Presunzione Adeguatezza Custodia: La Cassazione Sottolinea l’Obbligo di Valutazione Concreta
Una recente sentenza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale in materia di misure cautelari: la presunzione adeguatezza custodia in carcere, anche nei casi di reati gravi, non può mai tradursi in un automatismo. Il giudice ha sempre il dovere di effettuare una verifica concreta e puntuale dei nuovi elementi forniti dalla difesa, superando motivazioni generiche o apparenti. Questa decisione offre spunti cruciali sull’equilibrio tra esigenze cautelari e diritti individuali.
I Fatti del Caso: Dalla Condanna alla Richiesta di Arresti Domiciliari
Il caso riguarda un individuo sottoposto a custodia cautelare in carcere dall’agosto 2022 per il reato di incendio doloso, aggravato dal metodo mafioso. Dopo essere stato condannato in primo grado con rito abbreviato a una pena di oltre quattro anni di reclusione, la difesa presentava un’istanza per sostituire la misura detentiva con gli arresti domiciliari, muniti di braccialetto elettronico.
A sostegno della richiesta, venivano addotti diversi elementi di novità:
* La possibilità per l’imputato di essere accolto in una struttura di volontariato, in un contesto riparativo.
* La collocazione di tale struttura in un luogo diverso e distante da quello in cui i fatti erano stati commessi.
* Il considerevole periodo di tempo già trascorso in stato di detenzione, da rapportare alla pena inflitta.
La Decisione del Tribunale del Riesame
Il Tribunale del Riesame, investito della questione a seguito di un appello, respingeva la richiesta. La motivazione del Tribunale si basava essenzialmente sull’idea che l’istanza non presentasse reali elementi di novità rispetto a precedenti decisioni e che, pertanto, vigesse ancora la presunzione relativa di adeguatezza della custodia in carcere. In sostanza, la richiesta veniva liquidata come una mera riproposizione di argomenti già disattesi.
L’Analisi della Corte di Cassazione e la Presunzione Adeguatezza Custodia
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’imputato, annullando con rinvio l’ordinanza del Tribunale. La critica mossa dai giudici di legittimità è netta e si concentra sul vizio di motivazione del provvedimento impugnato.
Il Vizio di Motivazione Apparente
Secondo la Suprema Corte, il Tribunale ha espresso una “mera apparenza di motivazione”. Invece di entrare nel merito degli specifici elementi di novità prospettati dalla difesa, si è limitato ad affermare genericamente la loro irrilevanza. Questo approccio viola l’obbligo del giudice di fornire una giustificazione effettiva e concreta delle proprie decisioni.
La Valutazione degli Elementi di Novità
La Cassazione ha sottolineato che il Tribunale ha omesso di valutare aspetti cruciali, in particolare la proposta di inserimento in una struttura di volontariato in un luogo distante da quello di commissione del reato. Questo elemento, unito al tempo già sofferto in detenzione, avrebbe richiesto un’analisi approfondita per verificare se le esigenze cautelari potessero essere salvaguardate con una misura meno afflittiva come gli arresti domiciliari.
Le Motivazioni della Sentenza
La Corte ha chiarito che la presunzione adeguatezza custodia cautelare in carcere ha carattere ‘relativo’. Ciò significa che non può mai esonerare il giudice cautelare da una verifica in concreto degli elementi prospettati dalla difesa. Nel caso di specie, tale verifica non è stata realizzata. Il tempo trascorso in custodia, rapportato all’entità della pena inflitta in primo grado, e la presenza di nuovi elementi fattuali (come la disponibilità di una struttura per un percorso riparativo) imponevano al giudice una valutazione non superficiale, ma puntuale e specifica, per stabilire se la misura carceraria fosse ancora l’unica adeguata.
Le Conclusioni
La sentenza rappresenta un importante monito per i giudici di merito. Non è sufficiente trincerarsi dietro formule di stile o la presunzione di legge per respingere un’istanza di modifica della misura cautelare. È necessario un esame fattuale, concreto e personalizzato della situazione dell’imputato, soprattutto quando vengono presentati elementi nuovi e potenzialmente idonei a modificare il quadro cautelare. La decisione riafferma il principio secondo cui la libertà personale è un diritto fondamentale, la cui compressione deve essere sempre sorretta da una motivazione reale ed effettiva, non meramente apparente.
La presunzione di adeguatezza della custodia in carcere è assoluta?
