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Reclamo magistrato sorveglianza: decisione e nullità

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di inammissibilità emessa da un Magistrato di Sorveglianza in composizione monocratica. La Corte ha stabilito che la decisione sull’ammissibilità di un reclamo magistrato sorveglianza spetta esclusivamente al Tribunale di Sorveglianza in composizione collegiale. Una decisione presa da un giudice singolo in questa fase è affetta da nullità assoluta per violazione delle norme sulla costituzione del giudice.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reclamo Magistrato Sorveglianza: la Competenza è del Collegio, non del Giudice Singolo

Nel complesso panorama del diritto penitenziario, le regole procedurali assumono un’importanza cruciale per garantire la tutela dei diritti dei detenuti. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale in materia di reclamo al magistrato di sorveglianza: la decisione sull’ammissibilità di tale strumento non può essere presa da un giudice singolo, ma spetta inderogabilmente al Tribunale di Sorveglianza nella sua composizione collegiale. Vediamo nel dettaglio il caso e le motivazioni della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dalla richiesta di un detenuto volta a ottenere il beneficio della liberazione anticipata. Il Magistrato di Sorveglianza di Bologna rigettava l’istanza con un provvedimento. Avverso tale decisione, il difensore del detenuto proponeva un reclamo ai sensi dell’art. 69-bis della legge sull’ordinamento penitenziario.

Tuttavia, lo stesso Magistrato di Sorveglianza, agendo in composizione monocratica, dichiarava il reclamo inammissibile. La motivazione addotta era di natura puramente formale: il reclamo era stato depositato presso la cancelleria del Tribunale di Sorveglianza anziché presso quella del giudice che aveva emesso il provvedimento impugnato (l’Ufficio di Sorveglianza), in presunta violazione dell’art. 582 del codice di procedura penale.

Contro questa ordinanza di inammissibilità, il difensore presentava ricorso in Cassazione, lamentando due vizi principali:
1. La violazione delle norme sulla costituzione del giudice, poiché la decisione sull’ammissibilità del reclamo spetta al Tribunale collegiale e non al giudice singolo.
2. L’errata applicazione della legge, dato che l’art. 69-bis Ord. Pen. indica specificamente il Tribunale di sorveglianza come organo a cui proporre reclamo.

La questione del reclamo magistrato sorveglianza e la competenza

Il cuore della questione giuridica risiede nel determinare quale organo sia competente a decidere sull’ammissibilità di un reclamo presentato contro un provvedimento del Magistrato di Sorveglianza. La difesa sosteneva che tale competenza appartenesse al Tribunale di Sorveglianza come organo collegiale, configurando la decisione del giudice monocratico come un atto affetto da nullità assoluta.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendo fondato il primo motivo e annullando senza rinvio l’ordinanza impugnata. I giudici di legittimità hanno chiarito che il reclamo magistrato sorveglianza, previsto nel procedimento di sorveglianza, rientra a pieno titolo nel “genus” delle impugnazioni.

Di conseguenza, non può essere applicato il procedimento semplificato previsto dall’art. 666, comma 2, c.p.p., che consente una decisione de plano (cioè senza udienza) da parte del giudice. Tale procedura è infatti riservata a casi tassativi, come la riproposizione di una richiesta identica a una già rigettata.

Al contrario, per le impugnazioni valgono le regole generali, e in particolare l’art. 591 c.p.p., che attribuisce la competenza a dichiarare l’inammissibilità al giudice dell’impugnazione. Nel caso di specie, il giudice dell’impugnazione avverso i provvedimenti del Magistrato di Sorveglianza è il Tribunale di Sorveglianza, che decide in composizione collegiale.

La decisione di inammissibilità emessa da un giudice monocratico (lo stesso Magistrato di sorveglianza o il Presidente del Tribunale) costituisce una violazione delle norme sulla costituzione del giudice, sanzionata con la nullità assoluta ai sensi dell’art. 178, comma 1, lett. a), c.p.p. Si tratta di un vizio insanabile, rilevabile d’ufficio in ogni stato e grado del procedimento.

Le Conclusioni

La sentenza riafferma un principio di diritto di fondamentale importanza: il potere di esaminare e decidere un reclamo magistrato sorveglianza, inclusa la valutazione sulla sua ammissibilità, è una prerogativa esclusiva del Tribunale di Sorveglianza in composizione collegiale. Un provvedimento di inammissibilità emesso de plano da un giudice monocratico è nullo.

Questa decisione ha un’implicazione pratica diretta: l’ordinanza impugnata è stata annullata e gli atti sono stati trasmessi al Tribunale di Sorveglianza di Bologna affinché, nella sua corretta composizione collegiale, proceda all’esame del reclamo originariamente proposto dal detenuto. Viene così garantito il rispetto delle garanzie procedurali e del principio del giudice naturale precostituito per legge.

Chi è competente a decidere sull’ammissibilità di un reclamo avverso un provvedimento del Magistrato di Sorveglianza?
Secondo la sentenza, la competenza a decidere, anche sull’ammissibilità, spetta esclusivamente al Tribunale di Sorveglianza in composizione collegiale, in quanto giudice dell’impugnazione.

Un reclamo in materia di sorveglianza può essere dichiarato inammissibile ‘de plano’ da un giudice singolo?
No. La decisione di inammissibilità non può essere emessa sulla base del procedimento semplificato de plano (art. 666, co. 2, c.p.p.), ma deve seguire le regole previste per le impugnazioni (art. 591 c.p.p.), che richiedono una valutazione da parte dell’organo collegiale competente.

Qual è la conseguenza di una decisione di inammissibilità emessa dal Magistrato di Sorveglianza anziché dal Tribunale collegiale?
La decisione è affetta da nullità assoluta, ai sensi dell’art. 178, comma 1, lett. a), c.p.p., per violazione delle norme sulla costituzione del giudice. Tale provvedimento deve essere annullato e gli atti devono essere trasmessi all’organo collegiale competente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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