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Reclamo liberazione anticipata: nullità per incompetenza

Un ex detenuto presenta un reclamo per la liberazione anticipata. Il Presidente del Tribunale di Sorveglianza lo dichiara inammissibile. La Cassazione annulla il decreto, stabilendo che la competenza a decidere sul reclamo liberazione anticipata spetta al Tribunale in composizione collegiale, non al solo Presidente, pena la nullità assoluta.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reclamo Liberazione Anticipata: La Cassazione Sancisce la Nullità della Decisione del solo Presidente

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 5290/2024) ha riaffermato un principio procedurale fondamentale in materia di esecuzione penale. Il caso riguarda un reclamo liberazione anticipata dichiarato inammissibile dal solo Presidente del Tribunale di Sorveglianza. La Suprema Corte ha annullato tale decisione, chiarendo in modo inequivocabile la competenza esclusiva del Tribunale in composizione collegiale, pena la nullità assoluta del provvedimento.

I Fatti del Caso: un Percorso a Ostacoli

La vicenda ha origine dalla richiesta di liberazione anticipata presentata da un detenuto, che veniva rigettata dal Magistrato di Sorveglianza. Contro tale diniego, il difensore proponeva reclamo al Tribunale di Sorveglianza competente.

Tuttavia, il Presidente del Tribunale, agendo in autonomia e senza convocare il collegio, emetteva un decreto con cui dichiarava inammissibile il reclamo. La motivazione addotta era la presunta carenza di interesse del ricorrente, il quale nel frattempo era stato scarcerato per aver terminato di scontare la sua pena.

Secondo il ricorrente, invece, l’interesse a una decisione nel merito sussisteva, poiché il riconoscimento della liberazione anticipata gli avrebbe consentito di maturare un “credito di pena” da utilizzare in caso di future condanne. Di fronte a questa decisione monocratica, la difesa ricorreva in Cassazione, lamentando una violazione di legge.

La Questione Giuridica: Chi Decide sul Reclamo Liberazione Anticipata?

Il nodo centrale della questione non era tanto l’effettiva sussistenza dell’interesse ad agire dell’ex detenuto, quanto un vizio procedurale a monte. La domanda fondamentale era: il Presidente del Tribunale di Sorveglianza ha il potere di decidere da solo sull’ammissibilità di un reclamo liberazione anticipata, o tale competenza è riservata inderogabilmente al Tribunale nella sua interezza, ovvero in composizione collegiale?

La normativa di riferimento, in particolare l’art. 69-bis dell’ordinamento penitenziario, delinea una procedura specifica. Questa norma attribuisce la decisione sull’istanza di liberazione anticipata al Magistrato di Sorveglianza e la cognizione del reclamo avverso tale decisione al Tribunale di Sorveglianza. La Corte è stata chiamata a chiarire se il termine “Tribunale” si riferisse all’organo nella sua pienezza collegiale o se potesse essere interpretato come facoltà del suo Presidente di decidere de plano.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio il decreto impugnato. La motivazione della Suprema Corte è netta e si fonda su principi consolidati della procedura penale.

Natura del Reclamo e Competenza Collegiale

Innanzitutto, i Giudici hanno ribadito che i reclami previsti dall’ordinamento penitenziario, incluso quello in materia di liberazione anticipata, hanno natura di veri e propri mezzi di impugnazione. Di conseguenza, devono essere trattati nel pieno rispetto delle norme procedurali che li governano.

La legge affida la decisione sul reclamo al “Tribunale di Sorveglianza”. Questa dicitura, secondo l’interpretazione della Corte, indica inequivocabilmente l’organo giudiziario nella sua composizione collegiale. La decisione sull’ammissibilità del reclamo, essendo una fase cruciale del giudizio di impugnazione, non può essere sottratta al giudice naturale previsto dalla legge, che è appunto il collegio.

Nullità Assoluta per Vizio di Costituzione del Giudice

La decisione monocratica del Presidente costituisce un’inosservanza delle norme processuali sulla costituzione dell’organo decidente. Tale vizio, ai sensi degli artt. 178, comma 1, lett. a), e 179 del codice di procedura penale, determina la nullità assoluta del provvedimento. Si tratta della forma più grave di invalidità, che può essere rilevata d’ufficio in ogni stato e grado del procedimento.

In sostanza, il Presidente ha esercitato un potere che la legge riserva esclusivamente al collegio. Di conseguenza, il suo decreto è giuridicamente inesistente. La Corte ha quindi annullato l’atto e disposto la trasmissione degli atti al Tribunale di Sorveglianza di L’Aquila, affinché, questa volta nella sua corretta composizione collegiale, proceda all’esame del reclamo.

Le Conclusioni

La sentenza riafferma con forza il principio di legalità processuale e il rispetto delle norme sulla competenza e costituzione del giudice. La decisione sul reclamo liberazione anticipata, sia per l’ammissibilità che per il merito, spetta unicamente al Tribunale di Sorveglianza in composizione collegiale.

Qualsiasi decisione assunta in violazione di questa regola, ad esempio da parte del solo Presidente, è affetta da nullità assoluta e insanabile. Questa pronuncia serve da monito sull’importanza del rispetto rigoroso delle forme procedurali, che non sono meri formalismi, ma garanzie essenziali per un giusto processo. Il caso torna ora al Tribunale di Sorveglianza, che dovrà finalmente pronunciarsi, nella sua corretta composizione, sulla richiesta del ricorrente.

Chi è competente a decidere su un reclamo contro il diniego di liberazione anticipata?
Secondo la Corte di Cassazione, la competenza a decidere, sia sull’ammissibilità che sul merito del reclamo, spetta esclusivamente al Tribunale di Sorveglianza in composizione collegiale, e non al suo Presidente in via monocratica.

Cosa succede se a decidere sull’ammissibilità del reclamo è il solo Presidente del Tribunale di Sorveglianza?
Il provvedimento emesso è affetto da nullità assoluta per violazione delle norme sulla costituzione del giudice. Tale nullità è insanabile e può essere rilevata in ogni stato e grado del procedimento, portando all’annullamento dell’atto.

La sentenza ha stabilito se un ex detenuto ha ancora interesse a ottenere la liberazione anticipata?
No, la Corte di Cassazione non si è pronunciata su questo punto. La sua decisione si è fermata alla questione procedurale, annullando il decreto per incompetenza dell’organo decidente prima ancora di poter esaminare nel merito la questione dell’interesse ad agire.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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