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Procura speciale: quando serve per il riesame del sequestro

La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di sequestro preventivo contro un imprenditore e la sua società. La Corte ha stabilito che il difensore dell’indagato non necessita di una procura speciale per impugnare il sequestro sui beni personali del suo assistito, poiché gode di un autonomo diritto di impugnazione. Al contrario, la procura speciale è indispensabile per contestare il sequestro sui beni della società, in quanto quest’ultima è un terzo soggetto estraneo al reato. Nel caso specifico, la procura rilasciata dall’imprenditore ‘in proprio’ è stata ritenuta inidonea a rappresentare la società, portando all’inammissibilità del ricorso per conto dell’ente.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Procura Speciale nel Riesame: la Cassazione fa Chiarezza

Quando viene disposto un sequestro preventivo, la tempestiva impugnazione del provvedimento è fondamentale. Ma quali sono i poteri del difensore? È sempre sufficiente il mandato difensivo o in alcuni casi è necessaria una procura speciale? Con la sentenza n. 3039 del 2024, la Corte di Cassazione fornisce un’importante distinzione, chiarendo quando l’uno o l’altro strumento sia necessario, a seconda del soggetto i cui beni sono stati sequestrati: l’indagato o la sua società.

I Fatti del Caso

Nel corso di un’indagine per indebita compensazione di crediti fiscali, il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) disponeva un sequestro preventivo per un importo di oltre 73.000 euro. Il sequestro era finalizzato alla confisca diretta nei confronti di una società a responsabilità limitata e, per equivalente, nei confronti del suo legale rappresentante, indagato nel procedimento.

L’imprenditore, sia in proprio che in qualità di legale rappresentante della società, proponeva istanza di riesame avverso il decreto. Il Tribunale del Riesame, tuttavia, dichiarava l’istanza inammissibile per un vizio formale: l’assenza di una valida procura speciale che autorizzasse i difensori a impugnare per conto della società. Contro questa decisione, l’imprenditore ricorreva in Cassazione.

La distizione della Cassazione sulla Procura Speciale

Il ricorso verteva su un punto cruciale del diritto processuale penale: la distinzione tra i poteri del difensore quando agisce per l’indagato e quando agisce per un terzo interessato, come la società. Il ricorrente sosteneva che, almeno per le somme sequestrate a lui personalmente, non fosse necessaria alcuna procura speciale, essendo sufficiente il mandato difensivo. Per la parte relativa alla società, invece, sosteneva che la procura conferita fosse comunque valida.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto parzialmente il ricorso, operando una netta distinzione tra le due posizioni.

1. Posizione dell’Indagato (persona fisica): La Corte ha ribadito un principio consolidato: il difensore dell’indagato è titolare di un autonomo diritto di impugnazione nell’interesse del proprio assistito. Pertanto, per contestare il sequestro sui beni personali dell’imprenditore, non era necessaria alcuna procura speciale. Il semplice mandato difensivo era sufficiente. Su questo punto, l’ordinanza del Tribunale del Riesame è stata annullata con rinvio, affinché proceda a una valutazione nel merito.

2. Posizione della Società (terza estranea): Diversa è la conclusione per i beni sequestrati direttamente alla società. Essendo la società un soggetto giuridico distinto dall’indagato e qualificata come ‘terza estranea al reato’, il suo difensore non gode di un autonomo diritto di impugnazione. Per agire in nome e per conto della società, è indispensabile che il legale rappresentante conferisca al difensore una procura speciale ai sensi dell’art. 100 del codice di procedura penale.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base della diversa natura della legittimazione a impugnare. Il difensore dell’indagato può agire in virtù del suo ruolo istituzionale di assistenza tecnica. Quando invece si tratta di tutelare gli interessi di un terzo (la società), è necessario un atto formale che manifesti in modo inequivocabile la volontà di quel soggetto di affidare al professionista l’incarico di svolgere le difese in quella specifica procedura.

Nel caso di specie, la procura prodotta era stata rilasciata dall’imprenditore ‘in proprio quale indagato’. Questa formulazione, secondo la Corte, non lasciava dubbi sul fatto che egli stesse agendo a titolo personale e non come legale rappresentante della società. Di conseguenza, la procura non era idonea a conferire al difensore il potere di impugnare per conto dell’ente. Per questa parte del ricorso, la Corte ha confermato la decisione di inammissibilità.

Conclusioni

Questa sentenza offre una lezione pratica di fondamentale importanza per gli operatori del diritto. Quando un sequestro coinvolge sia beni dell’indagato che di una società da lui rappresentata, è cruciale prestare la massima attenzione alla forma degli atti. Per l’impugnazione relativa ai beni societari, è tassativamente richiesta una procura speciale che specifichi chiaramente che il legale rappresentante agisce in nome e per conto della società. Una formulazione ambigua o generica può compromettere irrimediabilmente il diritto di difesa dell’ente, portando a una declaratoria di inammissibilità dell’impugnazione.

Il difensore dell’indagato necessita di una procura speciale per impugnare un sequestro preventivo sui beni del suo assistito?
No. La giurisprudenza consolidata, confermata da questa sentenza, stabilisce che il difensore dell’indagato è titolare di un autonomo diritto di impugnazione e non necessita di una procura speciale, essendo sufficiente il mandato difensivo.

È necessaria la procura speciale per impugnare un sequestro sui beni di una società, anche se il suo legale rappresentante è l’indagato?
Sì. La società è considerata un soggetto ‘terzo estraneo al reato’ e il suo difensore può impugnare il sequestro solo se munito di una procura speciale, conferita dal legale rappresentante che agisce specificamente in nome e per conto della società.

Cosa succede se la procura speciale è ambigua e non chiarisce se viene rilasciata dalla persona fisica o dal legale rappresentante della società?
Se la procura non manifesta in modo chiaro la volontà di affidare l’incarico per conto della società, viene considerata inidonea a rappresentare l’ente. Come nel caso di specie, dove la procura era rilasciata ‘in proprio quale indagato’, il ricorso presentato per conto della società viene dichiarato inammissibile per difetto di rappresentanza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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