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Periculum in mora: sequestro annullato per vizio

La Corte di Cassazione ha annullato un sequestro preventivo finalizzato alla confisca in un caso di frode fiscale. La decisione si fonda sulla totale assenza di motivazione riguardo il ‘periculum in mora’, ovvero il rischio concreto che i beni potessero essere dispersi. La Corte ha stabilito che una motivazione inesistente non può essere integrata dal Tribunale del riesame, a differenza di una motivazione meramente insufficiente, confermando un principio fondamentale per la validità delle misure cautelari reali.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Periculum in Mora: La Cassazione Annulla il Sequestro se la Motivazione è Assente

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 3739/2024) ha ribadito un principio cruciale in materia di misure cautelari reali: il sequestro preventivo è nullo se il giudice non fornisce una motivazione specifica sul periculum in mora. Questo requisito, fondamentale per giustificare l’anticipazione degli effetti della confisca, non può essere ignorato né supplito in un secondo momento dal Tribunale del riesame se è del tutto assente in origine. L’intervento della Suprema Corte chiarisce i limiti del potere di integrazione del giudice del riesame e rafforza le garanzie difensive.

I fatti del caso

Il caso trae origine da un’indagine per frodi fiscali che aveva portato il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) a disporre un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca nei confronti di una società. La società, tramite il suo legale rappresentante, aveva impugnato il provvedimento davanti al Tribunale del riesame, lamentando diversi vizi, tra cui l’assenza di motivazione sul requisito del periculum in mora.

Il Tribunale del riesame di Salerno rigettava l’istanza, ritenendo che la motivazione sul pericolo fosse implicita e, in ogni caso, integrabile. Contro questa decisione, la società proponeva ricorso per cassazione, sostenendo che l’assenza totale di argomentazioni sul punto costituisse un vizio insanabile del provvedimento originario.

La Decisione della Corte: il ruolo del periculum in mora

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio sia l’ordinanza del riesame sia il decreto di sequestro originario. I giudici hanno richiamato il principio di diritto stabilito dalle Sezioni Unite nella celebre sentenza ‘Ellade’ (n. 36959/2021). Secondo tale orientamento, il provvedimento di sequestro preventivo deve contenere una motivazione, seppur concisa, sulle ragioni che rendono necessaria l’anticipazione dell’effetto ablativo della confisca.

In altre parole, il giudice deve spiegare perché esiste il rischio concreto che, nelle more del giudizio, i beni possano essere ‘modificati, dispersi, deteriorati, utilizzati o alienati’. Questo pericolo non può essere presunto automaticamente ma deve essere desunto da elementi oggettivi (come la natura e la consistenza dei beni) o soggettivi (relativi al comportamento dell’indagato).

Le motivazioni

La Corte ha evidenziato come nel caso di specie il GIP non avesse speso una sola parola per motivare il periculum in mora. L’ordinanza cautelare si era limitata a illustrare i motivi per cui era possibile la confisca diretta del denaro, senza però argomentare sulla necessità di agire con urgenza prima della conclusione del processo.

Il punto centrale della sentenza è la netta distinzione tra una motivazione ‘mancante’ e una ‘insufficiente’. Il Tribunale del riesame, infatti, ha il potere-dovere di integrare una motivazione carente o espressa in forma stringata (ad esempio, ‘per relationem’ alla richiesta del Pubblico Ministero). Tuttavia, non può creare dal nulla una motivazione che è del tutto assente. Un’assenza totale di motivazione, spiega la Corte, priva le parti della ‘materia da sottoporre al contraddittorio’, violando di fatto il diritto di difesa.

I giudici hanno inoltre smontato i riferimenti giurisprudenziali citati dal Tribunale del riesame, dimostrando come non fossero pertinenti al caso concreto, in quanto relativi a situazioni in cui una motivazione, seppur debole, esisteva.

Le conclusioni

Con questa decisione, la Cassazione ha annullato il sequestro e ordinato la restituzione dei beni all’avente diritto. La sentenza rappresenta un importante monito per i giudici cautelari: la motivazione sul periculum in mora è un requisito imprescindibile e non una mera formalità. L’assenza assoluta di argomentazioni su questo punto rende il provvedimento di sequestro nullo e non sanabile dal Tribunale del riesame. Questa pronuncia consolida le garanzie difensive, assicurando che una misura così invasiva come il sequestro sia sempre fondata su una valutazione concreta e attuale del pericolo di dispersione dei beni.

Cos’è il ‘periculum in mora’ in un sequestro preventivo?
È il pericolo concreto e attuale che, nel tempo necessario per arrivare a una sentenza definitiva, i beni oggetto del reato possano essere nascosti, venduti, trasferiti o comunque dispersi, impedendo così la loro futura confisca da parte dello Stato.

Il Tribunale del riesame può aggiungere la motivazione sul ‘periculum in mora’ se il primo giudice l’ha omessa?
No. La sentenza chiarisce che il Tribunale del riesame può integrare una motivazione insufficiente o sintetica, ma non può crearne una dal nulla se questa è completamente assente nel provvedimento originario. Una motivazione inesistente è un vizio che determina la nullità dell’atto.

Qual è stata la conseguenza finale della decisione della Cassazione?
La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio sia l’ordinanza del Tribunale del riesame sia il decreto di sequestro iniziale. Di conseguenza, ha ordinato l’immediata restituzione di tutti i beni sequestrati alla società che ne aveva diritto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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