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Provvedimento abnorme: Cassazione annulla sentenza

La Corte di Cassazione ha definito come provvedimento abnorme la sentenza con cui un Tribunale, dichiarando la propria incompetenza territoriale, ha erroneamente trasmesso gli atti al Pubblico Ministero anziché al giudice competente. Tale errore ha causato un’illegittima regressione del procedimento e una stasi processuale. Di conseguenza, la Suprema Corte ha annullato la sentenza, disponendo la corretta gestione del fascicolo processuale.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Provvedimento Abnorme: Quando un Errore del Giudice Blocca il Processo

Nel complesso mondo della procedura penale, la correttezza formale degli atti è fondamentale per garantire un giusto processo. Un errore, anche se apparentemente minore, può compromettere l’intero iter giudiziario. Un esempio emblematico è il cosiddetto provvedimento abnorme, un atto del giudice talmente anomalo da non essere previsto dal sistema e da creare un blocco insuperabile. La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 20171/2024, è intervenuta proprio su un caso di questo tipo, annullando una decisione che aveva causato un’illegittima regressione del procedimento.

I Fatti del Caso: L’Errore di Trasmissione

La vicenda ha origine da una sentenza del Tribunale di Napoli. All’esito del dibattimento, il giudice si dichiarava territorialmente incompetente a giudicare un imputato per il reato di frode informatica (art. 640-ter c.p.), indicando come foro competente il Tribunale di Torre Annunziata. Fin qui, una normale applicazione delle regole sulla competenza.

L’errore, però, è sorto nella disposizione successiva: anziché trasmettere gli atti direttamente al giudice competente (il Tribunale di Torre Annunziata), come previsto dall’art. 23 del codice di procedura penale, il Tribunale di Napoli ordinava la trasmissione al Pubblico Ministero presso quel Tribunale. Questa decisione ha spinto il Procuratore della Repubblica a ricorrere in Cassazione, denunciando l’abnormità del provvedimento.

La Decisione della Cassazione e il concetto di provvedimento abnorme

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, qualificando la sentenza impugnata come un provvedimento abnorme. Gli Ermellini hanno chiarito che l’atto non era semplicemente errato in diritto, ma strutturalmente anomalo, poiché creava una situazione di stallo processuale e una regressione del procedimento a una fase già superata.

L’errore del giudice di primo grado, infatti, non era sanabile. Il Pubblico Ministero ricevente non avrebbe potuto esercitare utilmente l’azione penale, poiché l’udienza preliminare era già stata celebrata correttamente. L’unica conseguenza era un blocco del processo, superabile solo con un ulteriore atto nullo o contrario alla legge. Per questi motivi, la Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza, disponendo la trasmissione degli atti al Tribunale di Napoli per l’ulteriore corso, ovvero per la corretta trasmissione al giudice competente.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha fondato la sua decisione sul principio consolidato secondo cui un provvedimento è abnorme quando si pone al di fuori del sistema processuale. Nello specifico, l’ordine di trasmettere gli atti al PM anziché al giudice competente ha due effetti devastanti:

1. Regressione del procedimento: Il processo, giunto alla fase dibattimentale, veniva illegittimamente riportato indietro, a una fase anteriore all’esercizio dell’azione penale, senza alcuna base normativa.
2. Stasi processuale: Il PM ricevente si trovava nell’impossibilità di agire. Non poteva richiedere un nuovo rinvio a giudizio, essendo già avvenuto, né poteva ignorare la sentenza. Questo creava un vicolo cieco procedurale.

La Cassazione ha ribadito che il passaggio degli atti dal giudice dichiaratosi incompetente deve avvenire direttamente verso il giudice ritenuto competente. Qualsiasi deviazione da questo percorso lineare, come il ritorno al PM, costituisce un’anomalia che mina le fondamenta della sequenza procedimentale prevista dal codice.

Le Conclusioni

La sentenza in esame è un importante monito sulla necessità di un rigoroso rispetto delle norme procedurali. Un provvedimento abnorme non è un semplice vizio formale, ma un errore che può paralizzare la giustizia, ledendo i principi di economia processuale e di ragionevole durata del processo. La decisione della Cassazione riafferma la distinzione tra un atto meramente impugnabile e un atto talmente viziato da dover essere rimosso dal mondo giuridico perché incompatibile con i principi cardine del sistema. Per gli operatori del diritto, questa pronuncia sottolinea l’importanza di vigilare affinché il percorso processuale si svolga sempre secondo i binari tracciati dal legislatore, evitando deviazioni che possano generare stalli e inefficienze.

Quando un provvedimento del giudice viene considerato abnorme?
Un provvedimento è considerato abnorme quando, per la sua stranezza o collocazione al di fuori del sistema processuale, provoca una stasi insuperabile del procedimento o una sua regressione a una fase precedente in modo non previsto dalla legge.

Cosa succede se un giudice, dichiarandosi incompetente, trasmette gli atti al Pubblico Ministero invece che al giudice competente?
Secondo la Corte di Cassazione, tale atto è abnorme. Determina una stasi processuale, poiché il PM ricevente non può procedere, e un’illegittima regressione del procedimento. La conseguenza è l’annullamento del provvedimento.

Perché la trasmissione degli atti al Pubblico Ministero anziché al giudice competente causa una regressione del procedimento?
Causa una regressione perché il processo, che si trova già in una fase avanzata come il dibattimento, viene fatto tornare indietro a una fase anteriore, quella delle indagini preliminari in capo al PM, senza che vi sia alcuna norma a consentirlo e nonostante l’azione penale sia già stata esercitata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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