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Reclamo 410-bis: quando è inammissibile il ricorso

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21950/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di una persona offesa contro un’ordinanza che aveva respinto il suo reclamo 410-bis avverso un’archiviazione. La Corte ha ribadito che il ricorso è possibile solo in caso di ‘abnormità’ del provvedimento, escludendo che la decisione del giudice di dichiarare l’inammissibilità del reclamo senza udienza rientri in tale categoria.

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Pubblicato il 22 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reclamo 410-bis: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 21950/2024, è tornata a pronunciarsi sui limiti di impugnabilità delle decisioni emesse in sede di reclamo 410-bis del codice di procedura penale. Questa pronuncia offre chiarimenti cruciali sulla nozione di ‘abnormità’ del provvedimento, unico presupposto che consente di adire la Suprema Corte in questo specifico contesto procedurale. Analizziamo insieme i fatti, il percorso logico seguito dai giudici e le importanti conclusioni pratiche.

I Fatti del Caso: Dall’Archiviazione al Ricorso

Il caso trae origine da un procedimento penale avviato a seguito di una denuncia. Il Pubblico Ministero aveva richiesto l’archiviazione e la persona offesa si era opposta. Il Giudice per le indagini preliminari (GIP), tuttavia, aveva dichiarato inammissibile l’opposizione e disposto l’archiviazione.

Contro questo provvedimento, la persona offesa aveva presentato un reclamo 410-bis al Tribunale competente. Quest’ultimo, in composizione monocratica, aveva dichiarato l’inammissibilità del reclamo de plano, ovvero senza fissare un’udienza in camera di consiglio per la discussione.

La persona offesa, ritenendo tale decisione lesiva dei propri diritti, ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando l’abnormità del provvedimento per due ragioni principali: la violazione del principio del contraddittorio, dovuta alla mancata fissazione dell’udienza, e l’erronea valutazione del contenuto del suo atto di opposizione.

La Decisione della Cassazione sul reclamo 410-bis

La Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La Corte ha sottolineato un principio consolidato: la decisione emessa a seguito di un reclamo 410-bis non è, di norma, ricorribile per Cassazione. L’unica eccezione è rappresentata dal caso in cui il provvedimento impugnato sia affetto da ‘abnormità’.

Il Concetto di “Abnormità” del Provvedimento

La Corte ha ribadito la definizione di abnormità, distinguendo tra due profili:

1. Abnormità Strutturale: Si verifica quando un atto, per la sua singolarità, si pone completamente al di fuori del sistema processuale.
2. Abnormità Funzionale: Riguarda un atto che, pur essendo formalmente previsto dalla legge, determina una stasi del processo e l’impossibilità di proseguirlo.

Il ricorso della parte offesa, secondo la Corte, non denunciava una vera abnormità, ma sollevava questioni relative a presunte violazioni di legge (violazione del contraddittorio) e vizi di motivazione, che non rientrano nell’ambito del sindacato di legittimità in questa specifica fase.

L’assenza di abnormità strutturale e funzionale

La Cassazione ha escluso che l’ordinanza del Tribunale potesse considerarsi abnorme sotto entrambi i profili.

Dal punto di vista strutturale, i giudici hanno spiegato che la previsione di una camera di consiglio non partecipata (art. 410-bis) non impedisce al giudice di adottare una decisione de plano di inammissibilità. Se emerge con chiarezza una causa di inammissibilità del reclamo, il giudice può deciderla preliminarmente, senza che ciò costituisca un’anomalia procedurale.

Dal punto di vista funzionale, l’ordinanza non ha causato alcuna paralisi del procedimento. Al contrario, ha portato a una sua fisiologica conclusione, confermando l’archiviazione.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Suprema Corte si fonda sulla necessità di circoscrivere l’accesso alla Cassazione solo ai casi di palese anomalia procedurale. Consentire un ricorso per vizi di motivazione o presunte violazioni procedurali, in un contesto in cui il legislatore ha escluso un’impugnazione ordinaria, significherebbe snaturare la funzione del reclamo 410-bis e del successivo controllo di legittimità. La decisione del Tribunale di procedere de plano è stata considerata un’espressione del potere del giudice di valutare preliminarmente l’ammissibilità di un’impugnazione, potere implicitamente consentito dalla norma. Poiché l’atto non era né estraneo al sistema né causa di stasi processuale, non poteva essere qualificato come abnorme, rendendo così l’impugnazione inammissibile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale restrittivo, chiarendo che le doglianze contro una decisione su un reclamo 410-bis non possono vertere sul merito della valutazione del giudice o su presunti errori in procedendo, a meno che questi non sfocino in una vera e propria abnormità. Per la persona offesa, ciò significa che la strategia difensiva deve concentrarsi, fin dalla redazione dell’opposizione all’archiviazione e del successivo reclamo, sulla puntuale indicazione di elementi concreti e investigazioni suppletive necessarie, poiché gli spazi per contestare una decisione negativa in sede di legittimità sono estremamente limitati.

È sempre possibile ricorrere in Cassazione contro la decisione su un reclamo 410-bis c.p.p.?
No, il ricorso in Cassazione è ammesso solo per contestare la cosiddetta ‘abnormità’ del provvedimento. Non è possibile presentare ricorso per vizi di motivazione o per una presunta violazione del principio del contraddittorio che non integri un’anomalia strutturale o funzionale del procedimento.

Un giudice può dichiarare inammissibile un reclamo 410-bis senza fissare un’udienza?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la legge, pur prevedendo una camera di consiglio, non esclude che il giudice possa decidere de plano (cioè sulla base degli atti e senza udienza) qualora ravvisi una manifesta causa di inammissibilità del reclamo. Tale modalità decisionale non costituisce un atto abnorme.

Cos’è un atto ‘abnorme’ secondo la giurisprudenza?
Un atto processuale è considerato ‘abnorme’ quando si verifica una di queste due condizioni: 1) è talmente strano e singolare da porsi completamente al di fuori del sistema processuale (abnormità strutturale); 2) pur essendo previsto dalla legge, provoca una paralisi del processo, rendendone impossibile la prosecuzione (abnormità funzionale).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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