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Procedimento di esecuzione: nullo senza richiesta P.M.

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di confisca emessa in fase esecutiva. La Corte ha stabilito che il procedimento di esecuzione non può essere avviato d’ufficio dal giudice, ma richiede un impulso di parte, ovvero una richiesta formale del Pubblico Ministero. L’assenza di tale richiesta determina una nullità insanabile del provvedimento.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Procedimento di Esecuzione: Nullo Senza Richiesta del Pubblico Ministero

Il rispetto delle regole procedurali è un pilastro fondamentale dello Stato di Diritto, garantendo che ogni atto giudiziario sia legittimo e prevedibile. Questa garanzia assume un’importanza cruciale nella fase esecutiva, quando la decisione del giudice diventa concreta. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ribadisce un principio cardine: il procedimento di esecuzione non può essere avviato d’ufficio dal giudice, ma necessita di una richiesta formale di una parte. Vediamo nel dettaglio il caso e le sue implicazioni.

I Fatti del Caso

Un soggetto, condannato in via definitiva per un reato fiscale, si vedeva destinatario di un’ordinanza di confisca per un valore di circa 145.000 euro, emessa dal Tribunale in funzione di Giudice dell’esecuzione. L’ordinanza disponeva la confisca di un immobile e di altre disponibilità finanziarie, considerate profitto del reato. La difesa dell’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando una questione procedurale decisiva: il procedimento era stato avviato su semplice segnalazione della cancelleria del tribunale, senza una formale richiesta da parte del Pubblico Ministero, come invece previsto dalla legge.

La Decisione della Corte e il Ruolo dell’Impulso di Parte

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio l’ordinanza di confisca. Il motivo centrale della decisione risiede nella violazione dell’articolo 666 del codice di procedura penale. I giudici hanno affermato, in linea con un orientamento giurisprudenziale consolidato, che il procedimento di esecuzione esige, per la sua valida instaurazione, l’impulso di parte. Salvo casi eccezionali e tassativamente previsti (come l’applicazione di amnistia o indulto), il giudice non può agire di propria iniziativa.

La Nullità Assoluta e Insanabile

L’avvio del procedimento senza una richiesta del Pubblico Ministero non è una mera irregolarità, ma costituisce un vizio gravissimo che porta a una nullità definita “assoluta e insanabile”. Questo significa che il difetto non può essere corretto o superato in alcun modo e inficia la validità dell’intero procedimento e del provvedimento finale. La Corte ha sottolineato che anche una sollecitazione proveniente dalla cancelleria, come avvenuto nel caso di specie, non può sostituire la necessaria istanza formale del Pubblico Ministero.

Le Motivazioni

La motivazione della Suprema Corte si fonda sulla necessità di garantire il corretto contraddittorio e la distribuzione dei ruoli processuali. Il Pubblico Ministero è la parte pubblica che ha il compito di promuovere l’esecuzione delle sentenze penali di condanna. Il giudice, in questa fase, ha un ruolo di controllo e garanzia, ma non può sostituirsi all’organo dell’accusa nell’attivare il procedimento.
La Corte ha ritenuto la nullità così evidente e grave da annullare direttamente l’ordinanza senza rinviare il caso al Tribunale. Questa scelta è stata motivata dall’esigenza di evitare un’ulteriore e inutile udienza, considerata “ultronea e defatigante”, data l’impossibilità di sanare il vizio originario. La decisione riafferma con forza che le forme procedurali sono una garanzia essenziale per i diritti dei cittadini e non possono essere aggirate, nemmeno per finalità di efficienza.

Le Conclusioni

La sentenza in esame rappresenta un importante monito sul rigore procedurale richiesto nella fase esecutiva del processo penale. Stabilisce in modo inequivocabile che qualsiasi provvedimento emesso dal Giudice dell’esecuzione senza una formale e precedente richiesta del Pubblico Ministero è radicalmente nullo. Questa pronuncia tutela il principio della domanda e la corretta dialettica processuale, impedendo che il giudice assuma un ruolo inquisitorio in una fase che deve essere caratterizzata dalla terzietà e dal controllo sulla legittimità degli atti.

Un giudice può avviare un procedimento di esecuzione per confisca di sua iniziativa?
No. La sentenza chiarisce che il procedimento di esecuzione esige l’impulso di parte, cioè una richiesta formale del Pubblico Ministero, salvo casi eccezionali come l’applicazione di amnistia o indulto.

Cosa succede se un provvedimento di confisca viene emesso senza la richiesta del Pubblico Ministero?
Il provvedimento è viziato da nullità insanabile, ovvero un difetto così grave da renderlo invalido e non sanabile. La Corte di Cassazione, in questo caso, lo annulla senza necessità di un nuovo giudizio.

Una segnalazione della cancelleria del tribunale può sostituire la richiesta del Pubblico Ministero?
No. La sentenza, richiamando precedenti conformi, chiarisce che una sollecitazione della cancelleria non ha il valore di impulso di parte e non è sufficiente a dare avvio legittimo al procedimento di esecuzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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