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Procedimento de plano: quando è nullo senza udienza?

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza emessa da un giudice dell’esecuzione che aveva rigettato un’istanza senza fissare l’udienza. La Corte ha stabilito che il procedimento de plano è una procedura eccezionale, applicabile solo in casi di manifesta inammissibilità. Al di fuori di queste ipotesi, l’omissione dell’udienza e del contraddittorio con la difesa determina una nullità assoluta del provvedimento, violando il diritto di difesa. Il caso è stato rinviato al Tribunale per un nuovo esame nel rispetto delle corrette procedure.

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Pubblicato il 15 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Procedimento de plano: quando è nullo senza udienza?

La fase di esecuzione della pena è un momento cruciale del procedimento penale, in cui i diritti della persona condannata devono essere pienamente garantiti. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 33618/2024) ribadisce un principio fondamentale: l’utilizzo del procedimento de plano, ovvero la decisione senza udienza, è un’eccezione e non la regola. L’omissione del contraddittorio al di fuori dei casi specifici previsti dalla legge comporta la nullità assoluta del provvedimento del giudice. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Un individuo, in fase di esecuzione di una pena detentiva, presentava un’istanza al Tribunale competente, in funzione di giudice dell’esecuzione, per ottenere una rideterminazione della pena residua da scontare. Il giudice, dopo aver esaminato le ragioni del provvedimento di esecuzione già emesso, rigettava l’istanza ritenendo corrette le modalità di calcolo della pena.

La particolarità del caso risiede nel modo in cui è stata presa questa decisione: il giudice ha agito de plano, emettendo un’ordinanza senza fissare un’udienza in camera di consiglio e, di conseguenza, senza sentire le argomentazioni della difesa e del pubblico ministero. Contro questa ordinanza, il condannato ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando proprio la violazione del suo diritto al contraddittorio, garantito dall’art. 666 del codice di procedura penale.

La Decisione della Corte di Cassazione e i limiti del procedimento de plano

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando l’ordinanza impugnata e rinviando il caso al Tribunale per un nuovo giudizio. Il cuore della decisione si concentra sull’interpretazione e l’applicazione dell’art. 666 c.p.p., che disciplina gli incidenti di esecuzione.

La Corte ha chiarito che il procedimento de plano è una via percorribile solo in due specifiche e tassative ipotesi, indicate dal comma 2 dello stesso articolo:
1. Quando la richiesta è manifestamente infondata per difetto delle condizioni di legge.
2. Quando la richiesta è una mera riproposizione di un’istanza già rigettata.

Queste sono situazioni in cui la decisione è quasi automatica e non richiede una valutazione discrezionale o un approfondimento sul merito. In tutti gli altri casi, la regola generale impone al giudice di fissare un’udienza in camera di consiglio, dando avviso alle parti e ai difensori, e garantendo la partecipazione necessaria del difensore e del pubblico ministero.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Cassazione è netta: il giudice dell’esecuzione, nel caso di specie, non si è limitato a una verifica formale delle condizioni di ammissibilità, ma è entrato nel merito della questione, valutando la correttezza del calcolo della pena. Questo tipo di valutazione esula dalle ipotesi di manifesta infondatezza che legittimano una decisione de plano.

L’aver omesso di fissare l’udienza ha comportato una violazione diretta del diritto al contraddittorio. Tale violazione, secondo la Corte, integra una nullità di ordine generale e di carattere assoluto, ai sensi degli artt. 178 e 179 c.p.p., poiché si traduce in una lesione del diritto di difesa, equiparabile alla “omessa citazione dell’imputato e all’assenza del suo difensore nei casi in cui ne è obbligatoria la presenza”.

Una nullità di questa gravità è insanabile e rilevabile d’ufficio in ogni stato e grado del procedimento, portando inevitabilmente all’annullamento dell’atto viziato. La Corte ha quindi disposto l’annullamento con rinvio, affinché il Tribunale proceda a un nuovo esame, questa volta instaurando correttamente il contraddittorio tra le parti.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa sentenza riafferma la centralità del contraddittorio come pilastro del giusto processo, anche nella fase esecutiva. Il messaggio per gli operatori del diritto è chiaro: la procedura semplificata del procedimento de plano deve essere utilizzata con estrema cautela e solo nei casi strettamente previsti dalla legge. Ogni volta che una decisione richiede una valutazione di merito, anche minima, il giudice ha l’obbligo di fissare un’udienza per consentire alla difesa di esporre le proprie ragioni. La scorciatoia procedurale, se utilizzata in modo improprio, non solo è illegittima ma produce un atto radicalmente nullo, vanificando l’attività giudiziaria e ritardando la definizione del procedimento.

Quando un giudice dell’esecuzione può decidere un’istanza ‘de plano’, cioè senza udienza?
Esclusivamente in due casi tassativamente previsti dall’art. 666, comma 2, del codice di procedura penale: quando la richiesta è manifestamente infondata per difetto delle condizioni di legge o quando è una mera riproposizione di un’istanza già rigettata.

Cosa succede se il giudice adotta un provvedimento ‘de plano’ al di fuori dei casi consentiti?
Il provvedimento è affetto da una nullità di ordine generale e di carattere assoluto, poiché viola il diritto al contraddittorio e alla difesa. Di conseguenza, tale provvedimento deve essere annullato.

L’annullamento di un’ordinanza emessa ‘de plano’ comporta che il caso debba essere deciso da un altro giudice?
No. La Corte di Cassazione, nel provvedimento in esame, ha specificato che non sussiste incompatibilità per il medesimo giudice a pronunciarsi nuovamente sul caso in sede di rinvio, a condizione che questa volta rispetti le corrette forme procedurali e fissi l’udienza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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