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Provvedimento abnorme: no al ricorso se l’errore sana

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un Pubblico Ministero contro l’ordinanza di un GUP che aveva annullato una richiesta di rinvio a giudizio. Sebbene l’ordinanza fosse errata e resa ‘de plano’ (senza udienza), la Corte ha stabilito che non si trattava di un provvedimento abnorme, in quanto non creava una stasi processuale irrimediabile. Il PM, infatti, non era vincolato dalle indicazioni errate del giudice e poteva procedere a sanare il vizio secondo le corrette modalità procedurali.

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Pubblicato il 7 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Provvedimento Abnorme: Non Basta l’Errore del Giudice per il Ricorso

Nel complesso panorama della procedura penale, il concetto di provvedimento abnorme rappresenta un’eccezione, un vizio talmente grave da scardinare le fondamenta del sistema. Tuttavia, non ogni errore del giudice integra questa fattispecie. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 29567/2025) offre un’analisi puntuale, chiarendo quando un atto, pur essendo palesemente illegittimo, non può essere qualificato come abnorme e, di conseguenza, non è impugnabile con ricorso per cassazione.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una decisione del Giudice dell’udienza preliminare (GUP) del Tribunale di Piacenza. Il GUP, con un’ordinanza emessa de plano (cioè senza fissare udienza e senza sentire le parti), aveva dichiarato la nullità della richiesta di rinvio a giudizio formulata dal Pubblico Ministero. La ragione? L’omessa notifica dell’avviso di conclusione delle indagini (ex art. 415-bis c.p.p.) a quello che il GUP riteneva essere il corretto difensore d’ufficio dell’imputato.

Il Pubblico Ministero ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo che tale ordinanza fosse un provvedimento abnorme per due motivi principali:
1. Abnormità strutturale: L’ordinanza era stata emessa in violazione del principio del contraddittorio, anticipando una decisione che avrebbe dovuto essere presa solo in sede di udienza preliminare.
2. Abnormità funzionale: L’ordine del GUP era di impossibile esecuzione, poiché imponeva al PM di notificare l’atto a un avvocato che, in realtà, era stato nominato in un altro procedimento non collegato. Seguire tale indicazione avrebbe significato compiere un atto a sua volta nullo.

L’analisi del provvedimento abnorme da parte della Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo inammissibile. Per farlo, ha ripercorso la distinzione fondamentale tra illegittimità e abnormità.

Un provvedimento abnorme è tale quando si colloca al di fuori del sistema processuale, o perché il giudice esercita un potere che non ha (carenza di potere in astratto), o perché lo esercita in un contesto completamente diverso da quello previsto dalla legge (carenza di potere in concreto). L’abnormità può essere anche funzionale, quando l’atto, pur formalmente legittimo, provoca una stasi irrimediabile del procedimento o costringe il PM a compiere un atto nullo.

Le Motivazioni

Nel caso di specie, la Corte ha concluso che l’ordinanza del GUP, sebbene errata, non fosse abnorme.

Innanzitutto, il fatto che la decisione fosse stata presa de plano e prima dell’udienza la rendeva semplicemente illegittima, ma non abnorme. Il GUP ha esercitato un potere che gli è proprio (rilevare una nullità), anche se in un modo e in un tempo non corretti. Questo errore non ha creato una paralisi del processo che non potesse essere superata.

In secondo luogo, e questo è il punto cruciale, l’ordinanza non imponeva al PM un’attività impossibile o nulla. La Corte ha chiarito che il Pubblico Ministero non è vincolato all’indicazione errata del nominativo del difensore fornita dal GUP. Il PM, ricevuti gli atti, avrebbe potuto semplicemente ignorare l’indicazione sbagliata e procedere a una nuova notifica dell’avviso ex art. 415-bis al difensore correttamente nominato nel procedimento in questione, sanando così il vizio. Questo percorso non determina alcuna stasi processuale e non costringe a compiere atti nulli. Di conseguenza, mancando i presupposti dell’abnormità funzionale, il rimedio eccezionale del ricorso per cassazione non era esperibile.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: il ricorso per cassazione contro un provvedimento abnorme è un rimedio eccezionale, da utilizzare solo quando l’errore del giudice produce una deviazione radicale dallo schema legale o una paralisi insanabile del processo. Un’ordinanza che restituisce gli atti al PM, pur basandosi su un presupposto di fatto errato, non è abnorme se non impedisce al PM stesso di correggere l’errore e far progredire correttamente il procedimento. La distinzione tra un atto meramente illegittimo e uno abnorme è sottile ma decisiva per la stabilità e l’efficienza del sistema processuale.

Un provvedimento del giudice emesso senza udienza (de plano) è sempre abnorme?
No. Secondo la sentenza, il fatto che un’ordinanza venga emessa ‘de plano’ e fuori dall’udienza la rende illegittima, ma non automaticamente abnorme, a meno che non determini una stasi processuale irrimediabile.

Cosa si intende per provvedimento abnorme funzionale?
Si ha un provvedimento abnorme funzionale quando l’atto del giudice, pur rientrando nei suoi poteri, comporta una paralisi insuperabile del procedimento o impone al Pubblico Ministero di compiere un atto nullo, rilevabile nel prosieguo del processo.

Se un giudice restituisce gli atti al PM per un errore, indicando una procedura sbagliata da seguire, il PM è obbligato a seguirla?
No. La Corte ha chiarito che il Pubblico Ministero non è vincolato dalle indicazioni errate del giudice contenute nell’ordinanza. Può e deve rinnovare l’atto (in questo caso, la notifica) secondo le modalità corrette prescritte dalla legge, evidenziando l’errore del giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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