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Presenza imputato: quando il rito speciale basta

Due imputate, condannate per furto aggravato, ricorrono in Cassazione lamentando la celebrazione anticipata dell’udienza. La Corte dichiara i ricorsi inammissibili. La motivazione si fonda sulla nuova nozione di presenza imputato: la richiesta di rito abbreviato tramite procuratore speciale, ai sensi dell’art. 420, comma 2 ter c.p.p., equivale alla presenza in aula, sanando ogni presunta irregolarità.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Presenza Imputato: La Procura Speciale Sostituisce la Presenza Fisica?

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale della procedura penale, ridefinito dalla Riforma Cartabia: il concetto di presenza imputato. La pronuncia chiarisce come la richiesta di un rito speciale, effettuata tramite un difensore munito di procura speciale, equivalga a tutti gli effetti alla presenza fisica dell’imputato in aula, con importanti conseguenze sulla validità del procedimento.

Il Caso: Un Ricorso per Violazione del Diritto di Presenza

Due persone, condannate in primo grado e in appello per furto aggravato, hanno proposto ricorso per Cassazione. La loro doglianza si basava su un unico motivo: la violazione della legge processuale. Nello specifico, sostenevano che l’udienza di primo grado si fosse celebrata e conclusa prima dell’orario originariamente fissato, impedendo di fatto la loro partecipazione personale e, quindi, violando il loro diritto di essere presenti al processo.

La nozione di presenza imputato e la decisione della Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato i ricorsi manifestamente infondati e, pertanto, inammissibili. La decisione si fonda su un’attenta analisi della normativa introdotta dal D.Lgs. n. 150/2022 (la cosiddetta Riforma Cartabia), che ha modificato le regole sulla partecipazione dell’imputato al processo.

I giudici di legittimità hanno sottolineato che, nel caso di specie, il difensore di fiducia delle imputate era munito di una procura speciale. In forza di tale mandato, il legale aveva non solo richiesto la celebrazione del processo con il rito abbreviato, ma aveva anche formulato, durante l’udienza, una richiesta di applicazione di pene sostitutive. Questi atti, secondo la Corte, sono decisivi per considerare le imputate come presenti.

Le Motivazioni della Corte: L’Impatto della Riforma Cartabia

Il fulcro del ragionamento della Cassazione risiede nell’interpretazione dell’art. 420, comma 2 ter, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che “è considerato presente l’imputato che richiede per iscritto, nel rispetto delle forme di legge, di essere ammesso a un procedimento speciale o che è rappresentato in udienza da un procuratore speciale nominato per la richiesta di un procedimento speciale”.

La volontà delle imputate di accedere a un rito alternativo (il giudizio abbreviato), manifestata attraverso il loro difensore con procura speciale, è stata interpretata come una chiara scelta processuale che implica la piena consapevolezza e accettazione dello svolgimento del processo. Questa manifestazione di volontà, secondo la legge, è sufficiente a integrare il requisito della presenza, superando qualsiasi questione relativa all’orario effettivo di celebrazione dell’udienza. La richiesta del rito speciale, essendo un atto personalissimo delegabile solo con procura speciale, sana in radice la presunta violazione procedurale lamentata, poiché la legge stessa equipara tale atto alla presenza fisica.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Nuova Normativa

L’ordinanza ha importanti implicazioni pratiche. Stabilisce un principio chiaro: la scelta di un rito speciale, formalizzata tramite un procuratore speciale, è una scelta consapevole che ‘copre’ l’assenza fisica dell’imputato. Questo rafforza l’efficienza del processo, evitando che eccezioni puramente formali, come quella sull’orario dell’udienza, possano inficiare la validità di un giudizio quando la volontà dell’imputato di essere processato (e di beneficiare di un rito premiale) è stata inequivocabilmente espressa. Per gli avvocati e i loro assistiti, ciò significa che il conferimento di una procura speciale per la richiesta di riti alternativi è un atto di fondamentale importanza, che equivale a una dichiarazione legale di presenza al processo.

Un imputato può essere considerato presente in udienza anche se fisicamente assente?
Sì, secondo l’art. 420, comma 2 ter c.p.p., l’imputato è considerato presente se, tramite un procuratore speciale, richiede di essere ammesso a un procedimento speciale come il rito abbreviato.

Quale atto del difensore fa sì che l’imputato sia legalmente presente?
La richiesta di un rito speciale (ad esempio, il rito abbreviato o l’applicazione di pene sostitutive) presentata dal difensore munito di procura speciale è l’atto che, per legge, fa considerare l’imputato come presente in udienza.

Cosa succede se l’udienza si tiene prima dell’orario previsto ma il difensore ha chiesto un rito speciale?
Secondo la decisione in esame, la circostanza che l’udienza si sia tenuta in anticipo diventa irrilevante. La richiesta di un rito speciale avanzata tramite procuratore sana qualsiasi presunta irregolarità legata alla mancata presenza fisica dell’imputato, poiché la legge equipara tale richiesta alla sua effettiva presenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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