No, la sentenza chiarisce che si tratta di una presunzione ‘relativa’. Questo significa che non esime il giudice dal dovere di verificare in concreto gli elementi di novità prospettati dalla difesa per valutare se una misura meno afflittiva sia sufficiente.
Cosa si intende per ‘motivazione apparente’ in una decisione giudiziaria?
Si ha una motivazione apparente quando il giudice si limita a usare formule generiche o a riaffermare principi di diritto senza analizzare specificamente gli elementi concreti del caso. In pratica, la decisione sembra motivata, ma manca un’effettiva valutazione dei fatti presentati.
Quali nuovi elementi possono giustificare la sostituzione della custodia in carcere?
La sentenza indica che elementi come la disponibilità di un luogo di esecuzione degli arresti domiciliari diverso e distante da quello del reato, la possibilità di intraprendere un percorso riparativo in una struttura di volontariato e il notevole tempo già trascorso in detenzione sono novità che devono essere concretamente valutate dal giudice.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 1 Num. 16459 Anno 2025
In nome del Popolo Italiano
Penale Sent. Sez. 1 Num. 16459 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 29/01/2025
PRIMA SEZIONE PENALE
– Presidente –
NOME COGNOME
R.G.N. 40280/2024
NOME COGNOME
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
NOME NOME nato a CORIGLIANO CALABRO il 10/02/1967; avverso l’ordinanza del 22/10/2024 del TRIBUNALE RIESAME di Catanzaro; vista la relazione del Consigliere NOME COGNOME vista la requisitoria dell’ Avv. Generale NOME COGNOME che ha concluso per l’accoglimento del ricorso;
in procedura a trattazione scritta.
RITENUTO IN FATTO
Con ordinanza resa in data 30 ottobre 2024 il Tribunale di Catanzaro – costituito ai sensi dell’art. 310 cod.proc.pen. – ha respinto l’appello introdotto da NOME Giovanni avverso la decisione emessa dalla Corte di Appello di Catanzaro in data 20 maggio 2024.
In motivazione viene rappresentato che: a) NOME Ł sottoposto alla custodia cautelare in carcere da agosto del 2022 in riferimento alla contestazione di incendio doloso aggravato dal finalismo o dal metodo mafioso; b) in primo grado, con rito abbreviato, Ł stato condannato alla pena di anni 4, mesi 5 e giorni 10 di reclusione; c) la domanda non contiene reali elementi di novità rispetto alle precedenti decisioni in materia di libertà e vige la presunzione relativa di adeguatezza della custodia in carcere.
Avverso detta ordinanza ha proposto ricorso per cassazione – nelle forme di legge NOMECOGNOME
Il ricorso Ł affidato a una unica deduzione di vizio di motivazione.
Si rappresenta, in particolare, che: a) era stata chiesta la sostituzione della custodia in carcere con la misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico; b) il fatto di reato Ł derivato da una situazione contingente; c) la proposta di arresti domiciliari non Ł correlata al mero decorso del tempo ma si unisce alla possibilità di essere accolto in una struttura di volontariato in un ambito di tipo riparativo; c) il luogo ove verrebbe accolto il Chiaradia Ł diverso e distante da quello ove sono maturati i fatti ; d) l’avvenuta quantificazione della pena in primo grado, rapportata al periodo già
sofferto, rende maggiormente adeguata la misura richiesta.
Non poteva, pertanto, affermarsi che la domanda era mera riproposizione di altra istanza già disattesa, come invece ritenuto dal Tribunale.
CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Il ricorso Ł fondato.
Come osservato anche nella requisitoria scritta dell’Avv. Generale, il Tribunale ha espresso una mera apparenza di motivazione, omettendo di valutare in concreto gli elementi di novità prospettati dall’istante (in particolare il luogo di esecuzione degli arresti domiciliari diverso e distante da quello di commissione del reato) .
Anche in ragione della notevole entità del tempo già decorso – rispetto alla entità della pena inflitta – la presunzione ‘relativa’ di adeguatezza della custodia in carcere non può esimere il giudice cautelare dalla verifica in concreto degli elementi prospettati dalla difesa, verifica che nel caso in esame non risulta realizzata.
Va pertanto disposto l’annullamento con rinvio della decisione impugnata, come da dispositivo.
P.Q.M.
Annulla l’ordinanza impugnata con rinvio per nuovo giudizio al Tribunale di Catanzaro, Sezione per il riesame. manda alla cancelleria per gli adempimenti di cui all’art. 94, comma 1-ter, disp. att. cod. proc. pen.
Così deciso il 29/01/2025.
Il Presidente NOME COGNOME