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Proscioglimento de plano: nullo senza contraddittorio

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di proscioglimento per particolare tenuità del fatto emessa nei confronti di un individuo accusato di aver falsificato una patente di guida. La decisione è stata definita nulla perché il giudice ha emesso il cosiddetto proscioglimento de plano, ovvero senza un’udienza e senza un formale processo, su richiesta del pubblico ministero al termine delle indagini. La Corte ha ribadito che una simile pronuncia può avvenire solo all’interno di un processo regolarmente instaurato, nel pieno rispetto del contraddittorio tra le parti, e non nella fase delle indagini preliminari. Di conseguenza, gli atti sono stati restituiti al pubblico ministero.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Proscioglimento de plano: Nullo se emesso prima del processo

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sentenza n. 9579/2025) ha riaffermato un principio cardine della procedura penale: il proscioglimento de plano, ovvero l’assoluzione decisa dal giudice senza un’udienza, non è ammissibile prima che sia stata formalmente esercitata l’azione penale. Questa pronuncia chiarisce che la fase delle indagini preliminari e quella del processo sono nettamente distinte e governate da regole inderogabili, poste a tutela del diritto di difesa e del principio del contraddittorio.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un procedimento a carico di un cittadino accusato di aver formato e utilizzato una falsa patente di guida italiana, apponendovi la propria fotografia e le generalità. Durante un controllo di polizia, l’uomo aveva esibito il documento contraffatto.

Al termine delle indagini preliminari, il Pubblico Ministero, anziché formulare una richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione secondo le vie ordinarie, ha presentato al Giudice monocratico un’istanza di proscioglimento ai sensi dell’art. 129 del codice di procedura penale, ritenendo il fatto di particolare tenuità (ex art. 131-bis c.p.). Il Giudice, accogliendo la richiesta, ha emesso una sentenza di proscioglimento senza fissare alcuna udienza e, quindi, senza garantire un confronto tra le parti.

Il Ricorso e la questione del proscioglimento de plano

Contro questa decisione ha proposto ricorso il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello, sollevando due questioni fondamentali:

1. L’irritualità della procedura: Il ricorso ha evidenziato come la sentenza fosse stata pronunciata in modo irrituale, violando le norme che regolano la chiusura delle indagini e l’avvio del processo. In particolare, si contestava l’emissione di un proscioglimento de plano al di fuori di una sede processuale propria.
2. Il merito della decisione: Il Procuratore ha inoltre sostenuto che la valutazione sulla particolare tenuità del fatto fosse errata, poiché la contraffazione era idonea a ingannare la pubblica fede e l’imputato, guidando senza patente valida, costituiva un pericolo per la collettività.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendo fondato e assorbente il motivo di natura procedurale. I giudici di legittimità hanno dichiarato la nullità della sentenza impugnata, richiamando un consolidato orientamento delle Sezioni Unite (sentenza ‘De Rosa’ n. 12283/2005).

La Corte ha spiegato che l’articolo 129 c.p.p., che impone al giudice di dichiarare d’ufficio determinate cause di non punibilità, non gli conferisce un potere autonomo e svincolato dalle fasi processuali. Al contrario, tale norma presuppone che un processo sia già stato regolarmente instaurato attraverso l’esercizio dell’azione penale da parte del Pubblico Ministero. La fase delle indagini preliminari, infatti, ha solo due possibili esiti: la richiesta di archiviazione o l’esercizio dell’azione penale (ad esempio, con la richiesta di rinvio a giudizio).

Emettere una sentenza di proscioglimento prima di tale momento, senza la celebrazione di un’udienza e senza la partecipazione dell’indagato e del suo difensore, costituisce una violazione del principio del contraddittorio, sanzionata con la nullità di ordine generale ai sensi dell’art. 178, lett. b) e c), c.p.p.

Anche qualora si volesse procedere per la particolare tenuità del fatto nella fase investigativa, il codice prevede una procedura specifica (art. 411, comma 1-bis c.p.p.) che garantisce comunque un contraddittorio con la persona indagata.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata, disponendo la restituzione degli atti non al Tribunale, ma direttamente al Pubblico Ministero. Questa scelta è cruciale: poiché l’azione penale non era mai stata correttamente esercitata, il procedimento deve regredire alla fase delle indagini preliminari. Sarà quindi compito del PM decidere se formulare una richiesta di archiviazione o esercitare l’azione penale, seguendo questa volta le corrette scansioni procedurali.

La sentenza ribadisce con forza che l’efficienza non può mai prevalere sulla legalità e sul rispetto dei diritti fondamentali delle parti, primo fra tutti quello di essere sentite da un giudice in un giusto processo.

Può un giudice prosciogliere un imputato su richiesta del PM senza fissare un’udienza?
No, la Cassazione ha stabilito che un proscioglimento ‘de plano’ (cioè senza udienza) è nullo se viene emesso prima che sia stata formalmente esercitata l’azione penale. Una decisione di proscioglimento può essere presa solo all’interno di un processo regolarmente instaurato, nel rispetto del contraddittorio tra le parti.

Qual è la differenza tra la fase delle indagini preliminari e il processo?
La fase delle indagini preliminari è quella in cui il Pubblico Ministero raccoglie le prove e decide se chiedere l’archiviazione del caso o esercitare l’azione penale. Il processo, invece, inizia solo dopo l’esercizio dell’azione penale e si svolge davanti a un giudice, con la piena partecipazione dell’imputato e del suo difensore.

Cosa accade quando una sentenza viene annullata e gli atti restituiti al Pubblico Ministero?
Significa che l’errore procedurale è stato così grave da invalidare la fase successiva. Il procedimento torna indietro, allo stadio in cui si trovava prima dell’errore. In questo caso, il Pubblico Ministero dovrà decidere nuovamente come concludere le indagini, scegliendo tra la richiesta di archiviazione (seguendo la procedura corretta) o l’esercizio dell’azione penale per dare inizio a un processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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