Corte d’Appello. Il Tribunale, però, dichiarava entrambe le istanze inammissibili. Contro questa decisione, la difesa ricorreva in Cassazione.

La Decisione della Cassazione sulla remissione in termini

La Suprema Corte ha confermato la decisione del giudice di merito, dichiarando il ricorso inammissibile. Il fulcro della questione non risiede nel merito della richiesta (se l’imputato avesse o meno diritto a essere rimesso in termini), ma in un vizio procedurale insanabile: l’aver adito un’autorità giudiziaria priva di competenza funzionale a decidere.

Le Motivazioni: Perché il Giudice Incompetente Non Può Trasmettere gli Atti

La Cassazione ha spiegato in modo chiaro perché l’errore commesso non fosse emendabile. La difesa invocava implicitamente il principio di ‘conservazione degli atti’ previsto dall’art. 568, comma 5, del codice di procedura penale, secondo cui se un’impugnazione è proposta a un giudice incompetente, questi deve trasmetterla d’ufficio a quello competente.

Il punto chiave, però, è che la richiesta di remissione in termini non è, tecnicamente, un mezzo di impugnazione (come l’appello o il ricorso per cassazione). È un istituto che mira a riaprire i termini per poter impugnare. Di conseguenza, non si applica la norma sulla trasmissione degli atti.

La Corte ha stabilito che, in tema di restituzione nel termine per proporre impugnazione, la legge (art. 175 c.p.p.) è chiara: a decidere è il giudice che avrebbe la competenza sull’impugnazione stessa. Se un giudice si riconosce incompetente a decidere su tale richiesta, l’unica azione che può compiere è dichiararne l’inammissibilità. Non ha il potere di ‘girare’ la pratica al collega competente. Pertanto, l’esito della decisione del Tribunale, pur basato su argomentazioni parzialmente diverse, era nella sostanza corretto.

Conclusioni: L’Importanza di Adire il Giudice Corretto

La sentenza rappresenta un monito severo sull’importanza del rigore procedurale. Sbagliare il destinatario di un’istanza così delicata come la remissione in termini può avere conseguenze definitive, precludendo al condannato la possibilità di far valere le proprie ragioni in un grado di giudizio superiore. Questa pronuncia cristallizza il principio secondo cui la richiesta di restituzione nel termine non gode delle ‘tutele’ previste per i mezzi di impugnazione in senso stretto, e un errore nella sua presentazione non può essere sanato d’ufficio dal giudice.

A quale giudice va presentata la richiesta di remissione in termini per proporre appello avverso una sentenza di condanna?
La richiesta deve essere presentata al giudice competente a decidere sull’impugnazione, ovvero la Corte d’Appello, e non al Tribunale che ha emesso la sentenza di primo grado.

Cosa succede se la richiesta di remissione in termini viene presentata a un giudice funzionalmente incompetente?
Il giudice che riceve la richiesta, se si ritiene incompetente, deve dichiararla inammissibile. Non può esaminarla nel merito né disporne la trasmissione al giudice competente.

Il principio di conservazione degli atti (art. 568, comma 5, c.p.p.) si applica alla richiesta di remissione in termini?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che tale principio, che prevede la trasmissione dell’atto al giudice competente, si applica solo ai mezzi di impugnazione in senso stretto e non alla richiesta di remissione in termini, che è un istituto distinto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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