Procura Speciale in Cassazione: Quando un Dettaglio Formale Rende il Ricorso Inammissibile
Nel complesso mondo del diritto processuale penale, la forma è spesso sostanza. Un errore procedurale, anche se apparentemente minore, può avere conseguenze definitive sull’esito di un giudizio. Un caso emblematico è quello deciso dalla Corte di Cassazione con una recente ordinanza, dove la mancanza di una procura speciale in Cassazione ha portato alla dichiarazione di inammissibilità di un ricorso, precludendo ogni esame nel merito. Questo provvedimento sottolinea l’importanza cruciale del rispetto rigoroso delle norme che regolano l’impugnazione davanti alla Suprema Corte.
I Fatti del Caso: dalla Condanna al Ricorso
La vicenda giudiziaria ha origine da una condanna emessa dal Tribunale di Nocera Inferiore nei confronti di una donna per la realizzazione abusiva di alcune tettoie. La sentenza di primo grado veniva confermata dalla Corte di Appello di Salerno, che condannava l’imputata alla pena complessiva di un mese di arresto e 5.000 euro di ammenda. Inoltre, la Corte subordinava la sospensione condizionale della pena all’effettiva demolizione delle opere abusive e alla rimessione in pristino stato dei luoghi entro un termine stabilito.
Contro questa decisione, la difesa proponeva ricorso per cassazione, articolando due motivi principali:
1. Un vizio di motivazione riguardo all’affermazione della responsabilità penale.
2. Una presunta violazione di legge relativa alla subordinazione della sospensione condizionale della pena alla condizione del ripristino.
La Decisione della Corte: una Questione di Procura Speciale
Nonostante i motivi di ricorso sollevati, la Corte di Cassazione non è mai entrata nel merito della questione. L’intero ricorso è stato dichiarato inammissibile per una ragione puramente procedurale. I giudici hanno rilevato che il difensore aveva presentato il ricorso in assenza di una procura speciale rilasciata dalla sua assistita successivamente alla pronuncia della sentenza d’appello.
Questo documento era considerato un requisito indispensabile, poiché il processo di secondo grado si era svolto in assenza dell’imputata. La mancanza di questo specifico atto formale ha impedito alla Corte di considerare valido il ricorso, con tutte le conseguenze del caso.
Le Motivazioni: La Regola della Procura Speciale in Cassazione
La motivazione della Suprema Corte si fonda su un principio fondamentale della procedura penale. Quando l’imputato è assente nel giudizio d’appello, la legge richiede che la sua volontà di impugnare la sentenza davanti alla Cassazione sia manifestata in modo inequivocabile. Questo avviene tramite il rilascio di una procura speciale al proprio difensore, datata successivamente alla sentenza che si intende contestare.
Questo requisito serve a garantire che l’imputato sia effettivamente a conoscenza della condanna subita e che sia sua l’intenzione di procedere con l’ulteriore grado di giudizio. In assenza di tale documento, la legge presume che l’iniziativa sia del solo difensore, rendendo l’atto di impugnazione invalido.
L’inammissibilità del ricorso, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale, ha comportato non solo l’impossibilità di esaminare le censure mosse alla sentenza d’appello, ma anche la condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Difesa
Questa ordinanza offre una lezione fondamentale per imputati e difensori: l’attenzione agli adempimenti formali è tanto importante quanto la preparazione di una solida difesa nel merito. La mancanza di un documento come la procura speciale, soprattutto in un contesto delicato come quello di un imputato assente, può vanificare l’intero percorso di impugnazione. Per il cittadino, ciò si traduce non solo nella definitività della condanna, ma anche in un ulteriore esborso economico. Per il legale, rappresenta un monito sulla necessità di una gestione meticolosa di ogni singolo aspetto procedurale per tutelare al meglio gli interessi del proprio assistito.
Perché il ricorso alla Corte di Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il difensore lo ha proposto senza essere in possesso di una procura speciale rilasciata dall’imputata in data successiva alla sentenza della Corte d’Appello. Tale documento era un requisito essenziale, dato che l’imputata era stata assente durante il processo d’appello.
Quali sono state le conseguenze economiche per la ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende.
La Corte di Cassazione ha esaminato i motivi del ricorso, come la presunta illegalità della condanna?
No, la Corte non ha potuto esaminare nel merito i motivi del ricorso. La mancanza della procura speciale ha costituito un vizio procedurale che ha impedito ai giudici di valutare la fondatezza delle argomentazioni difensive relative alla condanna e alla pena.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 5870 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 5870 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 22/11/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a BOBLINGEN( GERMANIA) il 06/07/1976
avverso la sentenza del 11/03/2024 della CORTE APPELLO di SALERNO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
Ritenuto che con sentenza depositata il 3 maggio 2024 la Corte di appello di Salerno rigettava il gravame proposto da COGNOME NOME avverso la sentenza del 7 novembre 2022 con cui il Tribunale di Nocera Inferiore ne aveva dichiarato la penale responsabilità in ordine al reato a lei ascritto limitatamente alla realizzazione delle tettoie indicate nel capo di imputazione e la aveva pertanto condannata, ritenuta la continuazione con i fatti già giudicati dalla medesima Corte di appello con la sentenza n. 313 del 2016 alla pena complessiva di mesi 1 di arresto ed C 5.000 di ammenda, oltre accessori, avendo altresì subordinato la sospensione condizionale della detta pena alla rimessione in pristino stato dei luoghi a cura della imputata entro un termine datole;
che avverso detta sentenza ha proposto ricorso per cassazione la prevenuta articolando due motivi di ricorso con i quali eccepiva rispettivamente il vizio di motivazione della sentenza impugnata in relazione alla affermazione della sua responsabilità nonché il vizio di violazione di legge e di motivazione in ordine all’avvenuta subordinazione della sospensione condizionale della pena alla condizione dell’avvenuta rimessione in pristino dello stato dei luoghi.
Considerato che il ricorso è inammissibile;
che la difesa della COGNOME ha introdotto il presente giudizio di cassazione in assenza di procura speciale rilasciata successivamente alla pronuncia della sentenza impugnata;
che siffatto documento era necessario, a pena di inammissibilità essendo stato il giudizio di fronte alla Corte di appello celebrato nella assenza della imputata;
che il ricorso devo perciò essere dichiarato inammissibile e, tenuto conto della sentenza 13 giugno 2000, n. 186, della Corte costituzionale nonché rilevato che nella fattispecie non sussistono elementi per ritenere che «la parte abbia proposto il ricorso senza versare in colpa nella determinazione della causa di inammissibilità», alla declaratoria dell’inammissibilità del ricorso consegue, a norma dell’art. 616 cod. proc. pen., la condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali nonché della somma equitativamente fissata in C 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende.
PER QUESTI MOTIVI
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di C 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende.
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Così deciso in Roma, il 22 novembre 2024
il Presidente