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Porto di arma impropria: quando un coltello è reato?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un uomo condannato per il porto di arma impropria. L’uomo portava un coltello pieghevole senza giustificato motivo. La Corte ribadisce che per tale reato non è necessario dimostrare il pericolo di offesa alla persona, ma solo l’assenza di una valida giustificazione.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Porto di Arma Impropria: Il Coltello in Tasca è Reato? L’Analisi della Cassazione

Molti si chiedono se portare con sé un piccolo coltello, magari per usi pratici, sia legale. La questione del porto di arma impropria è complessa e spesso fraintesa. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce in modo definitivo quali sono gli elementi che trasformano un oggetto di uso comune in uno strumento illecito, confermando che la semplice assenza di un motivo valido è sufficiente a integrare il reato.

I Fatti del Caso: La Condanna per un Coltello Pieghevole

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un cittadino condannato dal Tribunale per aver portato fuori dalla propria abitazione, senza un giustificato motivo, un coltello con lama pieghevole di circa 5 cm. La difesa dell’imputato aveva presentato ricorso in Cassazione lamentando, in sintesi, due aspetti: la mancata prova del pericolo concreto di utilizzo del coltello per offendere qualcuno e la carenza di motivazione sulla mancanza di una giustificazione al porto.

La Questione Giuridica: I Requisiti del Reato

Il ricorrente sosteneva che, per configurare il reato, non bastasse il semplice possesso del coltello, ma fosse necessario accertare il pericolo effettivo per la pubblica sicurezza. Inoltre, contestava il modo in cui il giudice di primo grado aveva escluso la presenza di un giustificato motivo, ritenendo la motivazione della sentenza illogica e contraddittoria.

Porto di Arma Impropria: Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo entrambe le argomentazioni della difesa. La decisione si fonda su un principio consolidato nella giurisprudenza in materia di porto di arma impropria.

La Distinzione Fondamentale tra Armi Improprie

I giudici hanno ribadito che l’articolo 4 della legge n. 110/1975 distingue due categorie di oggetti.
1. Oggetti specificamente indicati: La prima parte della norma elenca espressamente strumenti come bastoni, mazze, tubi, catene, sfere metalliche e qualsiasi strumento non da punta o da taglio, ma chiaramente utilizzabile per l’offesa. Per questi, il porto è illegale solo se avviene ‘senza giustificato motivo’. La giurisprudenza ha da tempo equiparato a questa categoria anche i coltelli di qualsiasi genere.
2. Altri oggetti: La seconda parte della norma si riferisce a tutti gli altri oggetti che, pur avendo una destinazione d’uso diversa, possono essere usati per offendere. Per questi, la legge richiede un doppio requisito: l’assenza del ‘giustificato motivo’ e che l’oggetto appaia ‘chiaramente utilizzabile, per le circostanze di tempo e di luogo, per l’offesa alla persona’.

L’Irrilevanza del Pericolo Concreto per i Coltelli

Poiché il coltello rientra nella prima categoria, la Corte ha stabilito che l’unico elemento necessario per integrare il reato è l’assenza di un giustificato motivo. Non è richiesto al giudice di accertare anche un pericolo concreto di utilizzo per l’offesa. La contestazione del ricorrente su questo punto è stata quindi giudicata manifestamente infondata. Per quanto riguarda la critica sulla motivazione, la Cassazione l’ha liquidata come un tentativo di riesaminare i fatti, attività preclusa in sede di legittimità, confermando la coerenza della decisione del Tribunale.

Le Conclusioni: Quando Portare un Coltello Diventa Reato

L’ordinanza conferma un principio fondamentale: portare un coltello fuori dalla propria abitazione è di per sé una condotta penalmente rilevante, a meno che non si possa dimostrare un motivo valido e contingente. La legge presume la pericolosità di tale gesto, senza necessità di ulteriori prove. La decisione di inammissibilità e la condanna al pagamento di una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende sottolineano la severità con cui l’ordinamento sanziona questo tipo di comportamento, a tutela della sicurezza pubblica.

Per commettere il reato di porto di arma impropria con un coltello, è necessario dimostrare che si intendeva usarlo per offendere qualcuno?
No. Secondo la Corte di Cassazione, per i coltelli il reato si configura per il solo fatto di portarli fuori dalla propria abitazione ‘senza un giustificato motivo’. Non è necessario provare un pericolo concreto o l’intenzione di offendere.

Qual è la differenza tra un coltello e un altro oggetto come un cacciavite ai fini del reato di porto di armi?
La legge distingue due categorie. Per i coltelli, il porto è vietato se manca un giustificato motivo. Per altri oggetti non specificamente elencati (come un cacciavite), oltre alla mancanza di un giustificato motivo, deve essere provato che, per le circostanze di tempo e luogo, appaiano ‘chiaramente utilizzabili per l’offesa alla persona’.

Cosa succede se si viene condannati per porto di arma impropria e si fa ricorso in Cassazione sostenendo che c’era un motivo?
Se il ricorso si limita a chiedere una nuova valutazione dei fatti già esaminati dal giudice di merito (come la sussistenza o meno del giustificato motivo) senza evidenziare vizi logici evidenti nella motivazione, la Corte di Cassazione lo dichiarerà inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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