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Reclamo al tribunale di sorveglianza: chi decide?

La Corte di Cassazione ha annullato un decreto con cui il Presidente del Tribunale di sorveglianza aveva dichiarato inammissibile un reclamo di un detenuto. La Suprema Corte ha stabilito che la decisione sul reclamo al tribunale di sorveglianza spetta all’organo collegiale e non può essere assunta monocraticamente dal Presidente. Tale vizio procedurale determina la nullità assoluta del provvedimento.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reclamo al Tribunale di Sorveglianza: La Decisione Spetta al Collegio, non al Presidente

Nel complesso panorama della procedura penale, il rispetto delle forme e delle competenze non è un mero formalismo, ma una garanzia fondamentale per i diritti delle parti. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ribadisce questo principio in un ambito delicato come quello dell’esecuzione della pena, chiarendo chi sia l’organo competente a decidere su un reclamo al tribunale di sorveglianza. La pronuncia sottolinea come la decisione spetti al Tribunale in composizione collegiale e non possa essere assunta in via monocratica dal suo Presidente, pena la nullità assoluta del provvedimento.

Il Caso in Analisi: Un Reclamo Dichiarato Inammissibile

La vicenda trae origine dal reclamo presentato da un detenuto avverso un’ordinanza del Magistrato di Sorveglianza. Tale reclamo era stato indirizzato al Tribunale di Sorveglianza, ma il Presidente di quest’ultimo lo aveva dichiarato inammissibile con un decreto de plano, ovvero senza udienza e senza sentire le parti. La ragione addotta era di natura formale: il reclamo non avrebbe rispettato le norme generali sulle impugnazioni (artt. 581 e 582 c.p.p.), che prevedono il deposito dell’atto presso la cancelleria del giudice che ha emesso il provvedimento impugnato.

Contro questa decisione monocratica, la difesa del detenuto ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo che la procedura del reclamo ex art. 35-bis dell’Ordinamento Penitenziario segue regole proprie e autonome, non soggette ai formalismi previsti per le impugnazioni ordinarie.

La Competenza sul Reclamo al Tribunale di Sorveglianza

Il nodo centrale della questione giuridica, come evidenziato dalla Suprema Corte, non riguardava tanto il luogo di presentazione dell’atto, quanto l’organo che ha pronunciato la decisione di inammissibilità. Il punto cruciale è stabilire se il Presidente del Tribunale di Sorveglianza possa decidere da solo su un reclamo o se tale competenza sia riservata esclusivamente al Tribunale in composizione collegiale.

La Decisione Monocratica del Presidente

Il Presidente aveva agito in via monocratica, ritenendo di poter applicare le norme generali per dichiarare l’inammissibilità dell’atto. Questa interpretazione, tuttavia, non ha trovato il favore della Corte di Cassazione, che ha individuato un vizio procedurale insanabile.

L’Intervento della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando il decreto presidenziale. La Corte ha chiarito che il reclamo al Tribunale di Sorveglianza, pur avendo una sua disciplina specifica, rientra nel genus delle impugnazioni. Di conseguenza, le decisioni relative alla sua ammissibilità o inammissibilità devono seguire le regole proprie dei mezzi di impugnazione, che attribuiscono tale potere al giudice dell’appello, in questo caso il Tribunale di Sorveglianza come organo collegiale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Le motivazioni della sentenza sono fondate su un principio cardine del nostro ordinamento processuale: il principio della collegialità e della corretta costituzione del giudice.

La Natura del Reclamo come Impugnazione

La Corte ha specificato che il potere del Presidente di emettere decreti de plano ai sensi dell’art. 666, comma 2, c.p.p. è strettamente limitato a casi tassativi, come la manifesta infondatezza di una richiesta identica ad una già rigettata. Tale potere non si estende al giudizio su un reclamo, che è un mezzo di impugnazione a tutti gli effetti. L’inammissibilità di un’impugnazione, secondo l’art. 591 c.p.p., deve essere dichiarata dal giudice competente per l’impugnazione stessa, che in questa materia è il Tribunale di Sorveglianza nella sua interezza.

Il Principio della Collegialità e la Nullità Assoluta

La decisione monocratica del Presidente ha violato le norme sulla costituzione del giudice, integrando una nullità assoluta ai sensi dell’art. 178, comma 1, lettera a), del codice di procedura penale. Questo tipo di nullità, essendo la più grave, è insanabile e rilevabile d’ufficio in ogni stato e grado del procedimento. Il provvedimento emesso da un giudice incompetente per composizione è, quindi, giuridicamente inesistente e deve essere annullato.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha stabilito che ogni decisione relativa a un reclamo al tribunale di sorveglianza, inclusa quella sulla sua ammissibilità, deve essere adottata dal Tribunale in composizione collegiale, all’esito dell’instaurazione del contraddittorio tra le parti. Una decisione assunta monocraticamente dal solo Presidente è affetta da nullità assoluta. Questa sentenza rafforza le garanzie difensive nel procedimento di sorveglianza, assicurando che le doglianze dei detenuti siano esaminate da un organo plurisoggettivo e nel pieno rispetto del contraddittorio.

Chi è competente a decidere su un reclamo presentato al Tribunale di Sorveglianza?
La competenza a decidere spetta al Tribunale di Sorveglianza in composizione collegiale, ovvero con la partecipazione di tutti i suoi membri giudicanti, e non al solo Presidente.

Il Presidente del Tribunale di Sorveglianza può dichiarare un reclamo inammissibile con un decreto emesso ‘de plano’?
No. La decisione sull’ammissibilità di un reclamo, in quanto mezzo di impugnazione, deve essere presa dall’organo collegiale. Il potere del Presidente di emettere decreti ‘de plano’ è limitato a casi eccezionali e non si applica al giudizio sui reclami.

Qual è la conseguenza se il Presidente del Tribunale di Sorveglianza decide un reclamo da solo?
Il provvedimento emesso dal solo Presidente è affetto da nullità assoluta per violazione delle norme sulla costituzione del giudice. Di conseguenza, tale provvedimento deve essere annullato e la causa rinviata al Tribunale di Sorveglianza perché decida nella sua corretta composizione collegiale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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