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Proroga indagini: Cassazione su abnormità del ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso contro un’ordinanza di proroga indagini preliminari. Il ricorrente sosteneva l’abnormità del provvedimento per carenza di motivazione, ma la Corte ha chiarito che l’atto del GIP rientra nei suoi poteri e non causa stallo processuale, escludendo quindi l’ipotesi di abnormità.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Proroga Indagini Preliminari: La Cassazione Chiarisce i Limiti del Ricorso per Abnormità

La fase delle indagini preliminari è cruciale per l’esito di un procedimento penale. La legge stabilisce termini precisi per il loro completamento, ma a volte è necessaria una proroga indagini preliminari. Cosa succede, però, se la difesa ritiene che l’ordinanza di proroga sia illegittima? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti importanti sui limiti dell’impugnazione per “abnormità” di tali provvedimenti.

I Fatti del Caso

Un indagato per il reato di corruzione si è visto notificare un’ordinanza con cui il Giudice per le indagini preliminari (GIP) autorizzava una proroga di sei mesi del termine per la conclusione delle indagini. La difesa ha immediatamente proposto ricorso per cassazione, sostenendo che il provvedimento fosse “abnorme”.

Le ragioni del ricorso erano due:
1. Mancanza di motivazione: L’ordinanza si limitava a citare la norma di legge, senza specificare i fatti contestati o le ragioni concrete che giustificavano la proroga.
2. Violazione del diritto di difesa: La difesa lamentava di non aver potuto visionare il fascicolo del Pubblico Ministero per comprendere la complessità delle indagini, un aspetto ritenuto ancora più rilevante dopo le modifiche introdotte dalla riforma Cartabia, che richiedono un’enunciazione chiara dei motivi della richiesta.

La Questione Giuridica: Quando un Atto è “Abnorme”?

Il concetto di “abnormità” di un atto processuale è una creazione giurisprudenziale. Non si tratta di una semplice illegittimità, ma di un vizio talmente grave da collocare l’atto al di fuori del sistema. La Cassazione, richiamando le pronunce delle Sezioni Unite, ha ribadito che l’abnormità può essere di due tipi:
* Strutturale: Quando l’atto è compiuto da un giudice che manca del potere di farlo (carenza di potere in astratto).
* Funzionale: Quando l’atto, pur rientrando in teoria nei poteri del giudice, viene emesso al di fuori dei casi consentiti e delle ipotesi previste, causando una paralisi del processo (carenza di potere in concreto).

La Decisione della Cassazione sulla proroga indagini preliminari

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo manifestamente infondata la tesi dell’abnormità. Secondo i giudici, l’ordinanza di proroga non rientra in nessuna delle due categorie di atto abnorme.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che il provvedimento del GIP non è abnorme né strutturalmente né funzionalmente.

In primo luogo, non sussiste una carenza di potere in astratto, poiché il controllo sulla richiesta di proroga delle indagini rientra pienamente nelle competenze del GIP, il quale è chiamato a vigilare sulla ritualità della procedura e sul rispetto dei termini.

In secondo luogo, non si configura nemmeno una carenza di potere in concreto. L’ordinanza, pur se eventualmente carente di motivazione, non determina una stasi processuale irrimediabile. La Corte ha ricordato che, secondo un orientamento consolidato, la richiesta di proroga notificata all’indagato deve contenere l’indicazione della notizia di reato e l’esposizione dei motivi che la giustificano. Questi elementi sono sufficienti per instaurare un contraddittorio e permettere alla difesa di presentare le proprie controdeduzioni.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione ribadisce un principio fondamentale: il ricorso per abnormità è un rimedio eccezionale, da utilizzare solo in situazioni di palese sviamento della funzione giurisdizionale che portano a uno stallo del procedimento. Una motivazione insufficiente o generica in un’ordinanza di proroga delle indagini non è, di per sé, sufficiente a integrare un vizio di abnormità. L’atto rimane nell’alveo dei poteri del GIP e non impedisce la prosecuzione del procedimento. Di conseguenza, il ricorso contro tali provvedimenti è destinato a essere dichiarato inammissibile.

È possibile impugnare per cassazione un’ordinanza che concede la proroga delle indagini preliminari?
In linea generale, no. Si tratta di un provvedimento non ricorribile per cassazione. L’unica via, eccezionale, è dimostrare la sua “abnormità”, ovvero che l’atto sia talmente anomalo da creare uno stallo insuperabile nel procedimento.

Quando un provvedimento del giudice può essere considerato “abnorme”?
Secondo la giurisprudenza consolidata, un atto è abnorme quando si pone al di fuori del sistema processuale (carenza di potere in astratto) o quando, pur rientrando nei poteri del giudice, viene esercitato al di fuori dei casi consentiti in modo da causare la paralisi del processo (carenza di potere in concreto).

Una motivazione insufficiente rende “abnorme” l’ordinanza di proroga delle indagini?
No. Secondo la Corte di Cassazione, una motivazione carente non è sufficiente a rendere l’atto abnorme. L’ordinanza di proroga rientra nei poteri del GIP e non determina un’irrimediabile stasi processuale, pertanto non può essere impugnata per abnormità solo per questo motivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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