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Periculum in mora: annullato sequestro senza motivazione

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza del Tribunale del riesame che confermava il sequestro di un’autovettura di proprietà di un terzo. La decisione è stata motivata dalla totale assenza di argomentazioni sul requisito del periculum in mora, ovvero il pericolo che la libera disponibilità del bene potesse aggravare le conseguenze del reato. La Corte ha ribadito che la motivazione su tale presupposto è obbligatoria, anche se non specificamente contestato, e ha rinviato il caso al Tribunale per una nuova valutazione su questo punto specifico, rigettando gli altri motivi di ricorso.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Periculum in mora: un requisito non trascurabile nel sequestro

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sent. n. 1272/2024) ha riaffermato un principio cardine in materia di misure cautelari reali: l’obbligo per il giudice di motivare in modo esplicito sul periculum in mora. Questo requisito, che indica il pericolo concreto derivante dal ritardo della decisione, non può essere ignorato, pena l’annullamento del provvedimento. Il caso in esame riguarda il sequestro di un’autovettura di proprietà di una terza persona, estranea al reato contestato. Approfondiamo la vicenda.

I Fatti di Causa

Il Tribunale del riesame di Parma confermava il sequestro per equivalente di un’autovettura, disposto dal GIP. La proprietaria del veicolo, in qualità di terza interessata, si opponeva alla misura, sostenendo di essere estranea ai fatti e di avere la piena disponibilità del mezzo. A seguito del rigetto, la donna proponeva ricorso per Cassazione, lamentando diverse violazioni di legge.

I Motivi del Ricorso e la Valutazione della Cassazione

Il ricorso si basava su quattro motivi principali:
1. Violazione dei termini procedurali: La ricorrente sosteneva che la trasmissione degli atti al Tribunale del riesame fosse avvenuta in ritardo, causando la perdita di efficacia della misura. La Corte ha respinto questo motivo, chiarendo che il termine di dieci giorni per la decisione decorre dalla ricezione degli atti, non dalla presentazione del ricorso. Nel caso specifico, i tempi erano stati rispettati.
2. Violazione di legge sulla proprietà di terzi: Si contestava la possibilità di sequestrare un bene appartenente a una persona estranea al reato. Anche questo motivo è stato dichiarato inammissibile. La Cassazione ha ricordato che il suo compito non è rivalutare i fatti, ma verificare la corretta applicazione della legge. Il Tribunale aveva fornito una motivazione (sulla base di elementi come la presunta mancanza di capacità economica della proprietaria e il ritrovamento di documenti dell’indagato nel veicolo) per ritenere che il bene fosse nella ‘disponibilità’ di fatto dell’indagato, rendendo la questione un accertamento di merito non sindacabile in sede di legittimità.
3. Mancanza di motivazione sulla natura del bene e sul periculum in mora: Questo è stato il punto cruciale. La ricorrente lamentava che il provvedimento non spiegasse perché il bene costituisse prezzo o profitto del reato e, soprattutto, che mancasse totalmente la motivazione sul periculum in mora.

L’importanza cruciale del periculum in mora

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondata la censura relativa all’assenza di motivazione sul periculum in mora. La giurisprudenza, anche a Sezioni Unite, è costante nell’affermare che il provvedimento di sequestro preventivo deve contenere una, seppur concisa, motivazione sulle ragioni che rendono necessaria l’anticipazione degli effetti della confisca rispetto alla definizione del giudizio. Il sequestro, infatti, limita il diritto di proprietà e la sua applicazione deve essere giustificata da un’esigenza concreta e attuale di impedire che la libera disponibilità della cosa possa aggravare o protrarre le conseguenze del reato.

Le Motivazioni

La Corte ha specificato che, in virtù dell’effetto interamente devolutivo del riesame, il Tribunale ha il dovere di valutare tutti i presupposti della misura cautelare, inclusi il fumus commissi delicti (la parvenza di reato) e, appunto, il periculum in mora. Questo obbligo sussiste indipendentemente dal fatto che il ricorrente abbia sollevato una specifica contestazione sul punto. Omettere totalmente di motivare su uno di questi requisiti essenziali costituisce una violazione di legge che vizia il provvedimento. Nel caso di specie, l’ordinanza impugnata non conteneva alcun riferimento alle ragioni di urgenza che giustificassero il sequestro, limitandosi a discutere la riconducibilità del bene all’indagato.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza del Tribunale del riesame, ma solo limitatamente alla statuizione sul periculum in mora. Ha quindi rinviato il caso allo stesso Tribunale perché proceda a un nuovo esame, colmando la lacuna motivazionale. La sentenza ribadisce un principio di garanzia fondamentale: una misura così incisiva come il sequestro non può basarsi su automatismi, ma richiede una valutazione concreta e motivata di tutti i suoi presupposti, specialmente l’urgenza di agire per prevenire un danno irreparabile.

Quando inizia a decorrere il termine per la decisione del Tribunale del riesame?
Il termine perentorio di dieci giorni per la decisione non decorre dalla data di presentazione dell’istanza di riesame, ma dal giorno in cui il tribunale riceve effettivamente gli atti processuali dalla Procura.

Il Tribunale del riesame deve sempre motivare sul periculum in mora in un sequestro preventivo?
Sì, la motivazione sul periculum in mora, ovvero sul pericolo che la libera disponibilità del bene possa aggravare le conseguenze del reato, è un requisito essenziale. La sua totale omissione costituisce una violazione di legge e comporta l’annullamento del provvedimento.

È possibile contestare in Cassazione la valutazione del Tribunale sulla ‘disponibilità’ di fatto di un bene a un soggetto diverso dal proprietario?
No, se il Tribunale del riesame ha fornito una motivazione logica e non meramente apparente su tale punto, si tratta di un accertamento di fatto. Questo tipo di valutazione non può essere riesaminato dalla Corte di Cassazione, che si pronuncia solo sulle violazioni di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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