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Pericolo di fuga estradizione: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino straniero, soggetto a una procedura di estradizione verso gli Stati Uniti, confermando la custodia in carcere. La decisione si fonda sull’elevato e concreto pericolo di fuga estradizione, desunto dal suo interesse a recarsi in un Paese, di cui è cittadino, che notoriamente non estrada i propri connazionali. Secondo la Corte, tale circostanza rende inadeguata qualsiasi misura meno afflittiva della detenzione in carcere.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pericolo di fuga estradizione: quando la cittadinanza straniera giustifica il carcere

La recente sentenza della Corte di Cassazione, numero 26711 del 2025, offre un’importante chiave di lettura sulla valutazione del pericolo di fuga estradizione. Il caso analizzato riguarda un cittadino straniero, destinatario di una richiesta di estradizione da parte degli Stati Uniti per gravi reati finanziari, a cui era stata applicata la misura della custodia in carcere. La Suprema Corte ha confermato la decisione, ritenendo il rischio di fuga troppo elevato per essere contenuto con misure meno severe come gli arresti domiciliari.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Estradizione e la Misura Cautelare

Un cittadino russo, ma con cittadinanza anche tedesca, veniva arrestato in Italia in esecuzione di un mandato di cattura internazionale emesso dagli Stati Uniti. Le accuse a suo carico erano di gestione di un servizio di trasferimento di denaro senza licenza e associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio, reati commessi in un arco temporale di quasi dieci anni.

La Corte d’appello di Milano, competente per la procedura di estradizione, disponeva la custodia cautelare in carcere. La difesa presentava istanza di revoca o modifica della misura, proponendo gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. L’istanza veniva rigettata, e contro tale decisione la difesa proponeva ricorso per cassazione, lamentando un’errata valutazione del pericolo di fuga e un difetto di motivazione sull’inadeguatezza delle misure alternative.

L’Analisi della Corte: Il Pericolo di Fuga nell’Estradizione

La Corte di Cassazione, nel dichiarare inammissibile il ricorso, ha ribadito un principio fondamentale: la valutazione delle esigenze cautelari in materia di estradizione ha una finalità specifica e diversa rispetto ai procedimenti penali interni. L’articolo 714 del codice di procedura penale, infatti, stabilisce che l’obiettivo primario è ‘garantire che la persona della quale è domandata l’estradizione non si sottragga all’eventuale consegna’.

Il giudizio prognostico sul rischio di fuga deve essere quindi ancorato a elementi concreti e attuali, finalizzati a prevenire la cosiddetta ‘traditio in vinculis’, ovvero la consegna materiale della persona allo Stato richiedente.

La Decisione della Cassazione sul pericolo di fuga estradizione

La Suprema Corte ha ritenuto corretta e ben motivata la decisione della Corte d’appello. Le argomentazioni si sono concentrate su due direttrici principali: il rischio di fuga verso la Germania e quello verso la Russia.

Le Motivazioni

La Corte ha evidenziato come il ricorrente avesse manifestato un concreto interesse a recarsi in Germania, Stato di cui è cittadino. Questo interesse, unito al fatto notorio che la Germania non estrada i propri cittadini, ha trasformato una semplice possibilità in un ‘concreto e fortissimo pericolo di fuga’. La prospettiva di raggiungere un ‘porto sicuro’ dove sottrarsi alla giustizia statunitense ha reso, agli occhi dei giudici, la custodia in carcere l’unica misura idonea a scongiurare tale rischio. Anche gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico sono stati considerati inadeguati, poiché non avrebbero consentito un intervento sufficientemente rapido ed efficace per impedire la fuga.

Inoltre, è stato considerato anche il legame con la Russia. Nonostante un’eventuale perdita della cittadinanza russa, la possibilità di fuga verso quel Paese non è stata esclusa. Anche la Russia, in assenza di accordi di estradizione con gli Stati Uniti, rappresenterebbe per il ricorrente una garanzia di impunità.

Le Conclusioni

Questa sentenza consolida l’orientamento secondo cui, nei procedimenti di estradizione, la valutazione del pericolo di fuga deve tenere conto in maniera preponderante dei legami dell’interessato con Paesi che non consentirebbero la sua successiva consegna allo Stato richiedente. La cittadinanza in uno di questi Paesi, specialmente se accompagnata da un interesse a recarvisi, costituisce un elemento di tale gravità da poter giustificare, da solo, il mantenimento della misura cautelare più severa, ovvero la custodia in carcere, per assicurare l’efficacia della cooperazione giudiziaria internazionale.

Come viene valutato il pericolo di fuga nei procedimenti di estradizione?
Nei procedimenti di estradizione, il pericolo di fuga viene valutato con l’obiettivo specifico di garantire che la persona non si sottragga alla consegna allo Stato richiedente. La valutazione deve basarsi su elementi concreti e attuali, considerando le caratteristiche proprie della procedura di consegna internazionale, che ha finalità diverse rispetto a un procedimento penale interno.

Perché il consenso a recarsi in Germania è stato considerato un forte indizio del pericolo di fuga?
Il consenso alla consegna verso la Germania, di cui l’imputato è cittadino, è stato considerato un forte indizio perché la Germania non estrada i propri cittadini. Questo dimostra un interesse specifico e concreto a raggiungere un Paese dove sarebbe al riparo dalla richiesta di estradizione degli Stati Uniti, configurando un ‘concreto e fortissimo pericolo di fuga’.

Perché gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico sono stati ritenuti una misura inadeguata?
Gli arresti domiciliari, anche con braccialetto elettronico, sono stati ritenuti inadeguati perché non avrebbero garantito un intervento sufficientemente rapido ed efficace per impedire la fuga. Data l’intensità del pericolo, solo la custodia in carcere è stata considerata una misura idonea a prevenire che l’imputato si sottraesse alla procedura di estradizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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