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Perdita della milza: lesione grave o gravissima?

A seguito di un’aggressione che ha causato l’asportazione della milza alla vittima, la Corte di Cassazione interviene per qualificare il reato. La Corte d’Appello aveva derubricato l’accusa da lesioni gravissime a gravi, ritenendo la perdita della milza un semplice indebolimento permanente. La Cassazione, accogliendo il ricorso del Procuratore Generale, ha annullato tale decisione. Ha stabilito che la perdita della milza costituisce una ‘perdita di un organo’, integrando così l’ipotesi più grave di lesione personale gravissima, a prescindere dalla capacità di altri organi di compensarne le funzioni. La Corte ha anche rigettato il ricorso degli imputati, confermando la condanna per porto abusivo di armi improprie.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Perdita della Milza: la Cassazione la qualifica Lesione Gravissima

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 34001 del 2024, affronta una questione cruciale nel diritto penale: come qualificare giuridicamente la perdita della milza a seguito di un’aggressione? Si tratta di una lesione grave o gravissima? La Suprema Corte fornisce una risposta netta, ribaltando la decisione della Corte d’Appello e riaffermando un principio consolidato, con importanti implicazioni sulla determinazione della pena.

I Fatti: l’Aggressione e il Percorso Giudiziario

Il caso ha origine da una violenta aggressione. Due individui, condannati in primo grado, avevano colpito un uomo con un bastone, calci e pugni, provocandogli lesioni talmente serie da richiedere un intervento chirurgico d’urgenza che comportò l’asportazione della milza.

Il Tribunale di primo grado aveva condannato gli aggressori per il reato di lesioni personali gravissime, oltre che per il porto di armi improprie (il bastone).

In secondo grado, la Corte d’Appello di Roma aveva parzialmente riformato la sentenza. I giudici d’appello avevano riqualificato il reato da lesioni gravissime a lesioni gravi. La loro motivazione si basava sulla tesi, sostenuta da un consulente tecnico, che la perdita della milza non costituisse la perdita dell’uso di un organo, ma solo un suo indebolimento permanente, poiché le sue funzioni potevano essere vicariate da altre parti dell’organismo.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Contro la sentenza d’appello hanno proposto ricorso sia gli imputati sia il Procuratore Generale.

Gli imputati contestavano principalmente due punti:
1. Il bilanciamento tra le circostanze aggravanti e attenuanti, ritenuto non adeguatamente motivato.
2. La condanna per il porto del bastone, sostenendo che l’oggetto era stato trovato casualmente sul luogo dell’aggressione e che quindi il reato dovesse essere assorbito in quello di lesioni.

Il Procuratore Generale, invece, ha contestato con un unico motivo la derubricazione del reato, sostenendo che la totale perdita della milza integra pienamente l’ipotesi di lesione gravissima prevista dall’art. 583, comma 2, n. 3, del codice penale, ovvero la ‘perdita di un organo’.

Le Motivazioni della Cassazione: la Perdita della Milza è una Lesione Gravissima

La Suprema Corte ha rigettato i ricorsi degli imputati e accolto quello del Procuratore Generale, offrendo motivazioni chiare su entrambi i fronti.

In primo luogo, riguardo al reato di porto d’armi, la Cassazione ha evidenziato una ‘soluzione di continuità’ tra il momento in cui gli imputati si sono armati e quello dell’aggressione. Essi avevano trovato i bastoni, ma l’aggressione era avvenuta in un momento e luogo successivo, dopo aver raggiunto la vittima. Questa separazione spazio-temporale, secondo la Corte, giustifica la sussistenza del reato autonomo di porto d’armi, non potendosi considerare l’azione come un tutt’uno con le lesioni.

Il punto centrale della sentenza riguarda però la qualificazione della lesione. La Cassazione ha affermato, in netto contrasto con la Corte d’Appello, che la perdita della milza è a tutti gli effetti una ‘perdita di un organo’. La giurisprudenza di legittimità è costante su questo punto: anche se le funzioni della milza (nel sistema emopoietico-immunitario e reticolo-endoteliale) possono essere parzialmente compensate da altri organi, tale compensazione non è mai totale. Le numerose e complesse funzioni assolte dalla milza non possono essere supplite, nella loro ‘entità globale’, da altre attività separate. Pertanto, la sua asportazione totale non è un mero indebolimento, ma una perdita secca che integra la fattispecie di lesione personale gravissima.

Le Conclusioni: l’Annullamento con Rinvio e le Implicazioni Pratiche

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata, rinviando il caso a un’altra sezione della Corte d’Appello di Roma per un nuovo giudizio che dovrà attenersi al principio di diritto enunciato. Questo significa che il reato dovrà essere nuovamente qualificato come lesione personale gravissima, con un conseguente probabile inasprimento della pena.

Questa decisione ribadisce un importante principio a tutela dell’integrità fisica della persona. Stabilisce che la perdita anatomica e funzionale di un organo, anche se non vitale e parzialmente compensabile, costituisce una delle offese più gravi che si possano arrecare al corpo umano, meritando la sanzione prevista per le lesioni gravissime.

La perdita totale della milza a seguito di un’aggressione costituisce una lesione grave o gravissima?
Secondo la Corte di Cassazione, la perdita totale della milza integra l’ipotesi di lesione personale gravissima, poiché configura la ‘perdita di un organo’ ai sensi dell’art. 583, comma 2, n. 3, del codice penale.

Quando il porto di un oggetto atto a offendere viene considerato un reato autonomo e non assorbito in quello di lesioni?
Il reato di porto abusivo di strumento atto ad offendere è autonomo quando esiste una ‘soluzione di continuità’, ovvero una separazione spaziale e temporale, tra il momento in cui l’agente si arma e il momento in cui compie l’aggressione. Se l’oggetto viene reperito e immediatamente usato senza interruzioni, il reato può essere assorbito.

Cosa si intende per ‘perdita di un organo’ ai fini della qualificazione di una lesione come gravissima?
Si intende la perdita anatomica e funzionale di un organo. La Corte specifica che, anche se le funzioni dell’organo perso possono essere parzialmente compensate da altre parti del corpo, le numerose funzioni svolte dall’organo stesso, considerate nella loro ‘entità globale’, non possono essere ritenute completamente supplite, giustificando così la qualificazione di lesione gravissima.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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