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Processo in assenza: la notifica non basta più

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna emessa in assenza dell’imputato. Secondo i giudici, dopo la Riforma Cartabia, la notifica del decreto di citazione a giudizio tramite ‘compiuta giacenza’ non è sufficiente a dimostrare la conoscenza effettiva del processo o la volontà di sottrarvisi. La sentenza sottolinea come il nuovo articolo 420-bis c.p.p. richieda una prova certa e non più presunzioni legali per poter celebrare un processo in assenza, distinguendo nettamente la conoscenza del procedimento da quella del processo.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Processo in Assenza: La Svolta della Cassazione dopo la Riforma Cartabia

Una recente sentenza della Corte di Cassazione segna un punto di svolta fondamentale nell’interpretazione delle norme sul processo in assenza, alla luce delle modifiche introdotte dalla Riforma Cartabia. La Suprema Corte ha stabilito che la mera regolarità formale della notifica, come quella per compiuta giacenza, non è più sufficiente per procedere in assenza dell’imputato. È necessaria la prova della sua conoscenza effettiva del processo o della volontà di sottrarvisi.

I Fatti del Caso

Il caso nasce da un ricorso del Procuratore Generale contro una sentenza del Tribunale di Modena. Quest’ultimo aveva condannato un imputato per lesioni personali, procedendo in sua assenza. La dichiarazione di assenza si basava sul fatto che la notifica del decreto di citazione a giudizio si era perfezionata per compiuta giacenza, poiché l’imputato non aveva ritirato l’atto presso l’ufficio postale.
Il Tribunale aveva ritenuto che l’imputato, omettendo ‘colpevolmente’ di ritirare l’atto, si fosse di fatto sottratto alla conoscenza degli atti. Il Procuratore Generale, tuttavia, ha contestato questa interpretazione, sostenendo che dagli atti non emergeva né la conoscenza effettiva del processo, né una volontà deliberata di sottrarvisi, ma solo il perfezionamento formale della notifica.

La Decisione della Cassazione e le Regole sul Processo in Assenza

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando la sentenza impugnata. Il cuore della decisione risiede nell’analisi del nuovo articolo 420-bis del codice di procedura penale, come modificato dalla Riforma Cartabia (D.Lgs. n. 150/2022).
I giudici di legittimità hanno chiarito che la riforma ha voluto dare piena attuazione al principio della conoscenza effettiva del processo da parte dell’imputato. La regolarità formale della notificazione è una condizione necessaria, ma non più sufficiente. Il giudice deve verificare attivamente che l’imputato sia a conoscenza del processo (inteso come conoscenza dell’accusa contenuta in un atto formale di citazione a giudizio) e non può più basarsi su presunzioni legali.

Le Motivazioni

La Corte ha evidenziato l’errore del Tribunale nel fare ricorso al ‘criterio della colpa’. Il nuovo art. 420-bis c.p.p. è esplicito: in mancanza di certezza sulla conoscenza del processo, si può procedere in assenza solo se l’imputato si è ‘volontariamente’ sottratto a tale conoscenza. Il termine ‘volontariamente’ implica un dolo, una scelta deliberata, non una semplice negligenza o colpa.
Nel caso specifico, l’unico atto notificato con certezza all’imputato era l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. La Cassazione, richiamando anche un precedente delle Sezioni Unite (sent. n. 28912/2019), ha ribadito che la conoscenza del procedimento (fase delle indagini) non equivale alla conoscenza del processo (fase del giudizio). La Riforma Cartabia ha eliminato ogni ambiguità, specificando che la conoscenza deve riguardare il ‘processo’.
Di conseguenza, procedere in assenza basandosi unicamente su una notifica per compiuta giacenza, senza altri elementi che provino la volontà dell’imputato di sottrarsi alla giustizia, costituisce un errore di diritto che invalida il giudizio.

Le Conclusioni

Questa sentenza consolida un principio garantista di fondamentale importanza: non si può essere giudicati senza avere la certezza che si sia stati messi nelle condizioni di sapere di essere sotto processo. La Riforma Cartabia ha segnato un passaggio da un sistema basato su presunzioni di conoscenza a uno fondato sulla prova della conoscenza effettiva. Per gli operatori del diritto, ciò significa che la dichiarazione di assenza richiederà un’istruttoria più approfondita da parte del giudice, che dovrà motivare in modo puntuale la sussistenza dei presupposti previsti dall’art. 420-bis c.p.p., senza potersi più accontentare della mera regolarità delle notifiche. Per i cittadini, rappresenta una maggiore tutela del diritto di difesa, pilastro di un giusto processo.

Dopo la Riforma Cartabia, una notifica perfezionata per compiuta giacenza è sufficiente per dichiarare l’assenza dell’imputato?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la sola notifica perfezionata per compiuta giacenza non è più sufficiente. Il giudice deve verificare che vi sia la prova certa della conoscenza effettiva del processo da parte dell’imputato o che quest’ultimo si sia ‘volontariamente’ sottratto a tale conoscenza.

Qual è la differenza tra ‘sottrarsi colpevolmente’ e ‘sottrarsi volontariamente’ alla conoscenza del processo?
‘Sottrarsi colpevolmente’ implica una negligenza o una disattenzione nel non venire a conoscenza dell’atto (es. non controllare la posta). ‘Sottrarsi volontariamente’, come richiesto dalla nuova norma, implica un’azione deliberata e intenzionale finalizzata a evitare la conoscenza del processo, un requisito molto più stringente che esclude la semplice colpa.

La conoscenza dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari equivale alla conoscenza del processo?
No. La sentenza ribadisce che la conoscenza dell’avviso di conclusione delle indagini attesta la conoscenza del ‘procedimento’, ma non del ‘processo’. La conoscenza rilevante per poter procedere in assenza è quella successiva, relativa all’atto formale di citazione a giudizio, che dà inizio alla fase processuale vera e propria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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