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Procura speciale difensore: la Cassazione chiarisce

Un ricorso per riesame contro un sequestro preventivo, inizialmente dichiarato inammissibile per un presunto difetto nella procura, viene accolto dalla Corte di Cassazione. La sentenza chiarisce la differenza tra la procura speciale difensore per le liti (art. 100 c.p.p.), necessaria in questi casi, e quella per compiere atti specifici (art. 122 c.p.p.), affermando che la prima non richiede formule sacramentali, ma solo la chiara volontà di affidare la difesa.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Procura Speciale del Difensore: Chiarimenti Essenziali dalla Cassazione sul Sequestro

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 3180 del 2024, offre un’importante lezione sulla validità e i requisiti della procura speciale difensore nell’ambito delle impugnazioni di misure cautelari reali, come il sequestro preventivo. La decisione chiarisce la fondamentale differenza tra la procura prevista dall’art. 100 e quella disciplinata dall’art. 122 del codice di procedura penale, ribadendo un principio a tutela del diritto di difesa.

Il Caso: Riesame Inammissibile per Vizio di Procura

La vicenda trae origine da un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le indagini preliminari. Un terzo interessato, ritenendo ingiusto il provvedimento, proponeva istanza di riesame tramite il proprio legale. Tuttavia, il Tribunale per il riesame dei provvedimenti cautelari dichiarava l’istanza inammissibile. La ragione? La procura conferita al difensore veniva ritenuta non idonea, in quanto non qualificabile come “procura speciale” ai sensi della normativa.

Contro questa decisione, il difensore proponeva ricorso per Cassazione, sostenendo che il Tribunale avesse errato nell’interpretare i requisiti della procura necessaria per questo tipo di impugnazione.

La Distinzione Chiave della Cassazione sulla procura speciale difensore

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando l’ordinanza impugnata e chiarendo in modo definitivo la natura della procura richiesta. Il punto centrale della decisione risiede nella distinzione tra due diverse tipologie di procura speciale previste dal codice di procedura penale.

La Procura “alle liti” ex art. 100 c.p.p.

La Corte ha riaffermato che, per contestare un provvedimento di sequestro, la procura necessaria è quella prevista dall’art. 100 c.p.p. Questa procura ha la funzione di conferire un mandato difensivo a un professionista per tutelare le proprie ragioni in una specifica procedura. Non richiede formule sacramentali o rigidi formalismi. Ciò che conta è che dall’atto emerga in modo chiaro e inequivocabile la volontà della parte di affidare a quel determinato avvocato l’incarico di svolgere le necessarie difese in quel contesto.

La Procura per atti specifici ex art. 122 c.p.p.

Diversa è la natura della procura speciale prevista dall’art. 122 c.p.p. Quest’ultima non si limita a conferire un mandato difensivo, ma attribuisce al procuratore la capacità di essere egli stesso soggetto del rapporto processuale, consentendogli di compiere atti che spettano personalmente alla parte (come, ad esempio, chiedere l’accesso a riti alternativi). Questa procura, per la sua portata più incisiva, richiede requisiti più stringenti.

La Validità della Procura nel Caso Concreto

Applicando questi principi al caso di specie, la Cassazione ha ritenuto pienamente valida la procura conferita. L’atto, infatti, presentava tutti gli elementi essenziali:
* Era firmato dal ricorrente.
* Conteneva l’autentica della firma da parte del difensore.
* Indicava il corretto numero di registro del procedimento penale.
* Incaricava il legale di svolgere attività difensiva “in ogni stato e grado del giudizio”.

Questa formula è stata considerata più che sufficiente per manifestare la volontà di essere difesi in quella specifica procedura cautelare. Anche l’assenza della data, rilevata dal Tribunale, è stata superata. La Corte ha specificato che tale mancanza era “sanata” dal fatto che la procura era stata depositata in cancelleria in una data certa, contestualmente all’istanza di riesame.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su un’interpretazione che privilegia la sostanza sulla forma, in piena aderenza al principio del favor per il diritto di difesa. Il Tribunale del riesame ha errato nel richiedere per l’impugnazione del sequestro i requisiti più rigidi della procura ex art. 122 c.p.p., che ha una funzione diversa. La procura ex art. 100 c.p.p., invece, è lo strumento corretto per legittimare il difensore a far valere le ragioni del terzo nell’ambito del procedimento cautelare. La volontà della parte, se chiaramente espressa, è l’elemento dirimente per la validità del mandato difensivo, senza che siano necessarie formule particolari o predefinite.

Le conclusioni

La sentenza annulla l’ordinanza di inammissibilità e rinvia gli atti al Tribunale di Roma per un nuovo esame nel merito. Questa decisione ha un’importante implicazione pratica: consolida il principio secondo cui l’accesso alla giustizia e il diritto di impugnare un provvedimento sfavorevole non possono essere ostacolati da interpretazioni eccessivamente formalistiche della legge. Per il terzo che intende contestare un sequestro, è sufficiente conferire al proprio legale una procura da cui si evinca chiaramente l’intento di essere rappresentato e difeso in quella procedura, senza ulteriori e non richieste formalità.

Quale tipo di procura speciale serve al difensore per impugnare un sequestro preventivo per conto di un terzo interessato?
Secondo la Corte di Cassazione, è necessaria e sufficiente la procura speciale “alle liti” prevista dall’art. 100 del codice di procedura penale, che conferisce un mandato per la difesa in una specifica procedura, e non quella più stringente per il compimento di determinati atti ex art. 122 c.p.p.

La procura speciale del difensore necessita di formule sacramentali per essere valida?
No. La sentenza chiarisce che la procura ex art. 100 c.p.p. non richiede l’uso di formule sacramentali. È fondamentale che dall’atto emerga la chiara e inequivocabile manifestazione di volontà della parte di affidare a un determinato professionista la propria difesa in quella specifica procedura.

L’assenza della data sulla procura la rende automaticamente invalida?
No, non necessariamente. Nel caso esaminato, la Corte ha ritenuto che la mancanza della data fosse “sanata” dal fatto che la procura era stata depositata in cancelleria in una data certa, unitamente all’istanza di riesame, rendendo così certo il momento del conferimento dell’incarico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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