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Provvedimento abnorme: la Cassazione chiarisce i ruoli

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di un Magistrato di sorveglianza, qualificandola come provvedimento abnorme. L’ordine imponeva al Pubblico Ministero di emettere l’atto di esecuzione per una sanzione sostitutiva, compito che la Riforma Cartabia affida in via esclusiva al Magistrato di sorveglianza. La decisione ha risolto una paralisi procedurale, chiarendo i rispettivi ruoli e competenze nella fase esecutiva della pena.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Provvedimento Abnorme: La Cassazione Ridefinisce i Ruoli tra PM e Magistratura di Sorveglianza

Con una recente sentenza, la Corte di Cassazione interviene per fare chiarezza su un punto cruciale della Riforma Cartabia: l’esecuzione delle sanzioni sostitutive. La Corte ha annullato un’ordinanza di un Magistrato di sorveglianza, definendola un provvedimento abnorme, poiché imponeva al Pubblico Ministero compiti non più di sua competenza. Questa decisione è fondamentale per comprendere la nuova ripartizione dei ruoli nella fase esecutiva della pena.

Il Caso: Un Ordine Anomalo che Blocca la Giustizia

La vicenda trae origine da una condanna a quattro anni di reclusione, pena sostituita con la detenzione domiciliare, pronunciata dal GUP del Tribunale di Alessandria. Una volta divenuta definitiva la sentenza, questa è stata trasmessa al Magistrato di sorveglianza per l’esecuzione.

Quest’ultimo, dopo aver stabilito le prescrizioni per il condannato, ha emesso un’ordinanza con cui imponeva al Pubblico Ministero di emettere l’ordine di esecuzione e di annotare la data di fine pena. Il Procuratore della Repubblica ha impugnato tale provvedimento, sostenendone l’abnormità. Secondo il ricorrente, l’ordine era stato emesso al di fuori di ogni previsione di legge, determinando una paralisi (stasi) nell’esecuzione della pena, dato che la Riforma Cartabia ha attribuito la competenza esclusiva in materia al Magistrato di sorveglianza.

La Competenza Esclusiva nell’Esecuzione delle Sanzioni Sostitutive

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Pubblico Ministero, confermando che il sistema delineato dal D.Lgs. n. 150/2022 (Riforma Cartabia) ha modificato radicalmente l’esecuzione delle sanzioni sostitutive.

Il nuovo assetto normativo prevede che:
1. Il Pubblico Ministero, una volta divenuta irrevocabile la sentenza, si limita a trasmetterla al Magistrato di sorveglianza.
2. Il Magistrato di sorveglianza è l’unico organo competente a gestire l’intera fase esecutiva: emette l’ordinanza con le prescrizioni, ne cura la notifica al condannato e agli organi di polizia, e da quel momento inizia l’esecuzione della pena.

L’intervento del Pubblico Ministero, con l’emissione di un ordine di esecuzione, non è più previsto e risulta superfluo e dannoso, in quanto l’esecuzione inizia con la consegna al condannato dell’ordinanza del magistrato stesso.

L’analisi del provvedimento abnorme

La Corte ha qualificato l’ordinanza impugnata come provvedimento abnorme sotto un duplice profilo:
* Abnormità strutturale: Il Magistrato ha esercitato un potere non attribuitogli, imponendo a un altro organo (il PM) un’attività non prevista dalla legge.
* Abnormità funzionale: L’atto, pur provenendo da un organo competente in astratto, ha determinato una stasi procedimentale. Il PM, infatti, non avrebbe potuto determinare la data di fine pena, ignorando il momento esatto di inizio dell’esecuzione (la notifica dell’ordinanza al condannato), informazione in possesso del solo Magistrato di sorveglianza.

Questa situazione creava un cortocircuito insanabile che impediva di fatto l’esecuzione della condanna, violando il principio della ragionevole durata del processo sancito dall’art. 111 della Costituzione.

Le Motivazioni della Corte

Nelle motivazioni, la Suprema Corte ha sottolineato come l’intero sistema dell’esecuzione delle sanzioni sostitutive, dopo la Riforma Cartabia, escluda l’intervento del Pubblico Ministero. Le norme, in particolare gli articoli 661 cod. proc. pen. e 62 della Legge n. 689/1981, delineano una procedura in cui l’impulso iniziale del PM si esaurisce con la trasmissione degli atti. Da quel momento, ogni decisione, modifica, sospensione o revoca della misura spetta esclusivamente al Magistrato di sorveglianza, che agisce senza alcun coinvolgimento del PM.

Imporre al Pubblico Ministero l’emissione di un ordine di esecuzione e il calcolo del fine pena è un’attività non solo non prevista, ma anche materialmente ineseguibile, data la mancanza delle informazioni necessarie. Un tale ordine è, pertanto, manifestamente errato e privo di efficacia. La Corte ha ritenuto che tale errore, generando una paralisi completa della fase esecutiva, trascendesse la mera illegittimità per configurare la più grave patologia dell’abnormità, che giustifica il ricorso per cassazione anche in assenza di una specifica previsione.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata, eliminando dal sistema un atto estraneo alla procedura e idoneo a bloccarla. Gli atti sono stati trasmessi nuovamente al Magistrato di sorveglianza di Alessandria affinché proceda correttamente all’esecuzione della sanzione, secondo le competenze esclusive attribuitegli dalla legge. La sentenza rappresenta un importante precedente che consolida l’interpretazione del nuovo rito esecutivo delle sanzioni sostitutive, garantendo certezza e fluidità procedurale e prevenendo future situazioni di stallo.

Chi è competente per l’esecuzione delle sanzioni sostitutive come la detenzione domiciliare dopo la Riforma Cartabia?
Secondo la sentenza, la competenza per l’esecuzione delle sanzioni sostitutive della semilibertà e della detenzione domiciliare è attribuita in via esclusiva al Magistrato di sorveglianza.

Perché l’ordine del magistrato di sorveglianza al pubblico ministero è stato considerato un ‘provvedimento abnorme’?
È stato considerato abnorme perché imponeva al pubblico ministero un’attività (emettere un ordine di esecuzione) non prevista dalla legge e al di fuori delle sue competenze, determinando una paralisi procedimentale che impediva l’effettiva esecuzione della pena.

Qual è il ruolo del pubblico ministero nell’esecuzione delle sanzioni sostitutive secondo la nuova normativa?
Il ruolo del pubblico ministero si esaurisce nella trasmissione della sentenza irrevocabile al Magistrato di sorveglianza. Successivamente a tale trasmissione, ogni competenza sulla gestione, modifica e controllo della sanzione sostitutiva spetta al Magistrato di sorveglianza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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