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Prescrizione reati edilizi: la Cassazione annulla

Un imputato, condannato per abusi edilizi, ricorre in Cassazione eccependo la prescrizione reati edilizi. La Suprema Corte accoglie il ricorso, annullando la sentenza di condanna perché i reati, commessi nel 2011, erano già estinti per decorso del tempo al momento della decisione d’appello, nonostante un lungo periodo di sospensione del processo.

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Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Prescrizione Reati Edilizi: La Cassazione Annulla la Condanna

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 30394 del 2025, ha affrontato un caso emblematico in materia di prescrizione reati edilizi, annullando senza rinvio una condanna emessa dalla Corte di Appello. Questa decisione sottolinea l’importanza fondamentale del corretto calcolo dei termini di prescrizione, anche in presenza di periodi di sospensione del processo. Analizziamo i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa

Un cittadino veniva condannato sia in primo grado, nel 2020, sia in appello, nel 2024, per una serie di reati edilizi, paesaggistici e antisismici. Le violazioni, accertate nel settembre 2011, riguardavano opere realizzate senza i necessari permessi e autorizzazioni.

La difesa dell’imputato, tuttavia, ha proposto ricorso per Cassazione basando la propria strategia su cinque motivi, i principali dei quali vertevano sulla mancata declaratoria di estinzione dei reati per intervenuta prescrizione. Sia la difesa che lo stesso Procuratore generale presso la Corte di Cassazione hanno concordato su questo punto, chiedendo l’annullamento della sentenza impugnata.

La Questione della Prescrizione dei Reati Edilizi

Il cuore della questione giuridica risiede nel calcolo del tempo necessario a estinguere i reati contestati. Le violazioni edilizie, come quelle in esame, sono qualificate come contravvenzioni. Per questa tipologia di reati, il termine di prescrizione massimo, comprensivo di interruzioni, è di 5 anni.

Nel caso specifico, i fatti risalivano al 29 settembre 2011. Di conseguenza, il termine di prescrizione ordinario sarebbe maturato il 29 settembre 2016. Tuttavia, il processo di primo grado aveva subito un lungo periodo di sospensione, pari a 2009 giorni. Sommando questo periodo al termine iniziale, la data ultima per la prescrizione si spostava al 31 marzo 2022.

L’Errore della Corte d’Appello

La Corte di Appello di Catanzaro ha emesso la sua sentenza di conferma della condanna il 22 gennaio 2024, quasi due anni dopo la maturazione del termine finale di prescrizione. Questo ritardo si è rivelato fatale per l’impianto accusatorio, poiché al momento della decisione i reati erano già legalmente estinti.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte, accogliendo i primi due motivi di ricorso (definiti ‘sovrapponibili e assorbenti’), ha rilevato con chiarezza l’errore di calcolo. I giudici hanno specificato che i reati ascritti all’imputato sono di natura contravvenzionale, per cui il termine di prescrizione massimo si computa in 5 anni.
Poiché la data di prescrizione finale era il 31 marzo 2022, la sentenza della Corte di Appello del 22 gennaio 2024 è stata pronunciata quando l’azione penale era già estinta. Di conseguenza, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che annullare la sentenza senza rinvio, conformemente alla richiesta del Procuratore generale.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La decisione ha comportato l’annullamento della condanna penale e, di conseguenza, la revoca dell’ordine di demolizione e di rimessione in pristino che era stato emesso in sede penale. Questo non significa, però, un ‘via libera’ per l’abuso edilizio. La Cassazione ha infatti precisato che restano ferme le competenze dell’Amministrazione comunale. Il Comune, infatti, conserva il proprio potere-dovere di ordinare autonomamente la demolizione delle opere abusive e il ripristino dello stato dei luoghi, agendo in via amministrativa, indipendentemente dall’esito del processo penale. Questa sentenza ribadisce un principio cruciale: la prescrizione reati edilizi estingue la responsabilità penale, ma non sana l’illecito amministrativo.

Qual è il termine di prescrizione per i reati edilizi di natura contravvenzionale?
Secondo la sentenza, il termine di prescrizione massima per i reati contravvenzionali, come quelli edilizi, si computa in 5 anni, a cui vanno aggiunti eventuali periodi di sospensione del processo.

Cosa succede all’ordine di demolizione se il reato edilizio viene dichiarato estinto per prescrizione?
La sentenza stabilisce che la declaratoria di estinzione del reato per prescrizione comporta la revoca dell’ordine di demolizione e di rimessione in pristino emesso dal giudice penale.

L’estinzione del reato per prescrizione sana l’abuso edilizio?
No. La sentenza chiarisce che, nonostante l’annullamento della condanna penale, l’Amministrazione comunale mantiene intatto il proprio potere-dovere di ordinare la demolizione e la rimessione in pristino attraverso un procedimento amministrativo autonomo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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