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Provvedimento abnorme: quando il GUP non può agire

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di un Giudice dell’Udienza Preliminare (GUP) che, dopo aver riqualificato un reato da rapina a tentato furto con strappo, aveva restituito gli atti al Pubblico Ministero per l’emissione di una citazione diretta. La Suprema Corte ha qualificato tale decisione come un provvedimento abnorme, in quanto determina un’indebita regressione del procedimento e una stasi processuale. Secondo la normativa vigente, il GUP, una volta ottenuta la modifica dell’imputazione da parte del PM, avrebbe dovuto proseguire con la celebrazione dell’udienza preliminare e non regredire a una fase anteriore.

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Pubblicato il 4 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Provvedimento abnorme: la Cassazione fissa i paletti per il GUP

L’ordinanza della Corte di Cassazione, Sezione V Penale, n. 27725 del 2024, offre un importante chiarimento sui poteri del Giudice dell’Udienza Preliminare (GUP) in caso di errata qualificazione giuridica del fatto, definendo quando una sua decisione si trasforma in un provvedimento abnorme. Questo concetto è cruciale perché un atto abnorme può essere impugnato immediatamente, in quanto crea una paralisi ingiustificata del processo. La sentenza in esame analizza un caso in cui un GUP ha causato un’indebita regressione del procedimento, violando le nuove norme procedurali.

I fatti: la riqualificazione del reato e la decisione del GUP

Il caso nasce dal ricorso del Procuratore della Repubblica di Brescia contro un’ordinanza del GUP locale. Durante l’udienza preliminare per un’ipotesi di tentata rapina aggravata, il GUP ha ritenuto che i fatti costituissero, invece, un reato meno grave: il tentato furto con strappo.

Dopo aver riqualificato il reato, anziché proseguire con l’udienza preliminare come previsto, il GUP ha restituito gli atti al Pubblico Ministero. L’obiettivo era far emettere un decreto di citazione diretta a giudizio, la procedura prevista per il reato di furto con strappo, che non richiede l’udienza preliminare. Questa decisione ha, di fatto, bloccato e fatto regredire il processo a una fase precedente.

L’errore procedurale e il ricorso: il concetto di provvedimento abnorme

Il Pubblico Ministero ha impugnato l’ordinanza, sostenendo che si trattasse di un provvedimento abnorme. Con questo termine si intende un atto del giudice che, per la sua singolarità e deviazione dalle norme, si colloca al di fuori del sistema processuale. L’abnormità può essere:

* Strutturale: quando l’atto è completamente estraneo al modello previsto dalla legge.
* Funzionale: quando, pur essendo un atto previsto dalla legge, viene utilizzato in un contesto e per finalità diverse da quelle sue proprie, causando una stasi irrisolvibile del procedimento o una sua indebita regressione.

In questo caso, il GUP ha determinato una regressione del procedimento, costringendo il Pubblico Ministero a compiere un atto (la citazione diretta) in un contesto ormai superato, vanificando l’attività processuale già svolta.

Le motivazioni della Cassazione: la corretta procedura da seguire

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, dichiarando fondata la tesi del provvedimento abnorme. I giudici hanno chiarito quale sia il corretto iter procedurale alla luce delle recenti riforme (D.Lgs. 150/2022, c.d. Riforma Cartabia), in particolare dell’art. 423, comma 1-bis, del codice di procedura penale.

Secondo la Suprema Corte, quando il GUP ritiene che la qualificazione giuridica del fatto sia errata, deve seguire questi passaggi:

1. Invito al Pubblico Ministero: Il GUP invita il PM a modificare l’imputazione.
2. Azione del PM: Se il PM accoglie l’invito e riformula l’imputazione, come avvenuto nel caso di specie, il processo deve proseguire.
3. Prosieguo dell’udienza: Il GUP deve inserire la nuova imputazione nel verbale d’udienza e contestarla all’imputato, procedendo poi con la celebrazione dell’udienza preliminare per decidere se rinviare a giudizio o emettere una sentenza di non luogo a procedere.

Il GUP non ha il potere di restituire gli atti per avviare una procedura diversa. La restituzione è prevista solo come sanzione nel caso in cui il PM, nonostante la sollecitazione, non modifichi un’imputazione palesemente errata. L’azione del GUP ha quindi aggirato le sue funzioni, imponendo una diversa qualificazione giuridica e, contemporaneamente, sottraendosi al suo dovere di celebrare l’udienza.

Le conclusioni: l’importanza del corretto iter processuale

La decisione della Cassazione ribadisce un principio fondamentale: l’ordinato svolgimento del processo (l’ordo processus) non può essere alterato da decisioni che creano una stasi o una regressione non prevista dalla legge. Annullando l’ordinanza senza rinvio, la Corte ha ristabilito la corretta sequenza procedurale, ordinando la trasmissione degli atti al Tribunale di Brescia per la prosecuzione dell’udienza preliminare.

Questa sentenza è un monito sull’importanza del rispetto delle forme procedurali, introdotte dal legislatore per garantire efficienza, ragionevole durata del processo e corretto esercizio dell’azione penale. Un provvedimento abnorme, anche se adottato in buona fede, rappresenta una patologia grave che va rimossa per assicurare il regolare corso della giustizia.

Cosa deve fare il GUP se ritiene errata la qualificazione giuridica di un reato?
Secondo l’art. 423 comma 1-bis c.p.p., il GUP deve invitare il Pubblico Ministero a modificare l’imputazione. Se il PM accoglie l’invito, l’udienza preliminare prosegue sulla base della nuova imputazione; non può restituire gli atti per cambiare tipo di procedimento.

Perché la restituzione degli atti al PM è stata considerata un provvedimento abnorme?
Perché ha causato un’indebita regressione del procedimento a una fase precedente e una conseguente stasi processuale. Il GUP, dopo aver ottenuto la modifica dell’imputazione, si è sottratto al suo dovere di concludere l’udienza preliminare, compiendo un atto non previsto dalla legge in quella specifica situazione.

Qual è la conseguenza dell’annullamento dell’ordinanza da parte della Cassazione?
La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata. Ciò significa che il provvedimento del GUP è stato eliminato e gli atti sono stati trasmessi nuovamente al Tribunale di Brescia affinché l’udienza preliminare prosegua correttamente secondo le norme di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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