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Recidiva reiterata: la Cassazione chiarisce i presupposti

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per spendita di banconote false e false dichiarazioni. Il punto centrale è la recidiva reiterata: la Corte conferma che per la sua applicazione non è necessaria una precedente dichiarazione di recidiva semplice, ma è sufficiente che l’imputato, al momento del nuovo reato, sia già stato condannato con più sentenze definitive per reati precedenti, a dimostrazione di una maggiore pericolosità sociale.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Recidiva Reiterata: Quando i Precedenti Contano Davvero

L’istituto della recidiva nel diritto penale rappresenta un tema di costante dibattito e di fondamentale importanza pratica. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi sui presupposti per l’applicazione della recidiva reiterata, offrendo chiarimenti cruciali. La decisione in esame consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso, sottolineando come la storia criminale di un individuo possa incidere pesantemente sulla valutazione della sua condotta attuale, senza la necessità di passaggi formali intermedi.

Il Caso in Esame: Dalle Banconote False al Ricorso in Cassazione

Il caso trae origine dalla condanna di un soggetto per i reati di spendita di banconote contraffatte e false dichiarazioni sulla propria identità. A pesare sulla determinazione della pena, oltre alla gravità dei fatti, era stata l’aggravante della recidiva reiterata e specifica. L’imputato, non accettando tale qualificazione, ha proposto ricorso per cassazione, lamentando una violazione di legge proprio in merito alla sussistenza e alla qualificazione della recidiva contestatagli.

La questione giuridica sulla recidiva reiterata

Il nucleo del ricorso si concentrava su un punto tecnico ma fondamentale: per poter contestare la recidiva reiterata, è necessario che l’imputato sia stato precedentemente dichiarato recidivo ‘semplice’ in una precedente sentenza? Secondo la difesa, la mancanza di questo passaggio formale avrebbe reso illegittima l’applicazione dell’aggravante. La Corte di Cassazione, tuttavia, ha rigettato completamente questa tesi, dichiarando il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile.

Le Motivazioni: L’Applicazione dei Principi delle Sezioni Unite

La Suprema Corte ha basato la propria decisione sui principi sanciti da una fondamentale sentenza delle Sezioni Unite (n. 32318 del 2023). La motivazione è chiara e lineare: ai fini dell’applicazione della recidiva reiterata nel giudizio di cognizione, non è richiesta alcuna previa dichiarazione formale di recidiva semplice.

Ciò che conta è la situazione sostanziale dell’imputato al momento della commissione del nuovo reato. È sufficiente che, a quella data, egli risulti già gravato da più sentenze definitive per delitti commessi in precedenza. Questa pluralità di condanne passate in giudicato è di per sé espressiva di una maggiore pericolosità sociale e di una perdurante inclinazione a delinquere.

Il giudice di merito, nel caso specifico, aveva correttamente argomentato la natura qualificata della recidiva, esaminando, sulla base dei criteri dell’art. 133 del codice penale, il rapporto tra il nuovo reato e le condanne precedenti. Questa analisi ha permesso di verificare come la pregressa condotta criminosa avesse agito quale ‘fattore criminogeno’, influenzando la commissione dei nuovi delitti.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

L’ordinanza in commento ribadisce un principio di diritto di notevole impatto pratico. Viene confermato che la valutazione della recidiva deve essere ancorata alla sostanza della storia criminale del reo, piuttosto che a formalismi procedurali. Per i tribunali, ciò significa che la presenza di multiple condanne definitive è un presupposto sufficiente per contestare la recidiva reiterata, a patto che il giudice motivi adeguatamente la maggiore pericolosità sociale del soggetto e il legame tra i vecchi e i nuovi reati. Per gli imputati, la decisione serve da monito: una carriera criminale consolidata ha un peso specifico e diretto nel processo, senza che siano necessarie ‘tappe’ intermedie per il riconoscimento della sua gravità.

Per applicare la recidiva reiterata è necessaria una precedente dichiarazione di recidiva semplice?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che non è necessaria una previa dichiarazione di recidiva semplice. È sufficiente che l’imputato abbia già riportato più condanne definitive per reati precedenti al momento della commissione del nuovo fatto.

Cosa è sufficiente per contestare la recidiva reiterata in un processo?
È sufficiente che, al momento della consumazione del reato, l’imputato risulti gravato da più sentenze definitive per reati precedentemente commessi che siano espressivi di una maggiore pericolosità sociale.

Quale valutazione deve fare il giudice per applicare la recidiva qualificata?
Il giudice deve fornire una motivazione specifica e adeguata, esaminando il rapporto tra il fatto per cui si procede e le condanne precedenti. Deve verificare se la pregressa condotta criminosa indica una perdurante inclinazione al delitto che ha agito come fattore criminogeno per la commissione del nuovo reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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