LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Rateizzazione decreto penale: quando è inammissibile?

Un imputato si è opposto a un decreto penale di condanna, chiedendo contestualmente la rateizzazione della pena pecuniaria. Il Giudice ha respinto la richiesta e l’imputato ha presentato ricorso. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che il provvedimento di rigetto in questa fase non è impugnabile. La sentenza sottolinea che la richiesta di rateizzazione del decreto penale può essere avanzata nel giudizio successivo all’opposizione o, dopo che il decreto è divenuto definitivo, al Magistrato di Sorveglianza.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rateizzazione Decreto Penale: Quando il Ricorso è Inammissibile

La richiesta di rateizzazione del decreto penale di condanna è una questione delicata che interseca esigenze di giustizia e condizioni economiche dell’imputato. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 45816/2024) ha fornito chiarimenti cruciali sulla corretta procedura da seguire, dichiarando inammissibile un ricorso presentato contro il diniego del Giudice in fase di opposizione. Questa decisione evidenzia l’importanza di conoscere i tempi e le sedi corrette per avanzare tale richiesta, al fine di non vederla respinta per ragioni puramente procedurali.

I Fatti del Caso

Un imputato, destinatario di un decreto penale di condanna per violazioni della legge sulle manifestazioni sportive, proponeva opposizione. Contestualmente, chiedeva di poter pagare la pena pecuniaria in rate, adducendo difficoltà economiche. Il Giudice per le indagini preliminari, basandosi su un’informativa della Guardia di Finanza che attestava “elevati redditi” e la titolarità di beni immobili e mobili registrati da parte del nucleo familiare, rigettava la richiesta di rateizzazione e, di conseguenza, dichiarava inammissibile l’opposizione.

L’imputato presentava quindi ricorso per cassazione, sostenendo un travisamento della prova. A suo dire, il Giudice non aveva correttamente valutato la situazione economica, considerando redditi lordi come netti e non tenendo conto della minima quota di proprietà di alcuni immobili e dell’inattività delle società familiari.

I Principi sulla Rateizzazione del Decreto Penale e l’Inoppugnabilità

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, non entrando nel merito della valutazione economica, ma concentrandosi su un aspetto squisitamente procedurale. Il punto centrale della decisione è che il provvedimento con cui il giudice, a seguito di opposizione a decreto penale, rigetta l’istanza di rateizzazione e dispone di procedere con il giudizio immediato non è un atto impugnabile.

La Suprema Corte ha ribadito il principio di tipicità dei mezzi di impugnazione (art. 568 cod. proc. pen.), secondo cui un provvedimento può essere contestato solo con i rimedi espressamente previsti dalla legge. In questo caso, nessuna norma consente di impugnare autonomamente il diniego della rateizzazione richiesto in sede di opposizione.

Le Tutele Alternative per l’Imputato

La decisione, pur dichiarando l’inammissibilità del ricorso, non lascia l’imputato privo di tutele. Al contrario, chiarisce quali sono le strade corrette da percorrere. La Corte ha infatti evidenziato due percorsi alternativi e validi per ottenere la rateizzazione:

1. Riproposizione dell’istanza nel giudizio successivo: L’opposizione al decreto penale apre la strada a un giudizio (immediato, abbreviato o dibattimentale). In quella sede, l’imputato può legittimamente ripresentare la richiesta di rateizzazione al giudice competente per quel procedimento.
2. Istanza al Magistrato di Sorveglianza: L’imputato può scegliere di non opporsi al decreto penale, lasciando che diventi definitivo. Una volta che la condanna è irrevocabile, può presentare l’istanza di rateizzazione direttamente al Magistrato di Sorveglianza, che è l’organo istituzionalmente competente a decidere in materia di esecuzione della pena.

Il Ruolo del Magistrato di Sorveglianza

La sentenza rafforza il ruolo centrale del Magistrato di Sorveglianza nella fase esecutiva. L’articolo 660, comma 3, del codice di procedura penale, come modificato dalla Riforma Cartabia, stabilisce chiaramente che, una volta che la condanna è definitiva, l’interessato può depositare istanza di pagamento rateale. Questo organo è il più adatto a valutare le condizioni economiche del condannato e a decidere sulla concessione del beneficio, garantendo un equilibrio tra l’esigenza di effettività della pena e la situazione personale del condannato.

le motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione di inammissibilità sulla base di principi procedurali consolidati. In primo luogo, ha rilevato l’assenza di una norma di legge che preveda l’impugnabilità del provvedimento di rigetto dell’istanza di rateizzazione emesso in sede di opposizione a decreto penale. Agire al di fuori dei casi previsti viola il principio di tassatività dei mezzi di impugnazione. In secondo luogo, la giurisprudenza è costante nel ritenere inoppugnabile il provvedimento di revoca del decreto penale. Di conseguenza, non è impugnabile nemmeno un provvedimento che, pur partendo da presupposti diversi, produce un effetto analogo, ovvero l’instaurazione di un giudizio. Infine, la Corte ha sottolineato che l’ordinamento offre all’imputato altre e più appropriate sedi per far valere il suo diritto, ovvero il giudizio che scaturisce dall’opposizione o la fase esecutiva davanti al Magistrato di Sorveglianza. L’esistenza di queste tutele alternative rende superfluo e non previsto un rimedio impugnatorio immediato.

le conclusioni

La sentenza analizzata è un importante monito sull’importanza del rispetto delle regole procedurali. Chi intende chiedere la rateizzazione del decreto penale deve essere consapevole che la fase di opposizione non è la sede per ottenere una decisione definitiva e impugnabile su tale richiesta. La scelta corretta è quella di attendere il giudizio successivo all’opposizione per riproporre l’istanza, oppure, se si accetta la condanna, di rivolgersi al Magistrato di Sorveglianza una volta che il decreto è diventato irrevocabile. Agire diversamente, come dimostra il caso in esame, conduce a una declaratoria di inammissibilità, con conseguente dispendio di tempo e risorse, oltre alla condanna al pagamento delle spese processuali.

È possibile chiedere la rateizzazione della pena pecuniaria contestualmente all’opposizione a un decreto penale di condanna?
Sebbene sia possibile presentarla, la decisione del giudice che rigetta tale richiesta in questa fase non è impugnabile. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’opposizione avvia un giudizio nel quale la richiesta potrà essere legittimamente riproposta.

Quali sono le alternative per l’imputato se il giudice nega la rateizzazione in sede di opposizione?
L’imputato ha due strade principali: 1) ripresentare la richiesta di rateizzazione durante il giudizio che segue l’opposizione (es. giudizio immediato); 2) non opporsi al decreto, lasciarlo diventare definitivo e poi presentare l’istanza di rateizzazione al Magistrato di Sorveglianza.

Chi è l’organo competente a decidere sulla rateizzazione di una pena pecuniaria dopo che la condanna è diventata definitiva?
Una volta che il decreto penale di condanna è diventato irrevocabile, la competenza esclusiva a concedere la rateizzazione della pena pecuniaria spetta al Magistrato di Sorveglianza, come previsto dall’art. 660 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati