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Provvedimento abnorme: quando la nullità non lo è

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un Pubblico Ministero contro un’ordinanza di nullità di un decreto di citazione a giudizio. La Corte chiarisce che un provvedimento del giudice, anche se basato su un presupposto erroneo come la mancata traduzione di un atto, non costituisce un provvedimento abnorme se non crea una stasi processuale insuperabile, potendo il PM semplicemente rinnovare l’atto.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Provvedimento Abnorme: l’Errore del Giudice Non Sempre Blocca il Processo

Nel complesso mondo della procedura penale, esistono concetti cruciali per garantire il corretto svolgimento del processo. Uno di questi è il provvedimento abnorme, un atto del giudice talmente anomalo da uscire dagli schemi del sistema. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7997 del 2024, ci offre un’importante lezione su quando un’ordinanza, pur se potenzialmente errata, non rientri in questa categoria, evitando così inutili blocchi procedurali.

I Fatti del Caso: La Traduzione Contesa

Il caso ha origine da un’ordinanza del Tribunale di Pisa, che dichiarava la nullità di un decreto di citazione a giudizio nei confronti di un cittadino straniero. Il motivo? La presunta mancata traduzione dell’atto in una lingua a lui comprensibile. Il Pubblico Ministero, ritenendo tale decisione ingiustificata e priva di motivazione, ha impugnato l’ordinanza davanti alla Corte di Cassazione, sostenendone l’abnormità.

Secondo il PM, il giudice non aveva spiegato perché l’imputato non comprendesse né l’italiano né il francese. Anzi, il decreto era stato tradotto proprio in francese su richiesta dello stesso imputato, cittadino del Senegal. L’azione del giudice, secondo l’accusa, era un atto arbitrario che bloccava il corso della giustizia.

La Decisione della Cassazione e il concetto di provvedimento abnorme

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso del Pubblico Ministero inammissibile. La questione centrale non era se il giudice di Pisa avesse ragione o torto nel merito della comprensione linguistica, ma se la sua decisione costituisse un provvedimento abnorme.

La Cassazione ha chiarito che un provvedimento è considerato abnorme solo quando si pone completamente al di fuori del sistema processuale, creando una stasi insuperabile. Non è questo il caso. L’ordinanza che dichiara la nullità di un atto e dispone la restituzione degli atti al Pubblico Ministero è espressione di un potere riconosciuto al giudice dall’ordinamento.

Le Motivazioni della Corte

Il cuore della motivazione risiede nel principio di funzionalità del processo. La Corte ha spiegato che, anche se l’ordinanza del Tribunale si fosse basata su un presupposto errato (cioè la mancata conoscenza della lingua francese da parte dell’imputato), essa non ha generato una stasi processuale. Il Pubblico Ministero, infatti, non si trova di fronte a un vicolo cieco. Al contrario, ha la piena possibilità di ‘rinnovare’ l’atto, ovvero di emettere un nuovo decreto di citazione, magari con una traduzione più accurata o con ulteriori verifiche, e far ripartire il procedimento.

La decisione del giudice, quindi, non ha interrotto definitivamente il processo, ma lo ha semplicemente fatto regredire a una fase precedente, permettendo alla pubblica accusa di correggere il presunto vizio. Richiamando precedenti sentenze conformi, la Corte ha ribadito che un atto del genere, che non produce alcuna paralisi processuale, non può essere qualificato come abnorme e, di conseguenza, non è impugnabile per questo motivo.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La sentenza n. 7997/2024 rafforza un principio fondamentale per l’efficienza della giustizia: il rimedio al provvedimento abnorme è una misura eccezionale, da riservare solo ai casi in cui l’atto del giudice crea una paralisi procedurale irrisolvibile. Un’ordinanza che dichiara una nullità, anche se discutibile, ma che consente al PM di rimediare e proseguire l’azione penale, non rientra in questa categoria. Questo orientamento evita che le aule della Cassazione siano gravate da ricorsi su questioni che possono essere risolte con la semplice rinnovazione dell’atto nella fase processuale competente, favorendo così la celerità e la continuità del procedimento penale.

Cos’è un provvedimento abnorme secondo la Cassazione?
È un atto del giudice che, per la sua anomalia, si colloca al di fuori del sistema processuale e crea una situazione di stallo insuperabile (stasi processuale), impedendo la prosecuzione del procedimento.

La dichiarazione di nullità di un atto per un errore di valutazione del giudice è un provvedimento abnorme?
No. Secondo questa sentenza, anche se l’ordinanza del giudice si basa su un presupposto errato, non è abnorme se non causa un blocco definitivo del processo. Se il Pubblico Ministero può rimediare all’errore e rinnovare l’atto, il provvedimento non è considerato abnorme.

Cosa può fare il Pubblico Ministero se il giudice annulla un atto e restituisce il fascicolo?
Il Pubblico Ministero può semplicemente rinnovare l’atto, correggendo il vizio riscontrato dal giudice, e proseguire con l’azione penale. Il processo non si blocca, ma regredisce a una fase precedente per essere sanato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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