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Principio di specialità: Cassazione chiarisce i limiti

Una persona consegnata all’Italia sulla base di un mandato d’arresto europeo ha contestato l’esecuzione di ulteriori pene per reati diversi, invocando il principio di specialità. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che il principio non è violato se lo Stato di esecuzione (in questo caso, il Belgio) ha fornito il proprio consenso all’estensione della consegna per i nuovi reati. La sentenza chiarisce che eventuali vizi procedurali sull’estensione devono essere sollevati nello Stato di esecuzione e non in quello di emissione.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Principio di Specialità: Via Libera all’Esecuzione di Pene con il Consenso dello Stato Estero

La cooperazione giudiziaria in ambito europeo si basa su regole precise, volte a bilanciare l’efficacia della giustizia con la tutela dei diritti fondamentali dell’individuo. Una di queste regole cardine è il principio di specialità, recentemente al centro di una pronuncia della Corte di Cassazione. Con la sentenza in esame, i giudici hanno chiarito che tale principio non viene violato se lo Stato estero che ha consegnato una persona acconsente successivamente all’esecuzione di altre pene per reati diversi da quelli che hanno originato la consegna. Approfondiamo i dettagli di questa importante decisione.

Il Caso in Esame: Consegna e Successiva Esecuzione di Pene

I fatti riguardano una persona consegnata all’Italia dal Belgio in esecuzione di un mandato di arresto europeo emesso da un’autorità giudiziaria italiana. Successivamente alla consegna, il pubblico ministero di un’altra città emetteva un provvedimento per l’esecuzione di pene concorrenti, basate su due ulteriori mandati di arresto europeo. Il soggetto interessato si opponeva a tale provvedimento, sostenendo una violazione del principio di specialità, in quanto le nuove pene si riferivano a fatti anteriori e diversi da quelli per cui il Belgio aveva originariamente concesso la consegna.

Il Principio di Specialità e la Decisione della Corte

Il principio di specialità, sancito dalla normativa europea e nazionale (in particolare dalla L. 69/2005), stabilisce che la persona consegnata non può essere sottoposta a un procedimento penale, né privata della libertà, per un reato anteriore e diverso da quello per cui è stata concessa la consegna. Questa regola, però, non è assoluta e prevede delle eccezioni.

La Corte di Cassazione, nel rigettare il ricorso, ha evidenziato il punto cruciale della vicenda: lo Stato che aveva eseguito il primo mandato, ovvero il Belgio, aveva successivamente prestato il proprio assenso all’esecuzione anche dei due ulteriori mandati. Questo consenso, secondo i giudici, sana ogni potenziale violazione del principio di specialità. Di conseguenza, la privazione della libertà del soggetto per i nuovi titoli esecutivi è stata ritenuta pienamente legittima.

Dove si Contestano i Vizi della Procedura?

Un altro aspetto rilevante affrontato dalla sentenza riguarda la competenza a decidere su eventuali vizi procedurali. Il ricorrente lamentava, tra le altre cose, la violazione del diritto di difesa per non essere stato sentito dall’autorità giudiziaria belga prima che questa concedesse l’estensione della consegna.

La Corte ha chiarito che tali questioni non possono essere sollevate davanti al giudice italiano (Stato di emissione). Eventuali irregolarità nella procedura di estensione del mandato di arresto europeo devono essere dedotte esclusivamente nello Stato richiesto (in questo caso, il Belgio), secondo le forme e i tempi previsti dal suo ordinamento giuridico. In sintesi, il mandato di arresto emesso dall’autorità italiana non è impugnabile nell’ordinamento interno per vizi relativi alla procedura svolta all’estero.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha fondato la sua decisione su un’interpretazione consolidata della normativa sul mandato di arresto europeo. Le motivazioni principali si possono riassumere nei seguenti punti:
1. Consenso dello Stato di Esecuzione: L’assenso dello Stato che ha effettuato la consegna è l’elemento chiave che supera i limiti imposti dal principio di specialità. Tale consenso rende legittima l’esecuzione di pene per reati diversi da quelli originari.
2. Irrilevanza del Contraddittorio nello Stato di Esecuzione: La mancata audizione della persona già consegnata da parte dell’autorità giudiziaria dello Stato di esecuzione (Belgio) non costituisce una violazione del diritto di difesa censurabile in Italia. L’interessato, trovandosi fisicamente in Italia, può essere sentito dall’autorità giudiziaria italiana.
3. Competenza Territoriale per le Impugnazioni: Le contestazioni relative alla procedura di estensione della consegna sono di competenza esclusiva dell’autorità giudiziaria dello Stato di esecuzione e non possono essere fatte valere davanti ai giudici dello Stato di emissione.

Conclusioni

La sentenza rafforza un importante principio di cooperazione giudiziaria: la fiducia reciproca tra gli Stati membri. La decisione conferma che il principio di specialità è un diritto fondamentale, ma non un ostacolo insormontabile all’esecuzione della giustizia. Se lo Stato che ha concesso la consegna fornisce il suo successivo consenso, lo Stato richiedente può legittimamente procedere per altri reati. Inoltre, la pronuncia delimita chiaramente le sedi processuali in cui far valere eventuali vizi, riaffermando che le procedure svolte all’estero devono essere contestate secondo le leggi di quello Stato, preservando così la sovranità e le competenze di ciascun ordinamento nazionale.

Il principio di specialità impedisce sempre di eseguire una pena per reati diversi da quelli per cui è stata concessa la consegna?
No, non sempre. Il principio può essere superato se lo Stato che ha eseguito la consegna (Stato di esecuzione) presta il proprio assenso all’esecuzione di pene per altri reati, come avvenuto nel caso di specie.

Una persona consegnata all’Italia può contestare davanti al giudice italiano presunti vizi della procedura di estensione della consegna avvenuta all’estero?
No. Secondo la Corte, eventuali vizi della procedura di estensione della consegna, come la mancata audizione dell’interessato, devono essere fatti valere davanti all’autorità giudiziaria dello Stato richiesto (quello che ha concesso l’estensione), secondo le regole del suo ordinamento.

Cosa succede se uno Stato vuole procedere per fatti anteriori e diversi da quelli per cui ha ottenuto la consegna di una persona?
Lo Stato richiedente deve attivare una procedura di estensione della consegna, chiedendo un’autorizzazione specifica allo Stato che ha effettuato la consegna (Stato di esecuzione). In assenza di tale assenso, la persona non può essere processata o privata della libertà per quei fatti, in virtù del principio di specialità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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