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Reclamo archiviazione: quando è inammissibile il ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso presentato contro un’ordinanza del Tribunale che a sua volta aveva respinto un reclamo avverso un decreto di archiviazione. La decisione si fonda sul principio di non impugnabilità sancito dall’art. 410-bis del codice di procedura penale. La Corte ha ribadito che il provvedimento che decide sul reclamo archiviazione è definitivo e non può essere ulteriormente contestato in Cassazione, confermando una scelta legislativa precisa volta a definire i confini di questa fase procedurale.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reclamo Archiviazione: La Cassazione Sancisce la Non Impugnabilità

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13882/2025, torna a pronunciarsi su un tema cruciale della procedura penale: i limiti di impugnazione del provvedimento che decide sul reclamo archiviazione. La decisione ribadisce un principio fondamentale: l’ordinanza emessa dal Tribunale in questa sede è definitiva e non può essere oggetto di ricorso in Cassazione. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine dalla decisione del Giudice per le Indagini Preliminari (G.i.p.) di archiviare un procedimento penale a carico di tre persone. La persona offesa dal reato, ritenendo ingiusta tale decisione, ha presentato un reclamo ai sensi dell’art. 410-bis del codice di procedura penale.

Il Tribunale, tuttavia, ha dichiarato inammissibile il reclamo. Contro questa seconda decisione, il difensore della persona offesa ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando una violazione di legge. A suo dire, il Tribunale aveva erroneamente ritenuto mancante la procura speciale, che in realtà era stata regolarmente allegata.

La Questione del Reclamo Archiviazione e la sua Impugnabilità

Il cuore della questione sottoposta alla Suprema Corte era stabilire se fosse ammissibile un ricorso per Cassazione avverso l’ordinanza del Tribunale che decide su un reclamo archiviazione. La difesa del ricorrente sosteneva la necessità di un vaglio di legittimità per correggere un provvedimento ritenuto errato.

D’altra parte, le difese degli indagati e il Procuratore Generale hanno concluso per l’inammissibilità del ricorso, basandosi sulla chiara previsione normativa.

La Richiesta di Condanna alle Spese

Un ulteriore punto di interesse riguardava la richiesta avanzata dalle difese degli indagati: la condanna del ricorrente al pagamento delle spese legali sostenute nel giudizio di legittimità. Una richiesta che la Corte ha dovuto valutare alla luce della natura specifica del procedimento di archiviazione.

Le Motivazioni della Cassazione: L’Art. 410-bis c.p.p.

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, fondando la sua decisione sul tenore letterale dell’art. 410-bis, comma 3, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce in modo inequivocabile che il Tribunale decide sul reclamo con “ordinanza non impugnabile”.

I giudici hanno sottolineato come il principio di tipicità dei mezzi di impugnazione (art. 568 c.p.p.) non consenta deroghe a una previsione così esplicita. Si tratta di una scelta consapevole del legislatore, più volte confermata dalla giurisprudenza della stessa Corte, che non viola principi costituzionali o sovranazionali.

L’unico rimedio ipotizzabile, ma non applicabile al caso di specie, sarebbe stata la richiesta di revoca del provvedimento qualora la parte non fosse stata posta in condizione di partecipare effettivamente al procedimento. Nel caso in esame, invece, era stata fissata un’apposita udienza e le parti erano state regolarmente notificate, garantendo un pieno contraddittorio.

Per quanto riguarda la richiesta di condanna alle spese legali, la Corte l’ha respinta. Citando precedenti della Corte Costituzionale e della stessa Cassazione, ha chiarito che nel procedimento di archiviazione non è prevista la possibilità per il giudice di condannare la persona offesa a rifondere le spese all’indagato. Questa possibilità è limitata ai casi in cui si è già verificato l’esercizio dell’azione penale, segnando una netta differenza tra le due fasi procedurali.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza in commento consolida un orientamento giurisprudenziale granitico: la strada del reclamo archiviazione si conclude con la decisione del Tribunale. Questa ordinanza è definitiva e non può essere ulteriormente sindacata in sede di legittimità. Per la persona offesa, ciò significa che lo strumento del reclamo rappresenta l’ultima opportunità per contestare la decisione di non procedere penalmente.

La decisione evidenzia una precisa volontà legislativa di circoscrivere il controllo giurisdizionale sulla fase delle indagini, evitando un’eccessiva dilatazione dei tempi processuali. Inoltre, il rigetto della richiesta di condanna alle spese a carico del querelante/ricorrente conferma che la fase di archiviazione mantiene una sua autonomia rispetto al processo vero e proprio, con regole procedurali distinte, anche in materia di spese di giustizia.

È possibile fare ricorso in Cassazione contro l’ordinanza che decide su un reclamo avverso un provvedimento di archiviazione?
No, l’art. 410-bis, comma 3, del codice di procedura penale stabilisce espressamente che l’ordinanza del Tribunale in sede di reclamo “non è impugnabile”. Pertanto, il ricorso per cassazione è inammissibile.

La persona offesa può proporre direttamente il reclamo contro l’archiviazione senza l’assistenza di un avvocato?
Sì. La sentenza menziona la tesi del ricorrente secondo cui il reclamo poteva essere proposto direttamente dalla persona offesa, anche senza l’ausilio di un difensore, in base al disposto normativo che attribuisce espressamente all’interessato tale potestà.

In caso di inammissibilità del ricorso contro l’archiviazione, la parte indagata ha diritto al rimborso delle spese legali?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’inammissibilità del ricorso della persona offesa non comporta la condanna di quest’ultima a rifondere all’indagato le spese processuali. Tale possibilità è prevista solo a seguito dell’esercizio dell’azione penale e non nella fase di archiviazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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