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Procura speciale: requisiti e validità nel riesame

La Corte di Cassazione ha annullato una decisione che dichiarava inammissibile il riesame di un sequestro preventivo a causa di una presunta invalidità della procura speciale. La Suprema Corte ha chiarito che, per la sua validità, non sono necessarie formule sacramentali, ma è sufficiente che dall’atto emerga chiaramente la volontà di affidare a un determinato difensore l’incarico per una specifica procedura, indicando l’impugnazione, il procedimento e i beni coinvolti. Il caso riguardava una terza interessata che aveva impugnato il sequestro di beni nell’ambito di un procedimento a carico del suo convivente.

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Pubblicato il 22 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Procura Speciale: la Cassazione fa chiarezza sui requisiti

Nel contesto di un procedimento penale, la procura speciale rappresenta un atto fondamentale, specialmente quando un soggetto terzo intende tutelare i propri diritti contro misure come il sequestro preventivo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 21885/2024) ha fornito importanti chiarimenti sui requisiti di validità di tale atto, sottolineando che la sostanza prevale sulla forma. Vediamo nel dettaglio la vicenda e i principi affermati dai giudici.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un decreto di sequestro preventivo emesso nell’ambito di un’indagine per reati gravi, tra cui l’associazione di tipo mafioso. Il sequestro colpiva beni riconducibili a una donna, considerata “terza interessata” in quanto convivente di uno degli indagati. La donna, tramite il suo avvocato, proponeva una richiesta di riesame al Tribunale di Catanzaro per contestare il provvedimento e ottenere la restituzione dei beni.

Il Tribunale del riesame, tuttavia, non entrava nel merito della questione. Dichiarava la richiesta inammissibile, sostenendo che la procura speciale conferita dalla donna al suo difensore non possedesse i requisiti di legge. Questa decisione bloccava di fatto la possibilità per la ricorrente di difendere le proprie ragioni in quella sede.

La questione della validità della procura speciale

Contro l’ordinanza del Tribunale del riesame, la donna proponeva ricorso in Cassazione. Il suo difensore sosteneva che la procura rilasciata fosse a tutti gli effetti speciale. Essa, infatti, conteneva tutti gli elementi essenziali: le generalità del difensore, la qualità di terza interessata della ricorrente, l’indicazione specifica dei beni oggetto del sequestro e la chiara volontà di proporre la richiesta di riesame. Secondo la difesa, non era necessario l’uso di “formule sacramentali” per rendere valido l’atto.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato e annullando la decisione del Tribunale del riesame. I giudici di legittimità hanno ribadito un principio cruciale: la procura speciale prevista dall’art. 100 del codice di procedura penale non richiede l’adozione di formule rigide o sacramentali.

Ciò che conta è che dall’atto emerga in modo inequivocabile la “chiara manifestazione di volontà di affidare ad un determinato professionista l’incarico di svolgere le difese necessarie alla tutela delle proprie ragioni in quella specifica procedura”.

Nel caso di specie, la procura conteneva:
1. L’indicazione dell’impugnazione da proporre (la richiesta di riesame).
2. Gli estremi del procedimento penale e del provvedimento di sequestro impugnato.
3. L’elenco dei beni specifici che costituivano l’oggetto del sequestro.

Questi elementi, secondo la Corte, erano più che sufficienti per qualificare la procura come speciale, in quanto delimitavano con precisione l’oggetto del mandato difensivo. Il Tribunale del riesame aveva errato nel dichiarare l’inammissibilità senza specificare adeguatamente perché ritenesse l’atto invalido.

La Cassazione ha anche distinto questa procura da quella prevista dall’art. 122 cod. proc. pen., che ha la diversa funzione di attribuire al procuratore la capacità di essere soggetto del rapporto processuale, mentre quella ex art. 100 cod. proc. pen. riguarda il conferimento di un mandato difensivo.

Conclusioni

Questa sentenza rafforza il principio di prevalenza della sostanza sulla forma nel diritto processuale penale. Per avvocati e cittadini, il messaggio è chiaro: nel redigere una procura speciale per un’impugnazione, è fondamentale essere specifici e chiari, ma non è necessario perdersi in formalismi antiquati. L’importante è che la volontà della parte di farsi rappresentare per un atto specifico in un procedimento definito sia espressa senza possibilità di equivoci. La decisione annulla con rinvio, il che significa che il Tribunale del riesame di Catanzaro dovrà ora esaminare nel merito la richiesta di dissequestro presentata dalla ricorrente.

Quali sono i requisiti essenziali di una procura speciale per impugnare un sequestro?
Per essere valida, la procura speciale deve manifestare chiaramente la volontà di affidare a un determinato avvocato l’incarico per una specifica procedura. Deve quindi indicare il tipo di impugnazione da proporre (es. riesame), gli estremi del provvedimento impugnato e i beni specifici coinvolti, senza che sia necessario l’uso di particolari formule.

Perché il Tribunale del riesame aveva inizialmente dichiarato inammissibile la richiesta?
Il Tribunale aveva ritenuto che la procura conferita al difensore non avesse i requisiti di una procura speciale, dichiarando di conseguenza inammissibile l’impugnazione senza, peraltro, specificare in modo dettagliato le ragioni di tale carenza.

Che differenza c’è tra la procura speciale dell’art. 100 e quella dell’art. 122 del codice di procedura penale?
La Corte di Cassazione chiarisce che la procura speciale ex art. 100 cod. proc. pen. serve a conferire un mandato difensivo a un avvocato per un atto specifico. Quella ex art. 122 cod. proc. pen., invece, ha la funzione più ampia di attribuire al procuratore la capacità di essere un soggetto del rapporto processuale, sostituendosi alla parte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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