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Prelievo coattivo: i termini per la convalida del GIP

La Corte di Cassazione si è pronunciata sui termini per la convalida di un prelievo coattivo di campioni biologici in un caso di omicidio stradale. Un indagato aveva contestato la tardività della convalida del GIP. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, chiarendo che la legge prevede una scansione temporale precisa: 48 ore dall’esecuzione del prelievo per la richiesta del Pubblico Ministero, e ulteriori 48 ore da tale richiesta per la decisione del GIP. La Corte ha inoltre validato la motivazione ‘per relationem’ all’ordinanza cautelare.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prelievo Coattivo: La Cassazione e la Regola del Doppio Termine di 48 Ore

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14711 del 2024, ha fornito un chiarimento fondamentale sui termini procedurali per la convalida del prelievo coattivo di campioni biologici. Questa decisione affronta una questione cruciale che bilancia le esigenze investigative urgenti con la tutela dei diritti fondamentali della persona, definendo con precisione la scansione temporale a disposizione di Pubblico Ministero e Giudice per le Indagini Preliminari.

I Fatti: Un Incidente Stradale e il Prelievo Coattivo di Sangue

Il caso nasce dalle indagini per un reato di omicidio stradale. A seguito di un incidente mortale avvenuto nelle prime ore del mattino del 17 settembre, le autorità disponevano un prelievo forzoso di sangue sull’indagato per accertare l’eventuale presenza di alcol o stupefacenti. Il prelievo veniva eseguito alle ore 15:47 dello stesso giorno.
Due giorni dopo, il 19 settembre alle ore 13:10, il Pubblico Ministero depositava la richiesta di convalida dell’atto presso la cancelleria del G.I.P. La difesa dell’indagato si opponeva, sostenendo che il termine di 48 ore per la convalida fosse ormai scaduto, calcolandolo dal momento dell’effettivo prelievo. Ciononostante, il G.I.P. procedeva alla convalida il 20 settembre, portando la questione dinanzi alla Corte di Cassazione.

I Motivi del Ricorso: Superamento dei Termini e Carenza di Motivazione

La difesa ha basato il proprio ricorso su due argomenti principali:

1. Violazione dell’art. 359-bis c.p.p.: Secondo il ricorrente, il termine massimo di quarantotto ore per la convalida da parte del giudice decorreva dall’effettuazione materiale del prelievo. Poiché la convalida era intervenuta il 20 settembre, tale termine era stato superato, rendendo l’atto illegittimo.
2. Nullità per motivazione assente o apparente: L’ordinanza di convalida del G.I.P. è stata criticata per mancanza di una motivazione autonoma sui presupposti di fatto che giustificavano un atto così invasivo, come l’indispensabilità del prelievo o l’assenza di alternative meno invasive.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, offrendo un’interpretazione chiara e sistematica della normativa in materia.

La Corretta Interpretazione dei Termini per la Convalida del Prelievo Coattivo

Il cuore della decisione risiede nella corretta scansione dei termini. La Corte ha stabilito che la procedura di convalida del prelievo coattivo si articola in un duplice termine, entrambi di 48 ore, modellato su quello previsto per la convalida dell’arresto.

* Primo termine di 48 ore: Questo termine decorre dal momento dell’effettiva esecuzione del prelievo. Entro questa finestra temporale, il Pubblico Ministero deve trasmettere la richiesta di convalida al G.I.P. Nel caso di specie, essendo il prelievo avvenuto il 17/09 alle 15:47 e la richiesta depositata il 19/09 alle 13:10, questo primo termine è stato pienamente rispettato.
* Secondo termine di 48 ore: Questo termine decorre dal momento in cui il G.I.P. riceve la richiesta dal P.M. Entro queste successive 48 ore, il giudice deve emettere il provvedimento di convalida. Anche questo termine è stato rispettato.

La Cassazione ha così chiarito che il precedente giurisprudenziale citato dalla difesa (Cass. n. 8885/2022) si limitava a stabilire il dies a quo (il momento iniziale) del primo termine, ovvero l’esecuzione dell’atto lesivo, senza però unificare i due termini in un unico lasso di 48 ore.

La Legittimità della Motivazione “per Relationem”

Anche il secondo motivo di ricorso è stato respinto. La Corte ha ritenuto che la motivazione dell’ordinanza di convalida fosse valida, sebbene espressa per relationem, ossia tramite rinvio alle ragioni contenute in un altro provvedimento emesso in pari data: l’ordinanza di applicazione di una misura cautelare. Tale rinvio è considerato ammissibile perché l’atto richiamato (l’ordinanza cautelare) è, per legge, destinato ad essere notificato personalmente all’indagato. Di conseguenza, l’interessato viene messo pienamente a conoscenza delle ragioni di fatto che hanno giustificato sia la misura cautelare sia, di riflesso, il prelievo coattivo.

Le Conclusioni: Un Principio di Diritto Chiaro per le Indagini Urgenti

La sentenza consolida un principio fondamentale per la gestione degli atti di indagine urgenti che incidono sulla libertà personale. La regola del ‘doppio termine’ (48+48 ore) offre un equilibrio ragionevole: da un lato, garantisce al Pubblico Ministero un tempo congruo per formalizzare la richiesta dopo l’esecuzione di un atto non rinviabile; dall’altro, assicura che il controllo giurisdizionale sulla legittimità dell’operato avvenga in tempi rapidi e certi, tutelando i diritti fondamentali dell’individuo. Viene inoltre confermata la prassi della motivazione per relationem, purché il rinvio sia fatto ad atti conosciuti o conoscibili dall’interessato.

Da quale momento decorre il primo termine di 48 ore per il prelievo coattivo?
Il termine di 48 ore a disposizione del Pubblico Ministero per formulare la richiesta di convalida decorre dal momento della materiale effettuazione del prelievo e non dall’emissione del decreto che lo dispone.

Entro quanto tempo il G.I.P. deve convalidare un prelievo coattivo?
La legge prevede una scansione in due fasi: il Pubblico Ministero ha 48 ore dall’esecuzione del prelievo per richiederne la convalida, e il G.I.P. ha ulteriori 48 ore dal ricevimento della richiesta per emettere il provvedimento di convalida.

Un’ordinanza di convalida può essere motivata facendo riferimento ad un altro atto?
Sì, la motivazione cosiddetta ‘per relationem’ è ammissibile. Nel caso specifico, è stata ritenuta valida perché l’ordinanza di convalida rinviava a un’ordinanza di applicazione di misura cautelare che, per legge, doveva essere notificata personalmente all’indagato, garantendone la piena conoscenza delle ragioni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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