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Reclamo avverso archiviazione: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha esaminato un ricorso contro un decreto di inammissibilità di un’opposizione all’archiviazione. Invece di annullare il ricorso, la Corte lo ha riqualificato come reclamo avverso archiviazione, applicando il principio del *favor impugnationis*. Ha quindi trasmesso gli atti al Tribunale competente per la prosecuzione del procedimento corretto, come previsto dall’art. 410-bis, comma 3, c.p.p.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reclamo avverso Archiviazione: La Cassazione Converte il Ricorso Errato

Un’ordinanza della Corte di Cassazione fornisce un’importante lezione sulla procedura penale, in particolare sul rimedio corretto contro un decreto di archiviazione: il reclamo avverso archiviazione. La Suprema Corte, con la sentenza in esame, chiarisce come il principio del favor impugnationis possa ‘salvare’ un ricorso presentato erroneamente, riqualificandolo e indirizzandolo al giudice competente. Questo intervento garantisce la tutela dei diritti della persona offesa, anche di fronte a un errore procedurale.

I Fatti del Caso: un’Opposizione Dichiarata Inammissibile

Il caso nasce da un procedimento penale per il presunto delitto di calunnia. La Procura della Repubblica aveva richiesto l’archiviazione del caso. Le persone offese, non concordando con tale richiesta, hanno presentato un atto di opposizione.

Tuttavia, il Giudice per le indagini preliminari (GIP) del Tribunale di Brindisi ha dichiarato l’opposizione inammissibile con un decreto emesso de plano, ovvero senza fissare un’udienza per la discussione tra le parti. Ritenendo ingiusta tale decisione, le persone offese hanno impugnato il decreto del GIP proponendo ricorso direttamente alla Corte di Cassazione.

Il Ricorso in Cassazione e la Questione Procedurale

Il nodo della questione non riguardava il merito della vicenda (la presunta calunnia), ma un aspetto puramente procedurale. Il ricorso era stato proposto contro un provvedimento che, secondo la legge, non è direttamente impugnabile in Cassazione.

La normativa di riferimento, in particolare l’articolo 410-bis del codice di procedura penale, stabilisce un percorso specifico per contestare i decreti di archiviazione emessi in violazione di determinate regole. La presentazione di un ricorso per cassazione, in questo contesto, rappresentava una scelta processuale non corretta.

La Decisione della Corte: il reclamo avverso archiviazione come rimedio corretto

La Corte di Cassazione, invece di limitarsi a dichiarare inammissibile il ricorso per errore procedurale, ha adottato un approccio differente, basato su principi di conservazione degli atti giuridici e di tutela del diritto di impugnazione.

Il Principio del Favor Impugnationis

La Corte ha applicato il principio del favor impugnationis, secondo il quale, in caso di incertezza, l’interpretazione della legge deve favorire l’esame nel merito dell’impugnazione. Questo principio mira a garantire che gli errori formali non precludano ingiustamente l’accesso alla giustizia.

L’Applicazione dell’Art. 410-bis c.p.p.

La Suprema Corte ha chiarito che, ai sensi dell’art. 410-bis, comma 3, c.p.p., il rimedio corretto contro un decreto di archiviazione nullo (come quello che dichiara l’inammissibilità dell’opposizione al di fuori dei casi specificamente previsti dalla legge) non è il ricorso per cassazione, bensì il reclamo avverso archiviazione da presentare al tribunale in composizione monocratica.

Le Motivazioni della Riqualificazione

Sulla base di queste premesse, i giudici hanno deciso di non rigettare il ricorso, ma di riqualificarlo. In pratica, l’atto presentato erroneamente come ricorso per cassazione è stato ‘convertito’ d’ufficio nel corretto mezzo di impugnazione, ovvero il reclamo. La Corte ha quindi disposto la trasmissione di tutti gli atti al Tribunale di Brindisi, che è il giudice competente a decidere sul reclamo. Questa decisione si fonda sulla volontà di preservare l’efficacia dell’atto processuale, interpretando l’intenzione della parte di contestare il provvedimento sfavorevole, al di là dell’errata denominazione formale dell’impugnazione.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza è di grande importanza pratica. Essa conferma che il sistema processuale penale possiede meccanismi di flessibilità volti a tutelare il diritto di difesa. Insegna che, anche di fronte a un errore nella scelta dello strumento di impugnazione, non tutto è perduto. Il principio del favor impugnationis permette al giudice di correggere l’errore e di incanalare la contestazione nella procedura corretta. Per le persone offese, ciò significa che la loro richiesta di giustizia non viene bloccata da un vizio di forma, ma viene reindirizzata all’organo giudiziario competente per una decisione nel merito.

Cosa succede se si presenta un ricorso in Cassazione contro un provvedimento per cui non è previsto tale rimedio?
In base al principio di conservazione degli atti giuridici e del favor impugnationis, la Corte di Cassazione può riqualificare l’impugnazione errata nel mezzo di gravame corretto, se ne sussistono i presupposti, e trasmettere gli atti al giudice competente. Non lo dichiara semplicemente inammissibile.

Qual è il rimedio corretto contro un decreto del GIP che dichiara l’opposizione all’archiviazione inammissibile fuori dai casi previsti dalla legge?
Il rimedio corretto previsto dall’art. 410-bis, comma 3, del codice di procedura penale è il reclamo avverso archiviazione, da proporre entro quindici giorni al tribunale in composizione monocratica.

Cosa significa il principio del favor impugnationis applicato in questo caso?
Significa che la Corte ha preferito un’interpretazione che consentisse di esaminare l’impugnazione, anziché fermarsi all’errore formale. Ha ‘salvato’ l’atto riqualificandolo come reclamo, per garantire alla parte il diritto di far valutare le proprie ragioni dal giudice competente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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