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Prescrizione reati tributari: la Cassazione decide

Un imprenditore, condannato per l’utilizzo di fatture false nelle dichiarazioni fiscali del 2013, ha ottenuto un annullamento parziale della sentenza in Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato la prescrizione per uno dei reati tributari contestati, quello relativo alla dichiarazione IVA, poiché il termine è scaduto prima della sentenza d’appello. La pena, tuttavia, è stata confermata per il reato residuo, in quanto già determinata al di sotto del minimo edittale.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Prescrizione Reati Tributari: Come il Tempo Può Annullare una Condanna

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 45804 del 2024, offre un importante chiarimento sul tema della prescrizione reati tributari, dimostrando come il decorso del tempo possa essere decisivo anche a fronte di una condanna per frode fiscale. Il caso riguarda un imprenditore accusato di aver utilizzato fatture per operazioni inesistenti per abbattere il carico fiscale della propria società. Analizziamo insieme la vicenda e le conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti del Processo

Un imprenditore, in qualità di legale rappresentante di una s.r.l., veniva tratto a giudizio per il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, previsto dall’art. 2 del D.Lgs. 74/2000.

Le accuse erano due:
1. Aver inserito elementi passivi fittizi, derivanti da fatture false, nelle dichiarazioni Modello U60 e IVA relative all’anno d’imposta 2013.
2. Aver utilizzato altre fatture fittizie nella dichiarazione fiscale relativa all’anno d’imposta 2014.

In primo grado, il Tribunale lo assolveva per le fatture relative al 2014 ma lo condannava per quelle del 2013, ritenendo provata la natura fittizia delle operazioni fatturate da un determinato fornitore. La pena inflitta era di un anno e sei mesi di reclusione. La Corte d’Appello confermava integralmente la sentenza di primo grado.

Il Ricorso in Cassazione e la Prescrizione dei Reati Tributari

L’imprenditore, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso in Cassazione, basandolo su un unico, decisivo motivo: l’intervenuta prescrizione reati tributari per uno dei fatti contestati.

La difesa ha sostenuto che, sebbene la condanna riguardasse l’utilizzo di fatture false in due distinte dichiarazioni (redditi e IVA) per l’anno 2013, i giudici di merito avevano irrogato una pena unica, senza considerare l’aumento per la continuazione tra i due reati. Il reato relativo alla dichiarazione IVA, presentata il 26/02/2014, si sarebbe prescritto il 26/02/2024, ovvero prima della data della sentenza d’appello (20/03/2024). Di conseguenza, la Corte d’Appello avrebbe dovuto dichiarare l’estinzione del reato.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso fondato. I giudici hanno confermato che l’inserimento dei medesimi elementi passivi fittizi sia nella dichiarazione dei redditi che in quella IVA configura due distinte fattispecie delittuose. Nonostante ciò, i giudici di merito avevano applicato una pena unica senza calcolare aumenti per il concorso di reati.

La Corte ha accolto la tesi difensiva sulla prescrizione reati tributari. Il reato legato alla dichiarazione IVA, commesso il 26/02/2014, si era effettivamente prescritto prima della sentenza d’appello. Pertanto, la sentenza impugnata è stata annullata senza rinvio limitatamente a tale reato.

Tuttavia, la Cassazione ha respinto la richiesta di rideterminare la pena per il reato residuo (quello relativo alla dichiarazione dei redditi). La motivazione è cruciale: la pena base era stata fissata in un anno e sei mesi, già al minimo edittale previsto dalla legge applicabile ratione temporis, e ulteriormente ridotta a un anno grazie alle attenuanti generiche. Poiché la sanzione era già stata determinata al di sotto del minimo legale, non era suscettibile di ulteriori riduzioni, nonostante l’estinzione di uno dei due reati.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale nel diritto penale tributario: la tempestività del processo è essenziale. La prescrizione reati tributari rappresenta un istituto di garanzia che può estinguere il reato anche quando la responsabilità penale è stata accertata. In questo caso, la scadenza dei termini ha portato all’annullamento di una parte della condanna.

Inoltre, la decisione chiarisce un aspetto importante sul calcolo della pena. Quando un giudice, in presenza di più reati, applica una pena già ridotta al di sotto del minimo edittale grazie alle attenuanti, l’eventuale prescrizione di uno di questi reati non comporta automaticamente un’ulteriore diminuzione della sanzione. La pena inflitta per il reato superstite è stata quindi confermata, chiudendo definitivamente la vicenda processuale.

Quando si consuma il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture inesistenti?
Il reato si considera commesso nel momento in cui viene presentata la dichiarazione fiscale contenente gli elementi passivi fittizi derivanti dalle fatture false.

Cosa accade se la prescrizione di un reato matura prima della sentenza d’appello?
La Corte d’Appello avrebbe l’obbligo di dichiarare l’estinzione del reato per intervenuta prescrizione. Se non lo fa, la Corte di Cassazione può annullare la sentenza limitatamente a quel reato, come avvenuto nel caso di specie.

L’estinzione per prescrizione di uno dei reati contestati comporta sempre una riduzione della pena complessiva?
Non necessariamente. In questo caso, la Cassazione ha stabilito che la pena non doveva essere ridotta perché era già stata fissata al di sotto del minimo legale grazie alla concessione di attenuanti generiche, rendendola non suscettibile di ulteriori riduzioni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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