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Processo in assenza: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un condannato in un processo in assenza. La Corte chiarisce che, a seguito della riforma, il rimedio corretto contro una condanna in assenza di cui non si è avuta conoscenza non è l’incidente di esecuzione ma la rescissione del giudicato. Inoltre, la provata conoscenza del procedimento da parte dell’imputato esclude la possibilità di ottenere la restituzione nel termine per impugnare.

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Pubblicato il 20 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Processo in Assenza: La Cassazione Chiarisce i Rimedi a Disposizione dell’Imputato

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti sulla disciplina del processo in assenza, introdotta con la legge n. 67 del 2014, e sui rimedi a disposizione dell’imputato condannato. La decisione sottolinea la netta distinzione con il precedente istituto della contumacia e individua con precisione gli strumenti processuali corretti per far valere eventuali vizi del procedimento. Analizziamo nel dettaglio la pronuncia per comprendere le sue implicazioni pratiche.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso di un soggetto condannato in via definitiva da un Tribunale militare nel 2017. L’interessato, tramite il suo difensore, aveva adito il giudice dell’esecuzione chiedendo, in via principale, la declaratoria di non esecutività della sentenza per mancata notificazione dell’estratto contumaciale e, in subordine, la restituzione nel termine per poter impugnare la condanna.

Il Tribunale militare, in funzione di giudice dell’esecuzione, rigettava l’istanza, osservando che il processo si era svolto secondo le nuove regole del processo in assenza e non quelle della contumacia, pertanto la notifica dell’estratto non era dovuta. Inoltre, la richiesta di restituzione nel termine era infondata, poiché risultava agli atti che l’imputato avesse avuto conoscenza sia del procedimento (avendo richiesto copie di verbali) sia della sentenza (avendone ricevuta copia già nel 2018). Avverso tale ordinanza, il condannato proponeva ricorso per Cassazione.

La Decisione della Corte sul Processo in Assenza

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile in ogni sua parte, confermando la correttezza della decisione del giudice dell’esecuzione. La sentenza si articola su tre punti fondamentali che chiariscono la corretta applicazione delle norme procedurali in materia di assenza dell’imputato.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha basato la sua decisione su argomentazioni giuridiche precise e consolidate.

1. Corretta Applicazione della Nuova Disciplina

Il primo motivo di ricorso, centrato sulla mancata notifica dell’estratto contumaciale, è stato ritenuto manifestamente infondato. I giudici hanno ribadito che la nuova disciplina del processo in assenza si applica a tutti i procedimenti pendenti in primo grado alla data della sua entrata in vigore, a condizione che l’imputato non fosse già stato dichiarato contumace. Nel caso di specie, ricorrevano tali presupposti, rendendo corretta l’applicazione delle nuove norme, che non prevedono più la notifica dell’estratto della sentenza.

2. L’Errore nella Scelta del Rimedio Processuale

La Corte ha poi chiarito un punto cruciale: eventuali vizi nella dichiarazione di assenza o la prova di una mancata conoscenza incolpevole del processo non possono essere fatti valere tramite un incidente di esecuzione. Lo strumento corretto previsto dal legislatore per queste situazioni è la rescissione del giudicato (art. 629-bis c.p.p.). L’incidente di esecuzione non può essere utilizzato per denunciare nullità processuali della fase di cognizione, ormai coperte dal giudicato.

3. L’Inammissibilità della Restituzione nel Termine

Anche il motivo relativo alla restituzione nel termine per impugnare è stato giudicato inammissibile. Con l’abolizione della contumacia, la restituzione nel termine ha un’applicazione residuale. Il rimedio principe per l’imputato assente che non abbia avuto conoscenza del processo è, come detto, la rescissione del giudicato. Inoltre, nel caso specifico, era palesemente infondato perché le prove documentali dimostravano in modo inconfutabile che il ricorrente era a conoscenza sia della pendenza del processo sia dell’esistenza della sentenza di condanna sin dal 2018. Tale conoscenza effettiva esclude i presupposti per la concessione della restituzione nel termine.

Le Conclusioni

La sentenza in esame consolida un importante principio di diritto processuale: nel sistema attuale, l’imputato che lamenti una condanna subita in un processo in assenza del quale non ha avuto effettiva conoscenza deve utilizzare lo strumento specifico della rescissione del giudicato. L’incidente di esecuzione e la restituzione nel termine non sono rimedi fungibili o alternativi. Questa pronuncia serve da monito sulla necessità di scegliere lo strumento processuale corretto, evidenziando come la conoscenza effettiva del procedimento da parte dell’imputato precluda l’accesso a rimedi volti a sanare una presunta ignoranza incolpevole.

Qual è il rimedio corretto per un imputato condannato in un processo in assenza di cui sostiene di non aver avuto conoscenza?
Secondo la Corte di Cassazione, il rimedio specifico previsto dalla legge è la rescissione del giudicato (art. 629-bis c.p.p.), e non l’incidente di esecuzione, il quale non può essere utilizzato per contestare vizi della fase di cognizione.

Dopo la riforma del 2014, è ancora necessaria la notifica dell’estratto della sentenza all’imputato assente?
No, la disciplina del processo in assenza, che ha sostituito quella della contumacia, non prevede più l’obbligo di notificare l’estratto della sentenza di condanna. L’applicazione di questa nuova disciplina è stata ritenuta corretta per i processi pendenti al momento della sua entrata in vigore.

È possibile ottenere la restituzione nel termine per impugnare una sentenza se si era a conoscenza del processo?
No. La Corte ha stabilito che è incontestabile che l’imputato avesse avuto conoscenza sia del procedimento in corso che della sentenza finale. Tale conoscenza effettiva è un presupposto che impedisce la concessione della restituzione nel termine, la quale richiede che l’imputato non abbia potuto proporre impugnazione tempestivamente senza sua colpa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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