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Processo in absentia: quali tutele per l’imputato?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 19785/2024, ha annullato l’ordinanza del Tribunale di Prato, chiarendo le regole applicabili al processo in absentia. Il caso riguardava un imputato, dichiarato irreperibile e poi condannato in contumacia prima della riforma del 2014. La Corte ha stabilito che, in tali circostanze, l’imputato ha ancora diritto a richiedere la restituzione nel termine per impugnare la sentenza secondo la vecchia normativa, poiché la presenza di un decreto di irreperibilità è un fattore discriminante nell’applicazione delle norme transitorie.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Processo in Absentia: la Cassazione Definisce le Tutele per l’Imputato Irreperibile

Con la sentenza n. 19785 del 10 aprile 2024, la Corte di Cassazione è intervenuta su un’importante questione di diritto transitorio riguardante il processo in absentia. La decisione chiarisce quali rimedi processuali siano applicabili ai casi giudicati sotto il vigore della vecchia disciplina della contumacia, ma le cui impugnazioni si collocano a cavallo della riforma del 2014. La pronuncia sottolinea l’importanza del decreto di irreperibilità nel determinare la normativa applicabile.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine dal ricorso di un individuo condannato in primo grado nel marzo 2014. Il procedimento a suo carico era stato caratterizzato da una serie di passaggi procedurali cruciali: inizialmente, il Pubblico Ministero aveva emesso un decreto di irreperibilità nel luglio 2012, non essendo riuscito a notificargli l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Di conseguenza, sia questo atto che il successivo decreto di fissazione dell’udienza preliminare erano stati notificati al difensore d’ufficio.

All’udienza del dicembre 2012, l’imputato era stato dichiarato contumace e, successivamente, condannato. Anni dopo, l’interessato presentava un’istanza al giudice dell’esecuzione per ottenere la restituzione nel termine per proporre appello avverso quella sentenza. Il Tribunale di Prato, tuttavia, rigettava la richiesta, ritenendo che, essendo il procedimento ancora in corso al momento dell’entrata in vigore della legge n. 67/2014 (che ha abolito la contumacia in favore del processo in absentia), si dovesse applicare una specifica disciplina transitoria che, a suo dire, precludeva il rimedio richiesto.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Processo in Absentia

La Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’imputato, annullando con rinvio l’ordinanza del Tribunale. La Corte ha ritenuto che il giudice dell’esecuzione avesse compiuto un’erronea interpretazione delle norme transitorie che regolano il passaggio dal regime della contumacia a quello del processo in absentia.

I giudici di legittimità hanno chiarito che la scelta ermeneutica del Tribunale non teneva conto della distinzione fondamentale operata dal legislatore. Il punto nodale della questione risiede nell’interpretazione dell’art. 15-bis della legge n. 67/2014.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha basato la sua decisione su un consolidato orientamento giurisprudenziale. Le disposizioni che hanno introdotto il processo in absentia non si applicano, in via generale, ai procedimenti in cui, alla data di entrata in vigore della riforma (agosto 2014), era già stata emessa una sentenza di primo grado.

Tuttavia, la normativa transitoria (art. 15-bis, comma 2) prevede una deroga cruciale. Stabilisce che le vecchie norme sulla contumacia continuano ad applicarsi ai procedimenti in corso quando l’imputato è stato dichiarato contumace e non è stato emesso il decreto di irreperibilità. La Corte ha ragionato a contrario: se, come nel caso di specie, la dichiarazione di contumacia è stata preceduta da un valido decreto di irreperibilità, allora la disciplina previgente, con i relativi rimedi, rimane pienamente applicabile.

In altre parole, la Cassazione afferma che la coesistenza di una dichiarazione di contumacia e di un precedente decreto di irreperibilità ‘congela’ la situazione alla normativa anteriore alla riforma. Di conseguenza, l’imputato aveva pieno diritto di esperire il rimedio della restituzione nel termine per impugnare, previsto dall’art. 175 del codice di procedura penale nella sua vecchia formulazione. Il Tribunale, rigettando l’istanza, ha quindi violato la legge processuale.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale per garantire i diritti di difesa nel passaggio tra diversi regimi processuali. La decisione chiarisce che la presenza di un decreto di irreperibilità emesso prima della dichiarazione di contumacia è l’elemento decisivo per determinare quale corpus di norme applicare ai procedimenti pendenti al momento della riforma del 2014. Per gli imputati che si trovano in questa specifica situazione, rimangono accessibili i rimedi previsti dalla disciplina della contumacia, inclusa la possibilità di richiedere la restituzione nel termine per proporre impugnazione, assicurando così una tutela effettiva contro le condanne emesse a loro insaputa.

Quali regole si applicano ai processi con sentenza di primo grado emessa prima dell’introduzione del processo in absentia?
In linea di principio, continuano ad applicarsi le norme previgenti relative alla contumacia e i relativi rimedi, come la restituzione nel termine per impugnare, specialmente se la dichiarazione di contumacia era stata preceduta da un decreto di irreperibilità dell’imputato.

La presenza di un decreto di irreperibilità è rilevante per determinare la legge applicabile?
Sì, secondo la Corte di Cassazione è un fattore decisivo. La normativa transitoria prevede che le vecchie regole si applichino ai procedimenti in cui l’imputato è stato dichiarato contumace e non è stato emesso un decreto di irreperibilità. Di conseguenza, se tale decreto è stato emesso, si applicano a maggior ragione le tutele della normativa previgente.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la decisione del Tribunale?
La Corte ha annullato la decisione perché il Tribunale ha interpretato erroneamente le norme transitorie. Ha negato all’imputato il diritto alla restituzione nel termine senza considerare che, proprio a causa della preesistenza di un decreto di irreperibilità, l’imputato aveva diritto a utilizzare i rimedi previsti dalla vecchia disciplina processuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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