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Reddito di cittadinanza: vincite online da dichiarare

Un uomo è stato condannato per aver omesso di dichiarare ingenti vincite da gioco online nella domanda per il reddito di cittadinanza. La Cassazione ha confermato la condanna, stabilendo che le vincite lorde, e non quelle nette, costituiscono reddito da dichiarare ai fini del beneficio, a prescindere dal loro successivo reimpiego nel gioco.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Reddito di Cittadinanza: Le Vincite da Gioco Online Vanno Sempre Dichiarate

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale per i percettori del reddito di cittadinanza: le vincite derivanti dal gioco online devono essere dichiarate, e ciò che conta è l’importo lordo, non il guadagno netto. Questa decisione ribadisce la linea dura contro le omissioni nelle dichiarazioni presentate per ottenere il sussidio statale, sottolineando come la disponibilità economica derivante dalle vincite, anche se immediatamente rigiocata, costituisca un reddito rilevante.

I fatti del caso: la mancata dichiarazione delle vincite

Il caso riguarda un cittadino condannato in primo e secondo grado per aver omesso di dichiarare, nella domanda per il reddito di cittadinanza, ingenti vincite ottenute da giochi online negli anni precedenti. Nello specifico, si trattava di decine di migliaia di euro vinti tra il 2017 e il 2019. La difesa dell’imputato ha tentato di sostenere che le somme non andassero dichiarate, poiché, al netto delle perdite, non superavano la soglia di legge di 6.000 euro, anzi, nella maggior parte dei mesi il saldo era negativo.

La questione giuridica: vincite lorde o nette?

Il nodo centrale della questione era se, ai fini del calcolo dei redditi per il reddito di cittadinanza, si debbano considerare le “vincite lorde” (l’intero importo accreditato sul conto gioco) o le “vincite nette” (la differenza tra importi vinti e importi giocati).

La tesi difensiva

Secondo la difesa, l’obbligo di dichiarazione scatta solo per le vincite nette superiori a 6.000 euro. Poiché il ricorrente, tranne per un singolo mese, aveva sempre registrato perdite complessive, non riteneva di dover comunicare tali somme, sostenendo di non aver mai avuto un reale arricchimento.

La decisione della Corte

La Corte di Cassazione ha respinto categoricamente questa interpretazione, dichiarando il ricorso inammissibile. I giudici hanno stabilito un principio chiaro: qualsiasi vincita accreditata sul conto gioco rappresenta un’acquisizione di disponibilità economica e, come tale, deve essere dichiarata.

Le motivazioni della Cassazione e l’impatto sul reddito di cittadinanza

La Corte ha fondato la sua decisione su un orientamento consolidato, richiamando anche una pronuncia della Corte Costituzionale. Il ragionamento è lineare: nel momento in cui una vincita viene accreditata, essa entra nella piena disponibilità giuridica ed economica del soggetto. Non importa se quella somma viene poi prelevata o utilizzata per altre giocate. Il fatto di averla avuta a disposizione è ciò che rileva. L’eventuale successiva dissipazione di tale ricchezza nel gioco è una scelta personale che non può essere posta a carico della collettività attraverso l’erogazione di un sussidio di solidarietà come il reddito di cittadinanza.
In altre parole, lo Stato non è tenuto a sostenere chi, pur avendo avuto a disposizione delle risorse economiche, ha scelto di dissiparle nel gioco d’azzardo. Di conseguenza, ai fini della dichiarazione, si devono considerare le vincite lorde, in quanto rappresentano la “nuova ricchezza” acquisita dal soggetto.

Le conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

Questa sentenza ha implicazioni molto pratiche per chiunque richieda o percepisca il reddito di cittadinanza. La trasparenza è un requisito assoluto. Chiunque si dedichi al gioco online deve essere consapevole che ogni singola vincita, anche se di piccolo importo e anche se reinvestita nel gioco, costituisce un reddito che va comunicato. Omettere tali informazioni equivale a una dichiarazione mendace, con conseguenze penali che possono portare a una condanna, oltre alla revoca del beneficio e alla restituzione delle somme indebitamente percepite. La Corte sottolinea che lo scopo del sussidio è aiutare chi si trova in una reale situazione di povertà, non chi ha disponibilità economiche e le perde per scelta.

Ai fini del reddito di cittadinanza, devo dichiarare le vincite lorde o quelle nette (vincite meno giocate)?
Secondo la sentenza, devono essere dichiarate le vincite lorde. L’importo totale accreditato sul conto gioco costituisce reddito rilevante, indipendentemente dalle somme giocate o dalle perdite.

Se vinco una somma e la uso subito per giocare di nuovo senza mai prelevarla, quella somma va considerata reddito?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’accreditamento della vincita sul conto gioco è sufficiente a renderla una disponibilità economica del soggetto. Il successivo reimpiego nel gioco non ne cambia la natura di reddito che andava dichiarato.

È possibile giustificare l’omissione nella dichiarazione per il reddito di cittadinanza sostenendo di non aver agito con l’intenzione di frodare lo Stato?
No, la Corte ha ritenuto inammissibile questo tipo di argomento, soprattutto se non sollevato nei gradi di giudizio precedenti. Inoltre, la sentenza di primo grado aveva già escluso che si potesse parlare di semplice “leggerezza”, data l’entità delle somme investite nel gioco, implicando la piena consapevolezza dell’omissione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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