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Provvedimento abnorme: stop del GIP è illegittimo

Un Giudice per le Indagini Preliminari ha dichiarato inammissibile la richiesta di archiviazione di un Pubblico Ministero perché depositata in formato cartaceo. Il PM aveva giustificato tale modalità con un malfunzionamento certificato del sistema telematico. La Procura ha impugnato la decisione, definendola un ‘provvedimento abnorme’ che creava una paralisi processuale. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che la decisione del Giudice era effettivamente abnorme, sia strutturalmente che funzionalmente, e l’ha annullata, consentendo al procedimento di proseguire.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Provvedimento Abnorme: la Cassazione Annulla il Decreto del GIP che Blocca la Giustizia

La digitalizzazione del processo penale è una realtà, ma cosa succede quando la tecnologia fallisce? Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 44827/2024) affronta un caso emblematico, definendo i contorni del provvedimento abnorme emesso da un Giudice che, di fronte a un malfunzionamento informatico certificato, ha dichiarato inammissibile un atto depositato in forma cartacea, creando una paralisi del procedimento. Questa decisione riafferma un principio fondamentale: le procedure, anche quelle telematiche, devono essere al servizio della giustizia e non trasformarsi in un ostacolo insormontabile.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da una richiesta di archiviazione per una serie di procedimenti a carico di ignoti (i cosiddetti ‘ignoti seriali’), avanzata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di L’Aquila. A causa di un accertato malfunzionamento dell’applicativo telematico, che impediva la gestione cumulativa di tali richieste, il Procuratore della Repubblica aveva disposto il deposito degli atti in formato cartaceo, come previsto dalla normativa in caso di disservizi.

Contrariamente alle aspettative, il Giudice per le indagini preliminari (GIP) dichiarava la richiesta inammissibile. La sua motivazione? Il problema tecnico descritto non costituiva, a suo avviso, un ‘malfunzionamento del sistema’ tale da giustificare il ritorno al deposito analogico. Di fronte a questa decisione, che di fatto bloccava l’iter processuale, la Procura ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo che il decreto del GIP costituisse un provvedimento abnorme.

Il Provvedimento Abnorme secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente le ragioni del Pubblico Ministero, qualificando il decreto del GIP come abnorme sotto un duplice profilo: strutturale e funzionale.

Il concetto di provvedimento abnorme è una creazione giurisprudenziale che serve a rimediare a decisioni giudiziarie talmente anomale da non poter essere inquadrate in nessuno schema legale e che, spesso, generano una situazione di stallo insuperabile. La Corte ha ribadito che un atto è abnorme quando si pone al di fuori del sistema processuale (abnormità strutturale) o quando, pur essendo previsto dalla legge, provoca la paralisi del processo (abnormità funzionale).

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha smontato punto per punto la decisione del GIP, evidenziandone le profonde criticità.

L’abnormità strutturale: un potere non previsto dalla legge

In primo luogo, la Cassazione ha chiarito che il decreto di inammissibilità adottato dal GIP non rientra tra gli atti tipici previsti dal codice di procedura penale in materia di archiviazione (artt. 408-415 c.p.p.). Non esiste, infatti, una norma che sanzioni con l’inammissibilità il deposito di una richiesta in formato analogico a seguito di un malfunzionamento telematico.

Inoltre, il GIP ha esercitato un potere che non gli compete. Ha sindacato la legittimità di un atto di natura amministrativa-organizzativa del Procuratore della Repubblica, il quale, in qualità di capo dell’ufficio, aveva certificato il malfunzionamento del sistema informatico, come espressamente previsto dall’art. 175-bis c.p.p. Tale valutazione è riservata al dirigente dell’ufficio giudiziario e non può essere messa in discussione dal giudice del procedimento.

L’abnormità funzionale: la paralisi del procedimento

In secondo luogo, la decisione del GIP ha causato una vera e propria stasi del procedimento. A seguito della declaratoria di inammissibilità, il Pubblico Ministero si è trovato in un vicolo cieco:
1. Non poteva procedere con il deposito telematico, poiché il malfunzionamento dell’applicativo, certificato dal suo stesso capo, glielo impediva.
2. Non poteva reiterare il deposito cartaceo, poiché il GIP lo aveva già dichiarato inammissibile.

Questa situazione ha determinato un’indebita regressione del procedimento e l’impossibilità di compiere qualsiasi ulteriore azione processuale, realizzando pienamente l’ipotesi di abnormità funzionale.

Le Conclusioni

Con la sentenza in esame, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio il decreto impugnato, ripristinando la corretta dinamica processuale. La decisione veicola un messaggio chiaro: le regole procedurali, incluse quelle sul processo telematico, sono uno strumento per raggiungere un fine, che è quello della giustizia. Quando un problema tecnico impedisce il normale funzionamento del sistema, e tale problema è formalmente attestato, il ritorno a modalità tradizionali non solo è legittimo, ma doveroso. Un giudice non può erigere barriere formalistiche che impediscono al processo di proseguire, soprattutto quando la sua decisione si traduce in un’invasione di campo nelle prerogative organizzative di un altro ufficio giudiziario e genera una paralisi procedurale. Il sistema deve essere al servizio della giurisdizione, e non viceversa.

Un Giudice può dichiarare inammissibile un atto depositato su carta se il sistema telematico non funziona?
No. Secondo la Corte di Cassazione, se il malfunzionamento del sistema telematico è stato formalmente accertato e attestato dal dirigente dell’ufficio giudiziario, il deposito in formato cartaceo è legittimo. Una decisione contraria che dichiari l’atto inammissibile è un provvedimento abnorme.

Cos’è un ‘provvedimento abnorme’ in procedura penale?
È un atto del giudice che si pone al di fuori del sistema normativo (abnormità strutturale) oppure, pur essendo previsto, determina una stasi insuperabile del procedimento (abnormità funzionale). È un’anomalia così grave da poter essere impugnata direttamente in Cassazione, anche quando non sarebbero previsti altri mezzi di impugnazione.

Il Giudice può contestare la certificazione di malfunzionamento informatico fatta dal capo di un ufficio giudiziario?
No. La sentenza chiarisce che il Giudice non ha il potere di sindacare la legittimità dell’atto con cui il capo dell’ufficio (in questo caso, il Procuratore della Repubblica) certifica un malfunzionamento del sistema informatico. Si tratta di una prerogativa organizzativa che non spetta al giudice del procedimento valutare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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