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Processo in assenza: trasferimento UE non è fuga

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna emessa nei confronti di un cittadino europeo che si era trasferito in un altro Stato membro prima dell’inizio del procedimento. La Corte ha stabilito che il trasferimento non costituisce di per sé una volontaria sottrazione alla conoscenza del processo. Pertanto, un processo in assenza è illegittimo se lo Stato non ha compiuto ogni ragionevole sforzo per notificare personalmente gli atti all’imputato, non potendo basarsi sulla sola elezione di domicilio presso un difensore d’ufficio con cui non c’è mai stato contatto.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Processo in Assenza: Trasferirsi in un Altro Paese UE Non Significa Fuggire dalla Giustizia

Il diritto di essere presenti al proprio processo è un cardine fondamentale del giusto processo. Ma cosa succede se un cittadino europeo, indagato in Italia, si trasferisce in un altro Stato membro? Questo gesto può essere interpretato come un tentativo di fuga, giustificando un processo in assenza? Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa chiarezza su questo punto cruciale, rafforzando le garanzie difensive e il principio della libertà di circolazione nell’Unione Europea.

I Fatti del Caso

Un cittadino della Repubblica Ceca veniva condannato nel 2019 dal Tribunale di Venezia per un reato commesso nel 2013. L’uomo, tuttavia, non aveva mai avuto conoscenza del procedimento a suo carico. Poco dopo i fatti contestati, e ben prima che il processo iniziasse, si era trasferito ad Amburgo, in Germania. L’istanza di rescissione della sentenza, basata proprio sulla mancata conoscenza del processo, veniva rigettata dalla Corte di appello. Secondo i giudici di secondo grado, trasferendosi all’estero senza comunicare il nuovo recapito, l’imputato si era volontariamente e deliberatamente sottratto alla giustizia.

La Decisione sul Processo in Assenza

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’imputato, annullando la decisione della Corte di appello. I giudici supremi hanno ribadito un principio fondamentale: il mero trasferimento di un imputato straniero in un altro Paese dell’Unione Europea non è di per sé sufficiente a dimostrare la sua volontà di sottrarsi alla conoscenza del processo. La celebrazione di un processo in assenza richiede prove concrete e positive, non mere presunzioni.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha smontato l’argomentazione della Corte di appello, basata su un’interpretazione errata della normativa sul processo in assenza. Ecco i punti chiave del ragionamento:

1. L’Onere della Prova è dello Stato: Spetta all’autorità giudiziaria dimostrare, con certezza, che l’imputato era a conoscenza del procedimento o che si è volontariamente sottratto a tale conoscenza. Non si può invertire l’onere probatorio, pretendendo che sia l’imputato a dimostrare di non aver colpevolmente ignorato il processo.

2. Irrilevanza dell’Elezione di Domicilio senza Contatto Effettivo: Nel caso di specie, l’imputato era stato dichiarato assente sulla base della notifica degli atti presso il difensore d’ufficio, dove aveva eletto domicilio al momento dell’arresto iniziale. Tuttavia, come confermato dalle Sezioni Unite, questa elezione di domicilio è priva di valore se non è seguita dall’instaurazione di un effettivo rapporto professionale tra l’imputato e il legale. Senza un contatto reale, non si può presumere che l’imputato sia stato informato.

3. Dovere di Ricerca Attiva: L’autorità giudiziaria aveva il dovere di disporre le ricerche dell’imputato per notificargli personalmente l’atto di citazione a giudizio. Il fatto che si fosse trasferito all’estero non ostacolava questo dovere, specialmente considerando che la madre risiedeva ancora in Italia e avrebbe potuto essere contattata per ottenere informazioni. La mancata esecuzione di queste ricerche costituisce un’omissione grave.

4. Libertà di Circolazione UE: Il trasferimento in un altro Stato dell’Unione Europea è l’esercizio di un diritto fondamentale. Non può essere interpretato automaticamente come un atto colpevole finalizzato a eludere la giustizia, a meno che non vi siano elementi specifici che lo dimostrino (ad esempio, il trasferimento in uno Stato noto per la scarsa collaborazione giudiziaria).

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa sentenza ha importanti implicazioni pratiche. Anzitutto, rafforza le garanzie per tutti i cittadini europei, assicurando che l’esercizio del diritto alla libera circolazione non possa essere usato contro di loro in un procedimento penale. In secondo luogo, impone alle autorità giudiziarie un dovere di maggiore diligenza: prima di procedere in assenza, devono dimostrare di aver esperito tutti i tentativi ragionevoli per rintracciare l’imputato e informarlo personalmente. Una semplice notifica al difensore d’ufficio non è più sufficiente, soprattutto quando è evidente la mancanza di un rapporto effettivo tra legale e assistito. La pronuncia ribadisce che il processo in assenza deve rimanere un’eccezione, applicabile solo quando vi è la certezza di una scelta consapevole dell’imputato.

Trasferirsi in un altro Paese dell’Unione Europea mentre si è indagati in Italia è considerato una fuga?
No, secondo la Corte di Cassazione, il mero trasferimento in un altro Stato membro dell’UE non costituisce di per sé una “volontaria sottrazione alla conoscenza del processo”. È l’esercizio di un diritto e non può essere presunto come un atto colpevole.

È sufficiente la notifica degli atti al difensore d’ufficio per procedere con un processo in assenza?
No. La sola elezione di domicilio presso un difensore d’ufficio, senza che sia provata l’instaurazione di un effettivo rapporto professionale e di contatto, non è un presupposto idoneo a far ritenere che l’imputato abbia avuto conoscenza del procedimento.

Quale obbligo ha l’autorità giudiziaria prima di dichiarare un imputato assente?
L’autorità giudiziaria ha l’obbligo di disporre ricerche attive per rintracciare l’imputato e notificargli personalmente l’atto con la “vocatio in iudicium”. Solo dopo aver tentato senza successo queste ricerche, e in presenza di elementi che facciano ritenere una volontaria sottrazione, si può procedere in assenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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