LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prove documentali: il consenso non è necessario

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso, chiarendo un principio fondamentale sulla produzione di prove documentali. Viene stabilito che per l’acquisizione di un documento non è necessario il consenso delle altre parti, le quali hanno unicamente il diritto di esporre le ragioni del proprio dissenso, senza che ciò impedisca al giudice di ammettere la prova.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 1 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prove Documentali nel Processo Penale: Il Consenso delle Parti Non è Necessario

Con l’ordinanza n. 25987/2024, la Corte di Cassazione ribadisce un principio cruciale in tema di acquisizione delle prove documentali nel processo penale. Questa decisione chiarisce che, a differenza di altre forme di prova, per l’ammissione di un documento non è richiesto il consenso esplicito delle controparti, ma solo che queste siano messe in condizione di esprimere il proprio dissenso.

Il Fatto alla Base del Ricorso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Milano. Il ricorrente lamentava la violazione della legge processuale, sostenendo che nel precedente grado di giudizio fossero state acquisite delle prove in modo illegittimo. Nello specifico, il motivo di ricorso si concentrava sulla presunta inosservanza delle regole relative all’ammissione della prova documentale.

Il Principio dell’Acquisizione delle Prove Documentali

Il ricorrente basava la sua tesi su un’errata interpretazione dell’articolo 493, comma 3, del codice di procedura penale. Secondo la sua visione, l’acquisizione di documenti prodotti da una parte avrebbe richiesto il consenso esplicito delle altre. Questo avrebbe trasformato il diritto al dissenso in un vero e proprio potere di veto, capace di bloccare l’ingresso nel processo di elementi potenzialmente decisivi.

La Posizione della Corte di Cassazione sull’Acquisizione delle Prove Documentali

La Suprema Corte ha respinto questa interpretazione, giudicando il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. I giudici hanno chiarito la corretta procedura per l’acquisizione delle prove documentali, delineando con precisione i ruoli delle parti e del giudice.

Le Motivazioni

La Corte ha specificato che il giudice ha il potere-dovere di acquisire nel processo tutte le prove documentali richieste dalle parti o quelle che ritiene comunque necessarie ai fini della decisione. L’obbligo per la parte che intende produrre un documento è semplicemente quello di “offrirlo in lettura” alle altre parti. Questo adempimento garantisce il contraddittorio, dando alle controparti la facoltà di esaminare il documento e di esporre le ragioni del proprio dissenso alla sua acquisizione. Tuttavia, tale dissenso non ha un effetto vincolante per il giudice. Non è richiesto, infatti, alcun “consenso esplicito” per procedere. La valutazione sulla rilevanza e ammissibilità del documento spetta unicamente al giudice, che decide in autonomia. Richiamando un proprio precedente consolidato (Sez. 5, n. 23004 del 09/03/2017), la Corte ha rafforzato il principio secondo cui il dato meramente documentale segue un regime di ammissione semplificato rispetto ad altre prove, come quelle testimoniali.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame ha importanti implicazioni pratiche. In primo luogo, conferma che la strategia difensiva o accusatoria non può fondarsi su un mero ostruzionismo procedurale volto a impedire l’acquisizione di documenti. Il dissenso, per avere un peso, deve essere motivato con argomentazioni solide sulla non pertinenza o sull’inutilizzabilità della prova. In secondo luogo, ribadisce la centralità del ruolo del giudice come custode del materiale probatorio, il quale decide quali elementi sono essenziali per formare il proprio convincimento. La decisione si conclude con la dichiarazione di inammissibilità del ricorso e la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende, a conferma della palese infondatezza delle sue doglianze.

È necessario il consenso di tutte le parti per introdurre prove documentali in un processo penale?
No, secondo la Corte di Cassazione, per l’acquisizione di prove documentali non è richiesto il consenso esplicito delle altre parti. Il giudice può ammetterle se le ritiene necessarie.

Qual è il diritto delle parti quando viene proposta una prova documentale?
Le altre parti hanno la facoltà di prendere visione del documento e di esporre al giudice le ragioni del loro eventuale dissenso, ma questo non è vincolante per la decisione finale sull’ammissione della prova.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione si basa su un’errata interpretazione di questa regola?
Come avvenuto nel caso di specie, il ricorso viene dichiarato manifestamente infondato e quindi inammissibile, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati