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Proscioglimento nel merito: quando prevale su prescrizione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato inammissibile il ricorso di tre imputati che chiedevano un’assoluzione piena anziché la declaratoria di prescrizione. La Corte ha ribadito che il proscioglimento nel merito prevale sulla prescrizione solo quando l’innocenza è evidente e indiscutibile dagli atti (‘ictu oculi’), senza necessità di alcun approfondimento valutativo.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Proscioglimento nel Merito: Quando la Prova Evidente Supera la Prescrizione

Il dilemma tra l’estinzione di un reato per decorso del tempo e il diritto dell’imputato a vedere riconosciuta la propria innocenza con una formula piena è un tema centrale nel diritto processuale penale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sui rigidi confini che delimitano la possibilità di ottenere un proscioglimento nel merito quando è già maturata la prescrizione. L’analisi del provvedimento chiarisce come solo una prova ‘solare’ dell’innocenza possa superare la causa estintiva del reato.

I Fatti del Caso

Tre individui si sono rivolti alla Suprema Corte di Cassazione a seguito di una pronuncia della Corte d’Appello che aveva dichiarato l’estinzione dei reati a loro ascritti per intervenuta prescrizione. Gli imputati, tuttavia, non si sono accontentati di questa formula di chiusura del procedimento. Attraverso un unico ricorso, hanno lamentato un vizio di motivazione, sostenendo di avere diritto a una sentenza di assoluzione con formula piena, ovvero un proscioglimento nel merito, che attestasse la loro completa estraneità ai fatti contestati.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili. La Corte ha stabilito che la motivazione della Corte d’Appello era pienamente congrua e rispettosa dello standard richiesto dalla legge. Di conseguenza, ha condannato i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, confermando di fatto la decisione impugnata.

Le Motivazioni: Il Principio dell’Evidenza ‘Ictu Oculi’ e il proscioglimento nel merito

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 129, comma 2, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che, in presenza di una causa di estinzione del reato (come la prescrizione), il giudice è comunque tenuto a pronunciare sentenza di assoluzione se dagli atti risulta ‘evidentemente’ che il fatto non sussiste, che l’imputato non lo ha commesso o che il fatto non costituisce reato.

La Cassazione ha chiarito che il termine ‘evidentemente’ impone un criterio molto rigoroso. L’innocenza deve emergere in modo palese, immediato e inconfutabile, tanto da potersi percepire ‘ictu oculi’, cioè a colpo d’occhio, dalla semplice lettura degli atti processuali.

La valutazione del giudice, in questo contesto, non deve essere un ‘apprezzamento’ – che implicherebbe un’analisi critica e ponderata del materiale probatorio – ma una mera ‘constatazione’ di una situazione di innocenza liquida e pacifica. Qualsiasi necessità di approfondimento, di comparazione tra prove contrastanti o di interpretazione di elementi dubbi è incompatibile con questo standard. Se per accertare l’innocenza è necessario un esame più complesso, la causa di estinzione del reato deve prevalere.

Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva correttamente applicato questo principio, ritenendo che non vi fossero le condizioni per un proscioglimento immediato e ha quindi dichiarato la prescrizione. La Cassazione ha confermato che il giudice d’appello non può compiere attività ulteriori di accertamento quando il reato è già estinto.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

L’ordinanza ribadisce un orientamento consolidato e fornisce importanti indicazioni pratiche. Per un imputato, la speranza di ottenere un proscioglimento nel merito nonostante la maturata prescrizione è legata a una condizione molto stringente: la prova della sua innocenza deve essere talmente chiara da non richiedere alcuno sforzo valutativo da parte del giudice. Questa pronuncia tutela il principio di economia processuale, evitando che i giudici si addentrino in complesse valutazioni di merito quando il procedimento è già legalmente concluso per il decorso del tempo. Al contempo, garantisce che l’assoluzione piena sia riservata solo ai casi in cui l’ingiustizia di una diversa conclusione sia manifesta e immediatamente percepibile.

Quando un giudice deve pronunciare una sentenza di proscioglimento nel merito invece di dichiarare la prescrizione?
Risposta: Un giudice deve pronunciare una sentenza di proscioglimento nel merito solo quando le prove dell’innocenza dell’imputato (l’inesistenza del fatto, la non commissione da parte sua, o la sua irrilevanza penale) emergono in modo assolutamente palese e non contestabile dagli atti, ‘ictu oculi’, senza necessità di alcuna ulteriore attività di approfondimento o valutazione.

In appello, se il reato è prescritto, il giudice può esaminare nuove prove per decidere se assolvere nel merito?
Risposta: No. Secondo l’ordinanza, in presenza di una causa di estinzione del reato come la prescrizione, il giudice d’appello non può compiere attività ulteriori rispetto alla mera constatazione delle circostanze che emergono ‘ictu oculi’ dagli atti. Non può avviare un approfondimento probatorio per valutare il merito.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione chiede il proscioglimento nel merito ma non dimostra la palese innocenza richiesta dalla legge?
Risposta: Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Come nel caso di specie, la Corte di Cassazione condanna i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, perché il motivo del ricorso è ritenuto non consentito in quella sede, non rispettando i rigidi criteri previsti dall’art. 129, c. 2, c.p.p.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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