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Provvedimento abnorme: l’errore del giudice non basta

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un Pubblico Ministero contro un’ordinanza che aveva erroneamente dichiarato la nullità di una notifica. La Suprema Corte ha chiarito che un provvedimento, seppur illegittimo, non è impugnabile se non integra i caratteri del provvedimento abnorme, ovvero non risulta totalmente avulso dal sistema processuale o non causa una stasi irrimediabile del procedimento. L’errore del giudice di merito non è quindi sufficiente a giustificare il ricorso diretto per cassazione.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Provvedimento Abnorme: Quando un Errore del Giudice Non Può Essere Impugnato in Cassazione

Nel complesso mondo della procedura penale, non tutti gli errori commessi da un giudice sono uguali né portano alle medesime conseguenze. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: un provvedimento, anche se palesemente errato, non è automaticamente ricorribile se non rientra nella ristretta categoria del provvedimento abnorme. Questa decisione offre spunti cruciali per comprendere i limiti dell’impugnazione e la differenza tra un atto illegittimo e uno che sovverte le regole del processo.

I Fatti del Caso: Una Notifica Contesa

Il caso trae origine da una decisione del Tribunale di Gela. Durante un procedimento penale, la difesa di un imputato aveva eccepito la nullità della notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari (ex art. 415-bis c.p.p.). Secondo la difesa, l’avviso era stato notificato telematicamente al difensore anziché essere consegnato personalmente all’imputato presso il domicilio eletto. Il Tribunale, accogliendo l’eccezione, dichiarava la nullità dell’avviso e degli atti successivi, disponendo la restituzione del fascicolo al Pubblico Ministero.

Contro questa decisione, il Pubblico Ministero proponeva ricorso per Cassazione, sostenendo che, alla luce della recente riforma Cartabia, la notifica telematica al difensore (anche in qualità di domiciliatario ex lege) fosse perfettamente legittima e conforme alla nuova normativa.

La Decisione della Corte: Non è un Provvedimento Abnorme

La Corte di Cassazione, pur riconoscendo la correttezza della tesi del Pubblico Ministero sulla validità della notifica, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Il fulcro della decisione non risiede nella valutazione dell’errore del Tribunale, ma nella qualificazione giuridica del suo provvedimento.

Secondo la Suprema Corte, l’ordinanza del Tribunale di Gela, per quanto illegittima, non costituisce un provvedimento abnorme. Di conseguenza, non può essere impugnata direttamente con ricorso per cassazione.

L’Importanza della distinzione nel provvedimento abnorme

La giurisprudenza ha da tempo delineato i confini del provvedimento abnorme, distinguendolo in due categorie:
1. Abnormità strutturale: si verifica quando l’atto, per la sua singolarità, si pone al di fuori dell’intero sistema processuale.
2. Abnormità funzionale: si ha quando l’atto, pur essendo previsto dalla legge, determina una stasi irrimediabile e insuperabile del procedimento.

Nel caso in esame, la Corte ha stabilito che l’ordinanza del Tribunale non rientrava in nessuna delle due categorie. Non era strutturalmente abnorme perché la dichiarazione di nullità e la restituzione degli atti al PM sono poteri riconosciuti al giudice. Non era funzionalmente abnorme perché non creava una paralisi processuale irrimediabile: il Pubblico Ministero, infatti, poteva semplicemente procedere a una nuova notifica dell’avviso e proseguire con l’azione penale.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha motivato la propria decisione richiamando consolidati principi giurisprudenziali. L’ordinanza impugnata, pur basandosi su un’errata interpretazione della legge (in particolare delle novità introdotte dalla riforma Cartabia), non è qualificabile come abnorme. Il suo contenuto non è “avulso dal sistema” e i suoi effetti non sono tali da “pregiudicare in concreto lo sviluppo successivo del processo”.

La Corte ha sottolineato che l’abnormità deve essere limitata a casi eccezionali in cui il giudice impone al Pubblico Ministero un adempimento nullo o inutile, creando un cortocircuito procedurale. In questo caso, invece, la restituzione degli atti, sebbene non dovuta, non impediva al Pubblico Ministero di superare l’ostacolo rinnovando la notifica. La parte pubblica è tenuta a osservare i provvedimenti del giudice, anche se illegittimi, quando questi non bloccano irrimediabilmente il processo. Di conseguenza, il rimedio corretto non era il ricorso per cassazione, ma l’adeguamento a quanto disposto dal giudice di merito per poi proseguire.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa sentenza ribadisce un’importante lezione per gli operatori del diritto: non ogni errore giudiziario apre la via al ricorso per cassazione. L’istituto del provvedimento abnorme è una valvola di sicurezza per situazioni estreme e non uno strumento per correggere ogni singola illegittimità procedurale. Per le parti processuali, ciò significa che di fronte a un’ordinanza errata ma non abnorme, la strategia più efficace non è l’impugnazione diretta, ma l’adeguamento alla decisione per consentire la prosecuzione del procedimento, riservandosi di far valere l’eventuale vizio in altre sedi o momenti processuali.

Quando un provvedimento del giudice è considerato “abnorme”?
Un provvedimento è considerato abnorme quando, per la sua natura, si pone completamente al di fuori del sistema processuale (abnormità strutturale) oppure quando, pur essendo previsto dalla legge, causa una paralisi del procedimento che non può essere superata (abnormità funzionale).

Un provvedimento semplicemente errato o illegittimo può essere impugnato direttamente in Cassazione?
No. Secondo questa sentenza, un provvedimento che è semplicemente illegittimo o basato su un errore di diritto non è direttamente ricorribile per cassazione se non possiede le caratteristiche specifiche del provvedimento abnorme.

Cosa deve fare il Pubblico Ministero se un giudice restituisce erroneamente gli atti a causa di una presunta nullità?
Il Pubblico Ministero deve conformarsi alla decisione del giudice, anche se errata, e rinnovare l’atto considerato nullo (in questo caso, la notificazione). L’errore del giudice non giustifica un ricorso per cassazione se non crea una stasi processuale irrimediabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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