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Potere del giudice d’appello: la rinnovazione probatoria

La Corte di Cassazione chiarisce l’ampio potere del giudice d’appello nel disporre la rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale. Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva legittimamente riformato una sentenza di primo grado che aveva escluso la punibilità per la particolare tenuità del fatto, condannando gli imputati per danneggiamento seguito da pericolo di incendio. La Cassazione ha ritenuto inammissibili i ricorsi, confermando che il giudice di secondo grado può riaprire la fase probatoria se lo ritiene assolutamente necessario per decidere, anche su appello del Pubblico Ministero, fornendo una motivazione adeguata e rafforzata.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Potere del Giudice d’Appello: Quando si Può Rinnovare l’Istruttoria?

La recente sentenza n. 23525/2024 della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sul potere del giudice d’appello di disporre la rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale. La decisione interviene in un caso in cui il Pubblico Ministero aveva impugnato una sentenza di proscioglimento per “particolare tenuità del fatto”, portando la Corte d’Appello a riaprire la fase probatoria e a condannare gli imputati. Analizziamo i dettagli di questa pronuncia fondamentale per la procedura penale.

I Fatti del Processo

Due persone vengono accusate del reato di danneggiamento seguito da pericolo di incendio. In primo grado, il Tribunale, pur riconoscendo la sussistenza del fatto, decide di non procedere penalmente, applicando la causa di non punibilità della “particolare tenuità del fatto” prevista dall’articolo 131-bis del codice penale. Questa decisione viene presa in una fase predibattimentale, senza un’istruttoria completa.

Il Procuratore Generale impugna la sentenza, ritenendo che la gravità del fatto non consentisse l’applicazione di tale beneficio. La Corte d’Appello, investita del caso, accoglie la richiesta dell’accusa e dispone la rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale, ascoltando i testimoni. All’esito del nuovo esame, la Corte riforma la sentenza di primo grado, dichiara gli imputati colpevoli e li condanna a pene detentive.

Gli imputati presentano quindi ricorso per Cassazione, lamentando una violazione di legge. Sostengono che la Corte d’Appello non avesse il potere di rinnovare l’istruttoria in un caso come questo, in cui non si trattava di ribaltare una sentenza assolutoria nel merito, ma una di proscioglimento per tenuità del fatto.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato i ricorsi inammissibili, ritenendoli manifestamente infondati. La decisione si fonda su una chiara interpretazione dell’articolo 603 del codice di procedura penale, che disciplina la rinnovazione dell’istruzione in appello.

Secondo la Cassazione, la Corte d’Appello ha agito correttamente e nell’ambito dei poteri che le sono normativamente riconosciuti. La scelta di riaprire l’istruttoria non è stata arbitraria, ma dettata dalla necessità di valutare compiutamente l’impugnazione del Pubblico Ministero. Senza l’audizione dei testimoni e un esame approfondito delle prove, il giudice di secondo grado non sarebbe stato in grado di decidere se il fatto fosse effettivamente di “particolare tenuità” o se, al contrario, meritasse una condanna.

Il Discrezionale Potere del Giudice d’Appello

Il punto centrale della sentenza risiede nell’affermazione del carattere ampiamente discrezionale del potere del giudice d’appello di disporre d’ufficio la rinnovazione dell’istruttoria quando la ritenga “assolutamente necessaria”. Questo potere non è circoscritto alle sole ipotesi di ribaltamento di una sentenza di assoluzione, ma si estende a tutti i casi in cui gli atti del primo grado risultino incompleti o insufficienti per una decisione consapevole.

Nel caso specifico, la definizione del processo in primo grado tramite l’art. 131-bis c.p. aveva comportato un’omissione degli approfondimenti istruttori. Di conseguenza, la Corte d’Appello ha legittimamente ritenuto indispensabile colmare tale lacuna per poter scrutinare nel merito le censure mosse dal Pubblico Ministero.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha evidenziato come le disposizioni procedurali invocate dai ricorrenti non fossero pertinenti al caso di specie. Il richiamo ad altre norme che limitano la rinnovazione probatoria si applica a contesti diversi, come l’appello del PM contro sentenze di proscioglimento basate sulla valutazione della prova dichiarativa, ipotesi ben distinta da quella di un proscioglimento per tenuità del fatto.

Inoltre, la Suprema Corte ha confermato la validità della motivazione della sentenza d’appello, definendola “adeguata e rafforzata”. La Corte territoriale, infatti, aveva spiegato con dovizia di particolari le ragioni per cui l’episodio non poteva essere considerato di lieve entità. Aveva valorizzato elementi quali la gravità dei danni, l’uso di benzina per accelerare la combustione e la concreta potenzialità diffusiva del pericolo, elementi che delineavano un quadro di offensività tutt’altro che ridotto.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un principio fondamentale: il giudice d’appello ha il dovere e il potere di assicurare una decisione giusta, anche se ciò richiede la riapertura della fase probatoria. La rinnovazione dell’istruttoria non è un’eccezione limitata a pochi casi, ma uno strumento essenziale a disposizione della corte quando gli atti del primo grado non sono sufficienti per deliberare. Questa pronuncia ribadisce che, di fronte a un’impugnazione che mette in discussione la qualificazione del fatto, il giudice di secondo grado deve poter accedere a tutti gli elementi necessari per una valutazione completa, garantendo così la corretta applicazione della legge penale.

Può il giudice d’appello disporre la rinnovazione dell’istruttoria se il PM impugna una sentenza di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
Sì. La Corte di Cassazione afferma che il giudice d’appello possiede un ampio potere discrezionale di disporre la rinnovazione dell’istruzione dibattimentale, anche d’ufficio, qualora la ritenga “assolutamente necessaria” per decidere. Questo potere si applica anche quando la sentenza di primo grado, impugnata dal PM, si era limitata a dichiarare la non punibilità per particolare tenuità del fatto senza un’istruttoria completa.

Per ribaltare una sentenza di proscioglimento per tenuità del fatto è necessaria una motivazione specifica?
Sì. La Corte d’Appello che intende riformare una sentenza di primo grado di questo tipo, giungendo a una condanna, deve fornire una “motivazione rafforzata”. Deve cioè spiegare in modo adeguato e con argomentazioni pertinenti perché il fatto non possa essere considerato di lieve entità, analizzando elementi come le modalità della condotta, la gravità del danno e il pericolo creato.

Perché i ricorsi degli imputati sono stati dichiarati inammissibili?
I ricorsi sono stati dichiarati inammissibili perché basati su censure “manifestamente infondate”. Gli argomenti degli imputati si basavano su un’errata interpretazione delle norme procedurali, in particolare riguardo ai poteri del giudice d’appello. La Cassazione ha ritenuto che le doglianze fossero generiche e non tenessero conto della corretta e logica motivazione con cui la Corte d’Appello aveva giustificato sia la rinnovazione istruttoria sia la successiva condanna.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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