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Prescrizione reato: quando il ricorso è inammissibile

Un’imputata ha presentato un ricorso straordinario sostenendo che la Corte di Cassazione non avesse notato l’avvenuta prescrizione del reato. La Corte, ricalcolando i termini e considerando tutte le sospensioni (inclusa quella per legittimo impedimento del difensore), ha stabilito che la prescrizione del reato è maturata solo dopo la sua precedente decisione. Di conseguenza, non sussisteva alcun errore di fatto al momento della sentenza, e il ricorso è stato dichiarato inammissibile con condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reato: L’Errore di Calcolo che Rende Inammissibile il Ricorso

La corretta determinazione della prescrizione reato è un elemento cruciale nel processo penale, la cui errata valutazione può portare all’annullamento di una condanna. Tuttavia, cosa accade se la prescrizione matura solo dopo la decisione della Corte di Cassazione? Una recente sentenza chiarisce i requisiti per l’ammissibilità del ricorso straordinario in questi casi, sottolineando l’importanza del momento in cui l’errore si verifica.

I Fatti del Caso: Un Ricorso Basato sulla Scadenza dei Termini

Il caso in esame ha origine da un ricorso straordinario presentato da un’imputata contro una sentenza della Corte di Cassazione che aveva precedentemente rigettato il suo appello. La ricorrente sosteneva che la Suprema Corte avesse commesso un errore di fatto, non rilevando che il termine di prescrizione per il reato a lei ascritto era già scaduto al momento della decisione. In particolare, la difesa argomentava che nel computo totale non si sarebbero dovuti considerare 64 giorni di sospensione legati all’emergenza pandemica, anticipando così la data di estinzione del reato.

La Decisione della Corte sulla prescrizione reato

La Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16003 del 2025, ha dichiarato il ricorso straordinario inammissibile. La Corte ha proceduto a un’attenta ricostruzione del calcolo dei termini di prescrizione, giungendo a una conclusione opposta a quella della ricorrente. Nonostante la questione sulla sospensione pandemica, la Corte ha identificato un altro periodo di sospensione, dovuto a un legittimo impedimento del difensore, che ha posticipato la data finale di prescrizione. Di conseguenza, al momento della precedente sentenza di rigetto, il reato non era ancora prescritto, facendo venir meno il presupposto stesso del ricorso straordinario: l’esistenza di un errore di fatto nella decisione impugnata.

Le Motivazioni: Il Calcolo Corretto della Prescrizione

Il cuore della decisione risiede nella meticolosa analisi dei tempi processuali. I giudici hanno chiarito che, per valutare la fondatezza di un ricorso straordinario per errore di fatto, è necessario verificare la situazione esistente al momento esatto in cui la decisione contestata è stata emessa. Nel caso specifico, la Corte ha ricalcolato il termine massimo di prescrizione, includendo tutte le sospensioni applicabili. Da questo calcolo è emerso che il reato si sarebbe estinto il 12 aprile 2024. Poiché la sentenza di rigetto della Cassazione era stata emessa il 5 marzo 2024, a quella data il reato non era ancora prescritto. L’errore lamentato dalla ricorrente, pertanto, non sussisteva. La maturazione della prescrizione reato in un momento successivo alla pronuncia non può invalidare retroattivamente una decisione che, al tempo, era giuridicamente corretta.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche del Principio di Diritto

Questa pronuncia riafferma un principio fondamentale della procedura penale: l’errore che legittima un ricorso straordinario deve essere concreto e presente nel momento deliberativo della Corte. Un evento successivo, come il compimento della prescrizione, non costituisce un vizio della sentenza precedente. La decisione ha anche importanti implicazioni pratiche per l’imputato: la dichiarazione di inammissibilità del ricorso, ai sensi dell’art. 616 c.p.p., comporta non solo la condanna al pagamento delle spese processuali, ma anche il versamento di una somma significativa (in questo caso, 3.000 euro) alla Cassa delle ammende, a titolo sanzionatorio per aver adito la Corte senza fondati motivi.

È possibile presentare un ricorso straordinario se la prescrizione del reato matura dopo la sentenza della Cassazione?
No. La sentenza stabilisce che l’errore di fatto che giustifica il ricorso straordinario deve esistere al momento della decisione impugnata. Se la prescrizione matura successivamente, la sentenza originale era corretta e il ricorso straordinario è inammissibile.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
Secondo l’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, in questo caso fissata a 3.000,00 euro.

Quali elementi considera la Corte nel calcolare il termine di prescrizione?
La Corte considera il termine base e vi aggiunge tutti i periodi di sospensione previsti dalla legge o richiesti dalle parti, come quelli per emergenza pandemica o per legittimo impedimento del difensore. Il calcolo finale determina la data esatta di estinzione del reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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