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Provvedimento abnorme: quando l’atto del giudice lo è?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un Procuratore contro la decisione di un GIP che aveva rigettato una richiesta di archiviazione perché depositata in formato cartaceo anziché telematico. La Corte ha stabilito che tale decisione non costituisce un provvedimento abnorme, in quanto non crea una stasi processuale insuperabile, potendo il PM ripresentare l’istanza nel formato corretto senza compiere un atto nullo.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Provvedimento Abnorme: la Cassazione e i Limiti del Deposito Cartaceo

La transizione verso il processo telematico introduce nuove sfide procedurali. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 3825 del 2025, affronta un tema cruciale: cosa succede quando un atto viene depositato in formato cartaceo anziché telematico? E, soprattutto, la decisione del giudice che lo dichiara inammissibile può essere considerata un provvedimento abnorme? Questo caso offre chiarimenti fondamentali sui concetti di abnormità strutturale e funzionale, delineando i confini entro cui un atto giudiziario può essere impugnato.

I Fatti del Caso: Il Deposito Cartaceo nell’Era Telematica

La vicenda ha origine da una richiesta di archiviazione cumulativa per reati a carico di ignoti, presentata dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale. A causa di un presunto malfunzionamento del sistema telematico, il Procuratore aveva optato per il deposito cartaceo tradizionale in cancelleria.
Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), tuttavia, ha dichiarato tale richiesta inammissibile, ritenendo violato l’obbligo del deposito telematico imposto da un recente decreto ministeriale (D.M. n. 217/2023).

La Decisione del Giudice e il Ricorso del Pubblico Ministero

Contro questa decisione, il Procuratore ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo che il provvedimento del GIP fosse affetto da abnormità. Secondo il ricorrente, la declaratoria di inammissibilità aveva generato una stasi processuale: non potendo depositare telematicamente (per via del malfunzionamento) né cartaceamente (a seguito del rigetto), il procedimento si trovava in un vicolo cieco.

L’Abnormità Funzionale e la Stasi Processuale

Il cuore dell’argomentazione del PM si basava sull’idea che il provvedimento del GIP, pur apparendo formalmente legittimo, avesse di fatto impedito la prosecuzione del procedimento, configurando così un’ipotesi di abnormità funzionale. Inoltre, si contestava al GIP di aver sindacato un atto amministrativo (la certificazione del malfunzionamento da parte della Procura), esercitando un potere non conferitogli dalla legge.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione sul Provvedimento Abnorme

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile. I giudici supremi hanno chiarito che, per essere definito provvedimento abnorme, un atto deve soddisfare criteri molto stringenti, che nel caso di specie non erano presenti.
L’abnormità, secondo la consolidata giurisprudenza, può essere:
1. Strutturale: quando l’atto è talmente anomalo da non essere inquadrabile in alcuno schema legale (carenza di potere in astratto).
2. Funzionale: quando l’atto, pur rientrando in uno schema legale, determina una stasi insuperabile e definitiva del processo.

L’Insussistenza dell’Abnormità Strutturale e Funzionale

La Corte ha spiegato che il provvedimento del GIP non era strutturalmente abnorme. L’atto di restituire gli atti al pubblico ministero affinché corregga una formalità (in questo caso, la modalità di deposito) è previsto dal sistema processuale e non rappresenta un’anomalia. Sebbene l’uso del termine “inammissibilità” possa essere stato improprio, la sostanza dell’atto era una semplice restituzione.
Ancora più importante, non si è verificata alcuna stasi processuale insuperabile. Il Procuratore, infatti, non era definitivamente bloccato. Avrebbe potuto semplicemente attendere la risoluzione del problema tecnico e depositare nuovamente la richiesta in formato telematico. La restituzione degli atti non preclude la riproposizione della richiesta, ma anzi, la sollecita nel rispetto delle forme corrette. Non si obbliga il PM a compiere un atto nullo, ma solo a reiterare l’atto in modo rituale.

Le Conclusioni: Quando un Provvedimento NON è Abnorme?

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: il ricorso per cassazione per abnormità è un rimedio eccezionale, da utilizzare solo in casi di palese sviamento della funzione giurisdizionale. Non può essere invocato per contestare decisioni sgradite o formalmente imperfette che, tuttavia, non compromettono irrimediabilmente l’andamento del processo. La decisione del GIP, pur creando un momentaneo intoppo, non ha generato una paralisi definitiva. Il pubblico ministero aveva ancora la possibilità di proseguire l’azione penale, ripresentando la richiesta di archiviazione secondo le modalità previste dalla legge. Di conseguenza, mancando i presupposti dell’abnormità, il ricorso è stato correttamente dichiarato inammissibile in virtù del principio di tassatività dei mezzi di impugnazione.

Quando un provvedimento del giudice è considerato “abnorme”?
Secondo la Corte, un provvedimento è abnorme quando si pone completamente al di fuori del sistema processuale (abnormità strutturale) o quando, pur essendo previsto dalla legge, causa una paralisi insuperabile e definitiva del procedimento (abnormità funzionale).

La decisione di un GIP che dichiara inammissibile un atto perché depositato in formato cartaceo invece che telematico è un provvedimento abnorme?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che non si tratta di un provvedimento abnorme perché non crea una stasi processuale insuperabile. Il Pubblico Ministero può semplicemente ripresentare l’atto nella modalità telematica corretta una volta superato l’eventuale malfunzionamento tecnico.

È possibile ricorrere in Cassazione contro un atto del giudice che restituisce i documenti al PM per un vizio di forma?
No, a meno che tale atto non rientri nella categoria del provvedimento abnorme. Se l’atto, come in questo caso, si limita a richiedere la correzione di una formalità senza bloccare definitivamente il processo, non è impugnabile per cassazione, in base al principio di tassatività dei mezzi di impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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