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Procura speciale terzo interessato: Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 35219/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un terzo interessato avverso un sequestro preventivo. Il motivo risiede nella mancanza di una procura speciale terzo interessato conferita al difensore. La Corte ha ribadito che, a differenza dell’imputato, il terzo con interessi civilistici deve munire il proprio legale di un mandato specifico per l’impugnazione, e tale vizio non è sanabile.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Procura Speciale Terzo Interessato: Un Requisito Inderogabile nel Riesame dei Sequestri

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 35219/2025) ha riaffermato un principio fondamentale in materia di impugnazioni cautelari: la necessità della procura speciale terzo interessato per contestare un sequestro preventivo. Questa pronuncia chiarisce la netta distinzione tra la posizione processuale dell’indagato e quella del terzo che vanta un diritto su un bene sequestrato, con importanti conseguenze pratiche per la difesa.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP del Tribunale di Avellino per ipotesi di reato edilizio e paesaggistico. Un soggetto, qualificatosi come terzo interessato alla restituzione del bene, proponeva istanza di riesame avverso tale provvedimento. Il Tribunale del riesame, tuttavia, dichiarava l’impugnazione inammissibile per un vizio formale: il difensore che aveva sottoscritto l’atto non era munito di una procura speciale rilasciata dal suo assistito.
Contro questa decisione, l’interessato proponeva ricorso per Cassazione, lamentando una violazione di legge e sostenendo che non vi fosse distinzione tra indagato e terzo interessato riguardo alla facoltà di proporre riesame. Inoltre, eccepiva che il tribunale avrebbe dovuto concedere un termine per sanare il difetto di rappresentanza.

La Questione della Procura Speciale Terzo Interessato

Il cuore della controversia verteva sull’applicabilità dell’articolo 100 del Codice di Procedura Penale. Questa norma stabilisce che le parti private diverse dall’imputato (come il responsabile civile, il civilmente obbligato per la pena pecuniaria e, appunto, il terzo interessato) stanno in giudizio con il ministero di un difensore munito di procura speciale.

Il ricorrente tentava di sostenere che tale regola non dovesse applicarsi al procedimento di riesame, ma la Cassazione ha respinto categoricamente questa tesi, allineandosi alla sua giurisprudenza consolidata.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando in toto la decisione del Tribunale del riesame. La sentenza si fonda su argomentazioni chiare e distinte.

Le Motivazioni

I giudici di legittimità hanno innanzitutto ribadito la differenza fondamentale tra l’imputato e il terzo interessato. L’imputato ha il diritto di stare in giudizio personalmente e il suo difensore lo rappresenta ex lege, essendo titolare di un diritto di impugnazione in favore dell’assistito senza necessità di una procura speciale, salvo per atti specificamente riservati dalla legge all’iniziativa personale dell’imputato.

Al contrario, il terzo interessato è portatore di un interesse di natura prettamente civilistica: la restituzione di un bene. Per questo motivo, la sua posizione è assimilata a quella delle altre parti private del processo penale, per le quali l’art. 100 c.p.p. richiede espressamente una procura speciale terzo interessato. Questo mandato deve manifestare in modo chiaro la volontà di affidare a un determinato professionista l’incarico di svolgere le difese in quella specifica procedura. Nel caso di specie, la procura prodotta era generica e non conteneva alcun riferimento al procedimento di riesame.

In secondo luogo, la Corte ha escluso la possibilità di sanare il difetto di rappresentanza, come richiesto dal ricorrente invocando l’art. 182 del codice di procedura civile. I giudici hanno spiegato che tale meccanismo, previsto per la fase istruttoria del processo civile, è incompatibile con la struttura del procedimento penale incidentale, caratterizzato da termini perentori stabiliti a pena di decadenza. Consentire una sanatoria tardiva violerebbe la natura stessa di questi procedimenti.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un principio cruciale: chiunque, non essendo indagato o imputato, intenda agire nel processo penale per tutelare un proprio diritto su un bene sequestrato, deve prestare la massima attenzione agli aspetti formali della propria costituzione in giudizio. È indispensabile conferire al proprio difensore una procura speciale che lo autorizzi specificamente a proporre l’istanza di riesame. La mancanza di questo requisito determina l’inammissibilità dell’impugnazione, senza alcuna possibilità di rimedio successivo. La decisione serve da monito sulla necessità di una diligenza scrupolosa nella preparazione degli atti difensivi per i soggetti terzi coinvolti in procedimenti penali.

Il difensore di un terzo interessato può impugnare un sequestro senza una procura speciale?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che il difensore del terzo interessato al sequestro, a differenza del difensore dell’indagato, deve essere munito di una procura speciale per poter proporre istanza di riesame, come previsto dall’art. 100 c.p.p.

È possibile sanare la mancanza della procura speciale in un secondo momento nel procedimento di riesame?
No. La possibilità di sanare il difetto di rappresentanza, prevista dal codice di procedura civile, non si applica al procedimento di riesame in materia penale. Questo perché si tratta di una procedura incidentale con termini perentori stabiliti a pena di decadenza, incompatibili con una sanatoria successiva.

Quali sono i requisiti di una procura speciale affinché sia valida per il riesame?
Anche se non sono richieste formule sacramentali, dalla procura speciale deve emergere in modo chiaro e inequivocabile la volontà del terzo interessato di affidare a un determinato avvocato l’incarico di proporre l’istanza di riesame in quello specifico procedimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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