LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prescrizione reati tributari: la Cassazione annulla

Due amministratori di società, condannati in appello per vari reati fiscali, hanno ottenuto un annullamento parziale della sentenza dalla Corte di Cassazione. Il fulcro della decisione riguarda la corretta applicazione della prescrizione reati tributari. La Suprema Corte ha stabilito che i termini per i reati di dichiarazione infedele e fraudolenta erano già decorsi, annullando le relative condanne e rinviando alla Corte d’Appello per la rideterminazione della pena per i reati residui.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Prescrizione Reati Tributari: Cassazione Annulla Condanna per Decorrenza dei Termini

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato l’importanza del corretto calcolo della prescrizione reati tributari, portando all’annullamento parziale di una condanna per evasione fiscale. La decisione chiarisce i momenti precisi in cui i reati di dichiarazione infedele e fraudolenta si considerano consumati e da cui, di conseguenza, inizia a decorrere il tempo necessario per la loro estinzione. Questo caso offre spunti fondamentali sulla natura istantanea di tali illeciti e sulle conseguenze di un errato calcolo dei termini processuali.

I Fatti di Causa: Le Accuse di Evasione Fiscale

Il caso vedeva coinvolti due soggetti, la titolare di una ditta individuale e legale rappresentante di una società, e il suo coimputato, ritenuto amministratore di fatto di entrambe le entità. Le accuse, relative agli anni d’imposta dal 2010 al 2013, erano gravi e variegate, comprendendo:
Dichiarazione infedele (art. 4, D.Lgs. 74/2000), per aver indicato elementi attivi inferiori al reale.
Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti (art. 2, D.Lgs. 74/2000), per aver inserito costi fittizi.
Occultamento o distruzione di scritture contabili (art. 10, D.Lgs. 74/2000).

Il Percorso Giudiziario: Dal Tribunale alla Cassazione

Il Tribunale di primo grado aveva condannato entrambi gli imputati, riconoscendoli colpevoli dei reati ascritti. La Corte d’Appello, in seguito, aveva parzialmente riformato la sentenza, dichiarando prescritti alcuni dei reati contestati ma confermando la condanna per gli altri, seppur con una pena rideterminata.
Insoddisfatti della decisione, gli imputati hanno proposto ricorso per Cassazione, sollevando ben quattordici motivi di impugnazione, la maggior parte dei quali incentrati su vizi di motivazione e, soprattutto, sull’errata applicazione della normativa in materia di prescrizione.

Prescrizione Reati Tributari: Il Cuore della Decisione

I primi tre motivi di ricorso, accolti dalla Suprema Corte, si sono rivelati decisivi. La difesa sosteneva che la Corte d’Appello avesse sbagliato a calcolare i tempi della prescrizione, in particolare per i reati di dichiarazione infedele e fraudolenta.
La Cassazione ha dato ragione ai ricorrenti, ribadendo principi consolidati in materia:
1. Natura istantanea del reato: Sia il delitto di dichiarazione infedele (art. 4) che quello di dichiarazione fraudolenta (art. 2) sono reati istantanei. Essi si perfezionano e si consumano nel momento esatto in cui la dichiarazione fiscale viene presentata all’ufficio finanziario.
2. Dies a quo della prescrizione: Di conseguenza, il termine di prescrizione inizia a decorrere non dalla data dell’accertamento fiscale, come erroneamente considerato nei gradi di merito, ma dal giorno della presentazione della dichiarazione.

Sulla base di questi principi, la Corte ha ricalcolato i termini massimi di prescrizione (dieci anni, tenendo conto delle modifiche legislative e dei periodi di sospensione del processo), concludendo che, alla data della sentenza d’appello (28 marzo 2024), i reati relativi alle dichiarazioni per gli anni di imposta fino al 2012 erano già inesorabilmente estinti.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha proceduto a un’analisi dettagliata, distinguendo le varie imputazioni. Per i reati di cui ai capi A (dichiarazione infedele), C e G (dichiarazione fraudolenta), il calcolo ha dimostrato che il termine massimo di prescrizione era già spirato prima della pronuncia della Corte d’Appello. Per il reato più recente, relativo alla dichiarazione IVA per l’anno 2012 (presentata nel 2013), il termine scadeva a fine 2023, rendendo la condanna del 2024 illegittima per intervenuta estinzione del reato.
Di conseguenza, la Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata per questi specifici capi d’accusa, eliminando la relativa pena.
Per gli altri reati non ancora prescritti, la Corte ha rigettato i restanti motivi di ricorso, ritenendoli in parte infondati e in parte inammissibili. In particolare, ha respinto le doglianze sulla mancata rinnovazione dell’istruttoria in appello e quelle relative al vizio di motivazione sul dolo e sulla sussistenza dei reati residui. Tuttavia, poiché la pena era stata calcolata complessivamente, si è reso necessario un nuovo giudizio.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza si conclude con un annullamento parziale. I reati prescritti sono stati cancellati. Per le imputazioni residue, la Corte ha annullato la sentenza con rinvio ad un’altra sezione della Corte d’Appello, che avrà il compito di rideterminare la pena esclusivamente per i reati non estinti. Questo significa che gli imputati affronteranno un nuovo processo d’appello, ma solo per una parte delle accuse originarie, con una prospettiva di pena significativamente inferiore.
Questa pronuncia sottolinea l’importanza cruciale, per la difesa e per i giudici, di una corretta individuazione del dies a quo per la prescrizione reati tributari, confermando che per i delitti dichiarativi conta il momento della presentazione del modello fiscale, un principio che può determinare l’esito di un intero procedimento penale.

Quando si perfeziona il reato di dichiarazione infedele e da quando decorre la prescrizione?
Il reato di dichiarazione infedele è un reato istantaneo che si perfeziona con la presentazione della dichiarazione annuale all’autorità fiscale. La prescrizione, di conseguenza, inizia a decorrere da quella data e non dal successivo momento dell’accertamento.

È possibile essere condannati sia per dichiarazione infedele (art. 4) che per dichiarazione fraudolenta (art. 2) per lo stesso anno d’imposta?
Sì, la sentenza chiarisce che è possibile. Sebbene il reato di dichiarazione infedele sia considerato residuale, i due reati possono concorrere quando si riferiscono a condotte distinte all’interno della stessa dichiarazione: ad esempio, una per l’omissione di ricavi e l’altra per l’indicazione di costi inesistenti.

Perché la Cassazione ha annullato la condanna per alcuni reati ma non per tutti?
La Corte ha annullato la condanna per i reati per i quali, a seguito di un corretto ricalcolo dei termini, è emerso che il tempo massimo di prescrizione era già scaduto prima della sentenza d’appello. Per gli altri reati, il cui termine di prescrizione non era ancora maturato, la condanna per la responsabilità penale è rimasta valida, ma la sentenza è stata annullata con rinvio per permettere alla Corte d’Appello di ricalcolare la pena basandosi solo sui reati residui.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati