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Procedimento de plano: Cassazione annulla senza rinvio

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza del Tribunale di Trento che aveva rigettato un’istanza di rideterminazione della pena con un procedimento de plano, ovvero senza fissare un’udienza. La Suprema Corte ha stabilito che tale modalità è illegittima al di fuori dei casi eccezionali previsti dalla legge, poiché viola il diritto al contraddittorio, configurando una nullità assoluta del provvedimento.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Procedimento de plano: Quando il Giudice non può decidere senza un’udienza

Il diritto al contraddittorio rappresenta una colonna portante del giusto processo, garantendo a ogni parte la possibilità di essere ascoltata. Ma questo principio vale anche dopo la condanna definitiva? Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 9428/2024) ha ribadito con forza che il procedimento de plano, ovvero la decisione presa dal giudice senza un’udienza formale, è un’eccezione da applicare con estremo rigore, specialmente nella fase di esecuzione della pena.

I Fatti del Caso: Una Richiesta Respinta Senza Dibattito

La vicenda trae origine dall’istanza di un condannato che, tramite il suo difensore, aveva richiesto al Tribunale di Trento, in qualità di Giudice dell’esecuzione, la rideterminazione della pena derivante da un cumulo di sentenze. Contrariamente alle aspettative, il Giudice rigettava la richiesta senza fissare alcuna udienza camerale, decidendo de plano sulla base dei soli atti.

Il condannato ha quindi proposto ricorso per cassazione, lamentando una violazione cruciale delle norme procedurali: la lesione del suo diritto a partecipare al procedimento e a esporre le proprie ragioni, garantito dall’articolo 666 del codice di procedura penale.

L’Uso Eccezionale del procedimento de plano

Il cuore della questione giuridica risiede nell’interpretazione dei poteri del Giudice dell’esecuzione. L’articolo 666 c.p.p. stabilisce che la procedura standard per le decisioni in questa fase è l’udienza in camera di consiglio, alla quale partecipano il difensore e il Pubblico Ministero. Il procedimento de plano è consentito solo in due casi specifici:

1. Quando la richiesta è manifestamente infondata per difetto delle condizioni di legge.
2. Quando si tratta della mera riproposizione di un’istanza già rigettata, basata sui medesimi elementi.

Al di fuori di queste ipotesi, o di altre espressamente previste (come quelle ‘senza formalità’ ex art. 667 c.p.p.), il giudice è obbligato a instaurare il contraddittorio.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto pienamente le doglianze del ricorrente, annullando l’ordinanza impugnata. I giudici di legittimità hanno chiarito che il provvedimento emesso dal Giudice dell’esecuzione, violando il diritto al contraddittorio al di fuori dei casi eccezionali, è affetto da nullità di ordine generale e a carattere assoluto. Questa nullità deriva direttamente dalla violazione degli articoli 178, lettera c), e 179, comma 1, del codice di procedura penale, poiché l’omessa citazione del condannato e l’assenza del difensore in un’udienza obbligatoria ledono in modo insanabile il diritto di difesa. La Corte ha sottolineato che la funzione principale dell’art. 666 c.p.p. è proprio quella di regolare la forma di tutti i procedimenti esecutivi, ponendo l’udienza come regola e la decisione de plano come eccezione.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta un importante monito sul rispetto delle garanzie procedurali anche nella fase post-condanna. La decisione di annullare senza rinvio il provvedimento e di trasmettere gli atti al Tribunale di Trento per un nuovo esame sottolinea che il diritto al giusto processo non si esaurisce con la sentenza di colpevolezza. Ogni istanza, a meno che non sia palesemente inammissibile, merita di essere discussa in un confronto dialettico tra le parti. L’efficienza non può mai prevalere sui diritti fondamentali della difesa, e il procedimento de plano deve rimanere uno strumento da utilizzare con estrema cautela e solo nei limiti tassativamente previsti dalla legge.

Può il giudice dell’esecuzione decidere su un’istanza senza fissare un’udienza?
No, di regola non può. Secondo la Corte di Cassazione, la procedura che prevede il contraddittorio tra le parti è la norma. La decisione de plano (senza udienza) è un’eccezione applicabile solo in casi specifici, come la manifesta infondatezza della richiesta o la mera riproposizione di un’istanza già rigettata.

Cosa succede se un giudice decide de plano al di fuori dei casi consentiti dalla legge?
Il provvedimento è affetto da nullità di ordine generale e a carattere assoluto. Ciò significa che la decisione è invalida e deve essere annullata, come avvenuto nel caso di specie, perché viola il diritto fondamentale al contraddittorio e alla difesa.

Qual è l’esito finale di questa sentenza della Cassazione?
La Corte ha annullato senza rinvio l’ordinanza del Tribunale. Questo non significa che la richiesta del condannato sia stata accolta nel merito, ma che il provvedimento iniziale era proceduralmente illegittimo. Gli atti sono stati trasmessi nuovamente al Tribunale di Trento, che dovrà riesaminare la richiesta rispettando la procedura corretta, ovvero fissando un’udienza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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